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Safiria Leccese presenta i temi della serata e i suoi ospiti. Stasera ci sono anche il vaticanista de La Stampa, Giacomo Galeazzi, e Don Antonio Mazzi.
Oggi in Vaticano c’è stata la presentazione in anteprima di Chiamatemi Francesco, il film su Papa Francesco prima della sua elezione a Pontefice. La pellicola è diretta da Daniele Luchetti e ne vengono mostrate alcune immagini. L’inviata Alessandra Borgia ha visto il film e la descrive in collegamento da Via della Conciliazione a Roma.
Un servizio, dagli evidenti toni elogiativi, mostra le “parole” usate più frequentemente dal Santo Padre, quelle che sono entrate nel cuore della gente: “scusa”, “permesso”, “grazie”, “scusa” e tante altre.
Si ritorna su quanto già detto la scorsa settimana, relativamente al caso della piccola Gianna, una bambina di appena un anno condannata da un tumore al cervello. Papa Francesco è stato a Philadelphia, dove la bimba vive con i genitori. L’ha baciata sul capo e da quel momento, secondo i genitori, il tumore starebbe regredendo ed il merito è del Santo Padre.
Ci sono stati anche casi in Argentina, che hanno del miracoloso, avvenuti mentre Bergoglio era nel suo paese e non immaginava di diventare Papa. Don Mazzi ha scritto un libro su di lui, un uomo che ammira molto per la sua semplicità.
Papa Francesco ha origini italiane, infatti i suoi genitori erano piemontesi. Ha ancora dei parenti lì, due cugini, Elio e Vanna Bellero, che la trasmissione ha intervistato.
I rapporti sono molto cordiali e all’insegna della semplicità. Loro lo chiamano Giorgio, italianizzando il suo nome. Anche in famiglia si conferma il carattere espansivo del Pontefice, che ama scherzare e trascorrere il tempo libero con allegria. Ritornati in studio, un francescano, Frate Alessandro, intona l’Ave Maria di Gounod. Ha inciso dischi i cui introiti sono stati devoluti per alcune missioni.
Prendendo spunto dal film in uscita il 3 dicembre, i servizi della trasmissione ricostruiscono la vita passata di Jorge Mario Bergoglio. In gioventù è stato anche fidanzato. È un appassionato di cucina (sa fare i calamari ripieni) e di calcio. A 18 anni entrò in seminario. Alla proiezione di oggi hanno assistito gratuitamente 7000 persone indigenti, ulteriore riprova dell’attenzione del Pontefice verso gli ultimi.
Cecchi Paone: “È il Papa di tutti“. Si parla molto del film, con interviste anche al regista e agli attori. D’altronde è l’aziendalismo che lo comporta: la pellicola è prodotta da TaoDue e distribuito da Medusa, società entrambe appartenenti al gruppo Mediaset.
Secondo blocco del programma: si parla dell’aldilà. Un libro ha raccontato 1600 casi di persone che hanno vissuto esperienze di pre-morte. In un servizio vengono raccolte anche testimonianze dirette.
Molti hanno visto un tunnel di luce avvertendo un grande senso di pace e benessere, riabbracciando anche le persone care defunte. Inoltre, sembra che ci sia un distacco dell’anima dal corpo. Per la scienza, lo stato di premorte è chiamato NDE.
In studio c’è il professor Enrico Facco e si apre il dibattito sul tema. Il docenta afferma che se il cervello ha delle alterazioni possono crearsi situazioni del genere, ma lascia aperta la porta anche a spiegazioni di natura diversa. Cecchi Paone mostra subito il suo punto di vista, tramite il quale secondo lui tutto ciò è legato all’attività cerebrale. Il giornalista parla del concetto di anossia, cioè la mancanza dell’ossigeno al cervello come causa di questi fenomeni. Anche Don Mazzi, seppur da posizioni diverse, è cauto nell’affrontare la questione.
Safiria Leccese introduce in studio due persone che hanno vissuto esperienze tra la vita e la morte. La prima è Serenella Ballore, di professione informatrice scientifica. Anche lei racconta di aver percepito una sensazione di benessere e serenità in quei momenti. La seconda è Laura Avalle, giornalista, vittima di un incidente stradale all’età di 16 anni. Fu in coma indotto per 3 giorni e vide il tunnel di luce di cui parlano in molti. Stessa sensazione: tranquillità e gioia.
