Chi era davvero Faust? Un peccatore che fa il patto col diavolo e ne è beffato oppure un Uomo, con la u maiuscola nella sua stessa essenza che prevede la spontanea ambizione di raggiungere l’assoluto? Ci aiuta a rispondere, domani sera alle 21, una trasmissione in onda su Radio Vaticana da un’idea di Laura De Luca.
Enzo Biagi chiede a Pier Paolo Pasolini: “Che cos’è il successo?”. “Niente – risponde lui, seduto su una poltrona in uno studio televisivo, attorniato come un fenomeno da altri personaggi seduti – E’ l’altra faccia della persecuzione, è una cosa brutta per un uomo. Per esempio, trovare miei amici qui, in televisione. Una cosa brutta e falsa. La televisione è un medium di massa, non può che alienarci”. Incalza Biagi: “Lei qui però può dire tutto quel che vuole”. “No – replica – perché se lo facessi sarei accusato di vilipendio. E poi nel momento in cui mi ascoltano hanno come me un rapporto da inferiore a superiore. Parlare dal video è come parlare ex cathedra”.
Erano gli anni ‘60 e l’Italia viveva il boom economico. A Roma invece si affacciava un nuovo rinascimento, un fermento culturale e artistico che avrebbe influenzato fino alla Pop Art d’oltreoceano. E mente la Hollywood sul Tevere animava le notti sfrenate di Via Veneto a poca distanza a Piazza del Popolo un’intera generazione di artisti cresciuta e nutrita dall’aria di Roma si incontrava sui tavolini dei due bar Canova e Rosati e nelle gallerie d’arte delle strade adiacenti.
“Prove d’Orchestra”, la rassegna di grande musica di Rai Cultura mai abbastanza lodata, torna a proporre al proprio pubblico un nuovo format di otto lezioni di musica che parte da oggi, alle ore 21,15 su Rai 5, sotto la guida musicale e teorica del grande direttore d’orchestra Riccardo Muti.
Il film “Firenze e gli Uffizi 3D/4K viaggio nel cuore del Rinascimento” è la nuova produzione di Sky 3D, realizzata in collaborazione con Sky Arte HD. Il Gruppo Sugar è l’editore musicale della colonna sonora originale composta da Matteo Curallo.
Certamente oggi la vedremmo nei più noti salotti televisivi a parlare di arte e di pittura. Magari sarebbe responsabile di rubriche culturali all’interno di programmi come UnoMattina oppure Virus- il contagio delle idee. O ancora potremmo vederla difendere i diritti delle donne a coltivare le proprie potenzialità e affermarsi nella pittura. Stiamo parlando di Artemisia Gentileschi alla quale neppure il tempo ha reso giustizia, né a lei come persona né purtroppo alla sua arte. La sua condanna è stata l’essere nata donna con un’inclinazione indifferibile per la pittura, come il padre Orazio Gentilescchi (1563-1639), pittore toscano dell’età barocca, oggi su tutti i manuali di Storia dell’Arte (Artemisia lo è solo di striscio).
Oggi 17 ottobre alle 19,45 sintonizzatevi con Rai Radio 3, se ci tenete ad informarvi sui destini lontani e sulle più prossime sorti della musica classica in Italia. Sì, perché a guardar bene, chi ne esce con le ossa sempre più rotte non sono i giovani, non sono le istituzioni grandi e piccole, non sono le scuole (la ‘lamentatio’ sull’inesistenza di un insegnamento musicale nelle scuole superiori è comune a ogni strato sociale e molto forte): chi ne esce male, anzi sempre peggio, è l’Italia della politica, della burocrazia e dell’accademismo.
Questa sera alle ore 20, nella Casa Museo Scelsi in via di S.Teodoro 8 – quella dove visse e morì il grande compositore ligure Giacinto Scelsi (1905-88) e dove ha sede la Fondazione Isabella Scelsi – avrà luogo un raro incontro col compositore norvegese Lasse Thoresen, ripreso in diretta e trsmesso in live streaming da Radio CEMAT.
Iniziamo, da oggi, una serie di inchieste finalizzate a trovare nuove soluzioni per un migliore posizionamento della musica colta iun tv. Il genere, infatti, è tradizionalmente relegato a orari impossibili. Chiederemo ai più prestigiosi esponenti della cultura musicale, quali proposte potrebbero auspicare per avvicinare questa forma d’arte al grande pubblico generalista.
Il 12 ottobre 1960 il quotidiano “La Stampa” titolava a nove colonne in prima pagina: “Il ministro Scelba ha aperto la campagna elettorale in Tv”. E nell’occhiello: “Sette milioni di italiani davanti agli schermi”. E’ un documento importante. Perché non solo dà conto dell’avvio, sul piccolo schermo di un’epoca che appare lontana un secolo, delle Tribune Politiche.