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Dopo aver anticipato i temi della puntata, Safiria Leccese comincia da Sant’Antonio. A lui sono stati attribuiti il numero maggiore di miracoli in tutto il mondo. Il suo vero nome era Fernando di Buglione e nacque in Portogallo. La sua vita si svolse fra il 1195 e il 1231.
Affascinato dalla figura di San Francesco, seguì in un certo senso le sue orme dedicando la sua esistenza alla fede. Fu missionario in Marocco e in varie parti d’Europa, per poi arrivare in Italia ed infine a Padova. Santificazione da record per lui: fu canonizzato ad appena 11 mesi dalla morte.
Le telecamere del programma sono al Santuario dell’Arcella, lì dove il Santo morì appena 36enne. In questo luogo c’è anche la cella in cui morì e che verrà mostrata successivamente. In studio c’è un uomo di Fondi, Antonio Cataldi, che è stato miracolato da Sant’Antonio, salvato da un male incurabile diagnosticatogli nel 2007. Con lui c’è la moglie e i due raccontano la vicenda.
Tutto cambiò quando la coppia andò a Padova in pellegrinaggio, proprio il giorno della festa del Santo. L’uomo sentì un bruciore in tutto il corpo: tornato qualche giorno dopo in ospedale, il male era sparito.
Un altro caso di prodigio associato al sangue è quello della piccola Kairyn, nata con una grave patologia che poi è sparita miracolosamente. Tra le reliquie di Don Antonio, c’è la sua lingua rimasta incorrotta, chiamata il “tesoro di Padova”. Nel 1991 venne rubata e dopo due mesi fu ritrovata nei pressi dell’aeroporto di Roma. Un miracolo, quella della lingua intatta, che venne ricollegata dai fedeli alla sua grande capacità oratoria.
Secondo blocco della trasmissione con un “viaggio tra i miracoli”, composto da 5 tappe che vanno da Nord al Sud Italia. La prima è in provincia di Piacenza, dove a San Bonico c’è la venerazione della “Madonna della notte”. Viene chiamata “la Medjugorje italiana”, poiché un uomo dal 2004 dice di vedere la Vergine ogni giovedì sera.
Le apparizioni non sono state riconosciute dalla Chiesa, ma molti sono i fedeli che arrivano da quelle parti. Già immaginiamo il parere di Cecchi Paone sull’attendibilità del veggente. In studio c’è un uomo che racconta il prodigio avvenuto alla figlia, che ebbe un gravissimo incidente stradale. Si salvò nonostante le scarse speranze dei medici e il papà ricollega tutto ciò alla “Madonna della neve”.
Una testimonianza commovente, resa ancor più emozionante dal collegamento a sorpresa, in telefonica, con la ragazza, che ringrazia il papà per tutto ciò che ha fatto per lei.
Ci spostiamo a Montichiari, dove la Vergine apparve nel 1947 ad una donna presso una sorgente. Nel 1966 la Madonna benedisse l’acqua che da lì sgorgava e molta gente, da tutto il mondo, si reca in questo posto per pregare la Madonna e bere l’acqua sorgente. Secondo la storia, quella che la veggente chiama “La Rosa mistica” le si manifestava con una forte luce. Cecchi Paone commenta a modo suo i servizi: “Sono molto depresso perché queste sono storie di superstizione“. Silvana Giacobini invece non è d’accordo con lui.
Si arriva al Sud, dove l’attenzione si focalizza su Santa Francesca delle cinque piaghe, patrona dei Quartieri Spagnoli a Napoli. La reliquia che viene venerata è la “sedia della fertilità”, su cui a lungo pregò nella sua vita di sofferenze.
Molti si recano lì, tante donne che chiedono un’intercessione alla Santa per avere un figlio. In collegamento c’è una signora che racconta la sua esperienza. Anche lei si sedette sulla preziosa reliquia e, dopo 3 mesi, rimase incinta.
La quarta meta del viaggio è Marta, in provincia di Viterbo. Qui c’è la Santa grotta di Marta un luogo diventato di culto dopo che la Vergine nel 1948 si sarebbe manifestata per 3 giorni di fila a tre bambine. C’è chi dice di vederla ancora oggi. Si parla di miracoli e guarigioni prodigiose associate alla Vergine della grotta. “Questa roba è idolatria pagana”, continua Cecchi Paone.
Dall’Italia alla Palestina: si parla di Gesù. A lui sono riconducibili 35 miracoli tra guarigioni, esorcismi e prodigi. I servizi ricostruiscono quelli più noti, tutti raccontati dai Vangeli a partire dalla trasformazione di acqua in vino a Cana. Nei filmati scorrono anche le immagini di film dedicati alla vita di Cristo, tra cui “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli.
Massimo Polidoro, segretario nazionale del Cicap, dà alcune notizie su alcuni aspetti della vita del Nazareno, riflettendo sul significato del suo nome e sulla data di nascita, tra il 7 e il 4 a.C. e non nell’anno zero.
La figura del Redentore viene analizzata dagli opinionisti. “Gesù è un grande esempio anche perché ha dato risalto alle donne“, afferma Silvana Giacobini. “Una figura che ci mette tutti d’accordo, è stato il primo a dire che gli uomini sono tutti uguali“, aggiunge Alessandro Cecchi Paone. “Gesù è la luce, la via, la verità e la vita per ognuno di noi, ma deve entrare nei nostri cuori“, dice Paolo Brosio.
Parla di Gesù anche lo scrittore e giornalista Vittorio Messori, studioso da decenni del Cristo. Secondo lui, il miracolo vero compiuto dal Figlio di Dio è la sua resurrezione. Ogni prodigio, ogni miracolo è un simbolo. Messori ricorda anche come di molti miracoli non si sappia il luogo in cui si siano verificati.
Ad aprile del 2015, un ragazzo di 15 anni, Michi, decide di fare un tuffo nel Naviglio fuori Milano. Rimase 43 minuti sott’acqua in apnea, il cuore si fermò ma nonostante questo riuscì a salvarsi, nonostante l’amputazione di una gamba per problemi di circolazione. Nonostante la lunghissima permanenza sott’acqua, il ragazzo non ha riportato danni cerebrali: è questo l’aspetto senz’altro prodigioso del caso.
C’è chi parla di miracolo, chi invece afferma che è merito della scienza. “Per me è un miracolo“, dice papà Stephan che viene intervistato dalla Leccese. L’uomo rivela di vivere una situazione emotiva particolare, che non sapeva definire, come se qualcosa di strano dovesse succedere.
Per spiegare meglio la vicenda del giovane, c’è un medico che era sull’ambulanza su cui venne caricato Michi il giorno dell’incidente e che da lei venne rianimato non appena tornato a riva. Il suo nome è Rossella Giacomello, che con Safiria Leccese ripercorre i momenti delicatissimi dell’intervento sul corpo del ragazzo. Quello tra la dottoressa e il papà del ragazzo è il primo incontro ed i due appaiono visibilmente emozionati.
Dopo essere arrivato in elicottero al San Raffaele di Milano, fu sottoposto alle cure del dottor Zangrillo, capo della rianimazione, che utilizzò un particolare macchinario decisivo per la sua sopravvivenza. Segue poi un’intervista alla madre del ragazzo.
Il blocco però è eccessivamente lungo, concluso dai brevi commenti degli ospiti. Rispetto alle altre puntate, anche per gli argomenti trattati, stasera in generale c’è stato meno spazio per il talk, con gli opinionisti chiamati in causa in poche occasioni.
Termina qui la puntata odierna. La prossima andrà in onda martedì 16 marzo alle 21.15, sempre su Rete 4.