Si intitola The editor is in, ed è laserie di Sky Arte in partenza da questa sera alle 20.50. Prodotta in collaborazione con Tiwi e Sergio Bonelli Editore, è un nuovo modo di fruire i protagonistii più celebri del fumetto italino. Dall’inflessibile sceriffo Tex Willer al tormentato indagatore dell’incubo Dylan Dog, i personaggi della Bonelli arrivano sul piccolo schermo in una nuova veste, a metà tra live action e animazione.
Sarà visibile dal 26 maggio prossimo su Rai Cinema Channel, il canale web di Rai Cinema, Like a Butterfly, un film breve di Eitan Pitigliani, prodotto da Eitan Pitigliani, Falcon Productions ed Enrico Mastracchi Manes, in collaborazione con Rai Cinema.
Della durata di 27 minuti, il film racconta la storia di Nick, un giovane attore che cerca disperatamente il successo e che, per ottenerlo, nel tempo si è costruito una corazza che lo protegge dal mondo esterno. Un giorno, grazie all’incontro casuale con una vecchia star di Hollywood, Nick scopre che tuttavia quel mondo vive dentro di lui e che, prima di tutto, è fondamentale guardare dentro se stessi: solo prendendo coscienza del passato si può tracciare la strada verso il futuro.
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Like a butterfly è interpretato dalla leggenda americana Ed Asner (Mary Tyler Moore, Lou Grant, Radici, Giovanni XXIII, voce del protagonista di Up), vincitore di 5 Golden Globe e 7 Emmy Awards, che interpreta in maniera struggente il ruolo di una anziana star del cinema hollywoodiano sul viale del tramonto. Nel cast, il giovane protagonista Will Rothhaar (Killing Kennedy), Cindy Pickett (Una pazza giornata di vacanza), Brad Greenquist (The Mentalist), Rita Raider e Michael G. London. Il film, che inizierà a breve il suo percorso nei Festival -sarà presentato al Palm Beach International Film Festival la cui 21ma edizione si tiene dal 6 al 14 aprile- è stato acquistato da Rai Cinema, che ne detiene i diritti in Italia.
“Questo film nasce -dichiara il regista Eitan Pitigliani- dalla rifessione con lo sceneggiatore torinese Alessandro Regaldo, su quanto sia importante per i giovani trovare un punto di riferimento in chi è più grande di loro e ha già percorso il cammino della vita. E’ questo il motore che mi ha spinto a raccontare questo film, lo stesso che ha ispirato il mio primo lungometraggio, attualmente in fase di scrittura. Like a Butterfly nasce con l’obiettivo di raccontare una storia che parli non solo di cinema ma soprattutto di vita, e di quella luce che, anche nella malattia, può far sì che il nostro cammino si trasformi in un grande volo”.
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Il film, che si avvale della fotografia di Daniel Katz e delle musiche del Maestro Paolo Vivaldi, è prodotto da Eitan Pitigliani e Falcon Productions, realizzato grazie alla grande determinazione di Enrico Mastracchi Manes, che lo ha reso possibile sin dalla fase di ideazione, oltre a quella dei produttori associati Cinzia De Curtis, Daniela Zanchini, Brad Greenquist, Martin Guigui e Dahlia Waingort, con il supporto della Grey Ladder di Torino.
Eitan Pitigliani, romano, classe 1986, ha studiato Regia Cinematografica a New York e Londra. Nel 2010 realizza il suo primo cortometraggio, In questa vita, sul rapporto tra un padre e il figlio dopo il terremoto de L’Aquila, selezionato in molti festival, oltre che nella Vetrina dei corti dei Nastri d’Argento di Cortina 2011, presentato in Parlamento e destinatario di una lettera di apprezzamento da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nel 2012 realizza il suo secondo cortometraggio, You will find me, selezionato in numerosi festival internazionali e vincitore del Golden Spike Award al Giffoni Film Festival. Eitan sta ora lavorando alla scrittura del suo primo lungometraggio, che vede protagonista un giovane calciatore che si affaccia alla vita.
Il rapporto di Pupi Avati con la letteratura è come quello di uno scapolo impenitente che alla fine, in età matura, si mette la fede al dito. Da indipendente e disincantato che era, diventa maniacale verso la tardiva conquista.
“Sei in un paese meravigioso”, iniziativa di Sky Arte HD dello scorso anno, non lascia ma torna e ‘raddoppia’ (nel senso che aumenta le puntate e non solo), a partire da giovedì 21 aprile in prima serata.
Si sono accesi alle 11 i riflettori sui David di Donatello, i Premi al cinema italiano, i nostri Oscar. E’ l’edizione numero 60 del prestigioso riconoscimento dell’Accademia del Cinema presieduta da sempre da Gian Luigi Rondi. E la ricorrenza tonda ha portato con sé una messe di novità, da leggersi anche in filigrana.
Si apre oggi la settimana che Iris dedica a William Shakespeare. Esattamente sabato 23 infatti, ricorrono i 400 anni dalla scomparsa del drammaturgo, che la rete Mediaset omaggia con una programmazione ad hoc di film, documentari e contributi giornalistici di vario tipo.
Alla presentazione della rassegna, intitolata Il resto è silenzio, è intervenuto anche Francesco Pannofino che ha recitato alcuni sonetti del Bardo.
