Particolarmente nervoso, il giornalista, nel corso della sua difesa accorata, se l’è presa molte volte con la regia che, o non inquadrava bene gli aspetti da lui voluti, oppure tardava a mostrare i documenti richiesti. Soltanto dopo aver cercato di dimostrare la propria innocenza, Giletti ha iniziato il vero corso del programma.
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Si è interessato in particolare dei cosiddetti “timbratori d’Italia“, cioè di quegli impiegati che timbrano il cartellino ma non vanno mai a lavorare. Naturalmente, lo spazio principale p stato dato ai dipendenti del comune di Sanremo, e a quello che Giletti ha definito “il mutandaro”, ovvero quell’impiegato che aveva timbrato addirittura in mutande.
Salvo qualche guizzo più interessante, questo servizio si è rivelato molto tecnico e spesso alquanto complicato da seguire. Giletti ha cercato di dare voce a tutte le parti sociali.
Poi ha fatto una lunga incursione nei cosiddetti “castelli incantati“. Si tratta in particolare di veri e propri manieri che dovrebbero pagare una tassa sulla casa molto più alta rispetto a quella “dei comuni mortali”.
Due i collegamenti effettuati con due castelli. Hanno parlato i proprietari, lamentando le altissime spese per la manutenzione dei locali che, elemento fondamentale, sono sottoposti a vincolo da parte della sovrintendenza e quindi non si possono effettuare lavori senza permesso dell’autorità. I proprietari hanno lamentato una situazione che sinceramente ci sembra poco convincente rispetto ai poveri pensionati con difficoltà ad arrivare alla fine del mese in un piccolo appartamento di loro proprietà.
L’ultima parte dell’Arena di oggi è stata suddivisa tra spettacolo e politica. La presenza di Alessandro Gassman e Paola Cortellesi era finalizzata alla promozione del loro ultimo film Gli ultimi saranno gli ultimi. Uno spazio molto lungo, uno “spottone” cinematografico che Giletti poteva risparmiarci.
Dulcis in fundo, l’intervista ad Angelino Alfano, Ministro dell’Interno, sulla quale preferiamo un velo di silenzio.