La scienza ha cercato di capire con i suoi strumenti in cosa effettivamente consistano questi momenti. I dubbi però rimangono, tra chi pensa che non tutto dipenda dal cervello e chi invece è convinto del contrario.
Il dibattito si apre ad un’altra domanda: esiste il Paradiso? Per Don Mazzi sì, anche se non ha un’immagine definita. Pensa prima di tutto ad una sensazione di gioia, dettata dall’abbraccio con Dio. Una persona che afferma di essere stata è Vicka, una delle veggenti di Medjugorje. Sulle esperienze di pre-morte dice la sua anche Paolo Brosio: la spiegazione c’è e va al di là della scienza.
Il terzo blocco di programma porta ad affrontar il caso avvenuto a Rozzano, nel milanese. In una scuola il preside ha deciso di non far cantare ai bambini brani del repertorio cristiano perché temeva di offendere esponenti di altre religioni i cui figli erano iscritti nel suo istituto. Il concerto di Natale è stato posticipato a gennaio e ribattezzato “Festa d’inverno”. Tante le polemiche a riguardo. Il preside si è poi dimesso. In studio c’è l’avvocatessa Ebla Ahmed, il giornalista Luigi Amicone ed in collegamento c’è il matematico Piergiorgio Odifreddi.
Amicone è molto duro e dice che il preside ha sbagliato perchè con il suo comportamento ha introdotto una divisione tra religioni che invece non doveva provocare. Anche Don Banzato non è d’accordo con quanto fatto dall’ex dirigente scolastico: per lui l’integrazione è importante e quindi avrebbe dovuto favorirla.
Sull’argomento si esprimono tutti, con Silvana Giacobini e Cecchi Paone che danno vita ad un dibattito molto vivace, tanto da alzarsi entrambi in piedi. Odifreddi paragona Gesù Bambino ad una favola e Don Mazzi lo critica aspramente per quanto dice. Il matematico mostra un antipatico atteggiamento di superiorità.
Oltre al caso di Rozzano, ce ne sono stati altri analoghi in Italia. Alcune scuole hanno detto no all’installazione del Presepe, altre hanno deciso di vietare recite o canti cattolici. Per Don Banzato bisogna considerare il luogo in cui si vive, pertanto il Presepe non dev’essere toccato. La vera cultura per lui è il dialogo e quindi bisogna valorizzare anche le minoranze, senza però perdere di vista le credenze religiose della maggioranza delle persone che vive nel posto.
L’attenzione si sposta sul caso Vatileaks 2. In studio c’è Gianluigi Nuzzi, coinvolto nella vicenda. “Non siamo abituati a conoscere le magagne del Vaticano“, dice il conduttore di Quarto Grado. Il giornalista è imputato perchè avrebbe diffuso notizie riservate. In un servizio vengono ricostruiti i dialoghi tra Francesca Chaouqui e monsignor Balda, i sospetti “corvi” che avrebbero fornito ai cronisti informazioni coperte da segreto.
Brosio accusa Nuzzi in maniera chiara: una volta acquisite le notizie avrebbe dovuto riferire al Papa di quanto appreso e non pubblicarle. Per l’ex cronista del Tg4, Nuzzi in realtà non ha fatto tutto ciò in amore della verità, ma fondamentalmente per guadagnare, visto che il libro è stato tradotto in molte lingue del mondo. “I fatti erano già cristallizzati quando il libro è stato pubblicato“, ribatte il collega. Interviene anche Cecchi Paone e si alzano tutti. La situazione è convulsa: Safiria Leccese con molta fatica riporta gli ospiti alla calma e chiede al regista di spegnere i microfoni di Brosio e Nuzzi.
Balda ha anche scritto un memoriale, in cui ha ammesso di avere fatto sesso con la Chaouqui. Un rapporto torbido, con il prelato che afferma che la donna fosse molto violenta nei suoi confronti. “In Vaticano le cose non vanno bene. Il Papa è diviso tra la volonta di innovare ma anche di mantenere i pilastri fondamentali del suo Stato“, commenta Don Mazzi.
Si conclude qui La strada dei miracoli. Martedì 9 e 16 dicembre ci saranno due puntate speciali sul Natale.
Safiria Leccese annuncia che la trasmissione tornerà in onda il 12 gennaio. Dunque, l’avventura continua per un programma che nel corso di questa seconda edizione ha ottenuto ascolti crescenti.