Dopo aver presentato l’omaggio che Iris fa, per una settimana, al grande drammaturgo William Shakespeare di cui il 23 aprile si celebrano i 400 anni dalla morte, il presidente Mediaset Fedele Confalonieri, ha affrontato anche qualche argomento legato alla tv. E’ accaduto, come vi abbiamo documentato, ieri mattina nella residenza romana dell’ambasciatore inglese in Italia.
È stato Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, a presentare questa mattina, nella residenza dell’ambasciatore britannico a Roma, la programmazione speciale che Iris dedica a William Shakespeare in occasione del quattrocentesimo anniversario della scomparsa.
La versatilità di Ugo Gregoretti – regista di teatro, opera e tv, oltre che giornalista e scrittore – risale al suo esercizio di lettore bambino. E a ciò che leggeva. “Sa – dice l’ironico intellettuale romano – furoreggiavano negli anni Quaranta le enciclopedie per ragazzi. La mia si chiamava Il Tesoro, edita da quel monumento della divulgazione che era la Utet. Alle discipline più svariate che dovevano concorrere alla formazione dei giovani univa un’antologia letteraria. Lì ho imparato a conoscere le fiabe di tutto il mondo: Le Mille e una notte, quelle russe, tedesche e del resto dell’Occidente. Quel mondo favolistico mi nutriva. La mia amata Utet poi fornì agli adolescenti altre collane di letteratura classica distinta per età: dieci, undici, dodici anni. Erano riduzioni tanto efficaci e ben scritte che in molti casi hanno esaurito la mia voglia di leggere l’originale. Diciamo che si presentavano già compiute così”.
“fff” sono segni di dinamica della scrittura musicale che, in ogni partitura, indicano il “fortissimo”. Oggi sono invece il divertente logo del “Fast Forward Festival”, il primo Festival Internazionale di Teatro Musicale, ideato da Giorgio Battistelli, direttore artistico per il settore “contemporanea” del Teatro dell’Opera di Roma.
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Durerà dal 27 maggio al 9 giugno prossimi. Accanto ai rappresentanti delle principali istituzioni musicali della Capitale, sedeva – né poteva mancare – Marino Sinibaldi direttore di Rai Radio3, che della musica classica, fin dalla prima istituzione in Rai, ha favorito e garantito la massima diffusione, con registrazioni memorabili. Così anch’egli ha assistito ad un momento che si oserebbe definire storico. Per la prima volta, cinque fra le maggori istituzioni musicali e non, della nostra città – il Teatro dell’Opera sotto la sovrintendenza di Carlo Fuortes, l’Accademia di S.Cecilia presieduta da Michele Dall’Ongaro, il Teatro di Roma sotto la direzione di Antonio Calbi, l’Accademia di Francia di Villa Medici diretta da Muriel Mayette, e Musica per Roma con José Dosal amministratore delegato – si sono strette la mano ed hanno progettato insieme il neo Festival.
Alcune di esse fino a ieri erano concorrenti, o quanto meno si guardavano con diffidenza: oggi una inedita sinergia le ha unite in un unico abbraccio, tutte insieme appassionatamente. La musica ha vinto. Ecco cosa ha prodotto la crisi economica: non la dispersione dei mezzi e delle energie, ma una provvidenziale unione delle forze della cultura, a vantaggio della creatività e dell’arte. Viva le idee e viva gli uomini, che pur capaci di mali atroci e inimmaginabili, sono anche creatori e realizzatori della bellezza e dell’arte. Tuttto è partito dal Teatro dell’Opera, dove il M°Battistelli ha ideato il programma del Fast Forward Festival, dedicato alla musica d’arte contemporanea, che verrà eseguita in molti teatri della capitale perché ne sia ampliata la conoscenza, d’intesa e con la collaborazione delle sopradette istituzioni, artisti ed ensembles di oggi.
Il primo ad andare sul palco il 27 maggio all’Argentina sarà il tedesco Heiner Goebbels con l’Ensemble Modern di Francoforte per “Schwarz auf Weis”, poi il M° Sylvano Bussotti che in Auditorium presenterà una importante creazione, “La Passion selon Sade”, con i giovani del perfezionamento di S.Cecilia e di ‘Fabbrica’ dell’Opera. La musica gestuale di J.P. Drouet, “Vie de Famille”, sarà in scena all’India con l’Ensemble Aleph: e John Cage con “Empty Moves 1.2.3” e coreografia di A.Preljocaj andrà al Teatro Nazionale. “Blank out” di Michel van der Aa” passerà all’Auditoriun, col sostegno dell’Ambasciata d’Olanda, e su “Miroirs/Ravel” si cimenteranno cinque giovani compositori, secondo un progetto di Francesco Prode nel Teatro di Villa Torlonia.
Sol LeWitt con giovani esecutori inscenerà a Villa Medici “Inevitable Music #5”: indi sempre a Villa Medici, Lucia Ronchetti presenterà “Il suono e il gesto”, in prima esecuzione italiana. Penultimo: “Jean Pierre Drouet One Man Show” verrà presentato al Teatro India coi suoi sei compositori (fra cui Battistelli con un brano breve) e con Drouet alle percussoni, ed infine “Proserpina” del tedesco Wolfgang Rihm – in residence al Teatro dell’Opera – sarà eseguito dagli ensembles stessi del lirico romano. Ma Marino Sinibaldi poco ha ceduto all’euforia del momento: non ha assicurato la registrazione e la messa in onda di tutti i concerti, e si appresta a sostenere la lotta al momento, con i tecnici che debbono trasmettere partite e quant’altro. Alla fine però tutto andrà al meglio. Come i fatti dimostrano