Quest’anno, durante il Festival, ci saranno ogni sera sondaggi D’Oxa e la gara sarà seguita in diretta anche dalla BBC (Berlusconi, Bersani, Casini). Eccezionalmente saliranno sul palco dell’Ariston i politici. Roberto Maroni presenterà l’arrangiamento padano di “Montagne verdi” con Calderoli avvinto come l’edera al microfono. Renzo Bossi si esibirà in una versione rivisitata di “vado a vivere in campagna” e Rosy Bindi esordirà con un brano di Alfano-Buttiglione-Casini “Non sono Maddalena“. Super ospite d’onore l’aspirante Premier Mario Monti che dopo tanto silenzio si è lasciato andare a “Fiumi di parole”
Fu così che in una notte insonne, mentre mormorava affranta “il naufragar m’è dolce in questo mar”, Simona approdò a L’isola dei famosi. Sapeva che laggiù il magna-magna era solo un miraggio
Si dice che Giorgio Gori, produttore del reality, abbia rassicurato i concorrenti destinati ad abbandonare il gioco con queste parole: “te collocò la provvida Ventura infra gli eletti (alla nomination)”
Proprio sull’isola, Simona fotografò un singolare tipo di pecora reale argentina dal verso caratteristico: Beee- len che allora presentava un tatuaggio a Corona sul lato B.
Poi decise di volare alto in the Sky. E pronunciando la fatidica frase “Noi chiniam la fronte al massimo X Factor”, accettò persino un matrimonio “Morgan-atico
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E’ stato il primo reality show italiano. Nessuno a Canale 5 avrebbe scommesso su un successo durato, invece, dodici edizioni. Dopo un anno di pausa, dovrebbe tornare, rinnovato nei contenuti, il prossimo autunno
The Apprentice con Flavio Briatore giudice unico, ha rappresentato l’estenzione del genere nel mondo della finanza. E’ stato il primo business show italiano, in onda su Cielo lo scorso settembre
Come si diventa belli grazie alla tv è una delle ultime frontiere del reality che si occupa di make up e maquillage.
La prima volta che lessi quale motivazione spinse pochi temerari a organizzare il Festival di Sanremo, rimasi perplessa. “Promuovere la musica e valorizzare la canzone italiana attraverso un’operazione popolare all’insegna dei buoni sentimenti” mi rimandava allo slogan di un talent show. Invece era quello lo spirito che animava i primi organizzatori. Pensavo: “loro non potevano saperlo, ma stavano dando vita al primo talent show della storia della musica che avrebbe laureato, anno dopo anno, star di prima grandezza”. Era il 1951, la Tv sarebbe venuta solo dopo tre anni. Tentavo di immedesimarmi nell’ascoltatore dell’epoca che seguiva solo alla Radio le canzoni in gara. Invece ero, inevitabilmente, proiettata nella kermesse scintillante di suoni, colori, fiori, gossip, polemiche,ascolti stratosferici, alla quale ero abituata. E non potevo credere che i giornali dell’epoca si fossero completamente disinteressati all’evento, considerandolo un tentativo destinato a fallire. Mi guardavo intorno, in sala stampa, e vedevo centinaia di colleghi accreditati, provenienti da ogni parte del mondo, persino dalla Cina. Osservavo i loro volti attenti ad ogni minima dichiarazione di cantanti e conduttori, quasi fossero quelle di capi di Stato. No, l’atmosfera da preistoria anti-televisiva proprio era fuori dalla mia immaginazione.
Per me, che ho seguito quattordici edizioni del Festival come osservatore e critico, è difficile credere che la manifestazione sia nata nella mangiatoia buia della Radio. Pochi cantanti interpretavano più brani dinanzi a un microfono a colonna, nel salone del Casinò di Sanremo, neanche troppo affollato. Pensavo, invece, alla folla che oggi staziona per giorni davanti al teatro Ariston nell’attesa di veder passare i cantanti, carpire una foto, strappare un autografo. Quella folla spesso mi spaventava perchè, per entrare nella sala stampa, bisognava farsi largo a spintoni, suscitando l’ira dei presenti che mal sopportavano di far avanzare i soliti privilegiati. Bisogna stare attenti e custodire il prezioso “pass” che permette aii giornalisti di accedere nei “sacri templi”. Di solito lo nascondevo sotto il cappotto, per una sorta di pudore. E’ oggetto del desiderio, stra-invidiato, per l’inestimabile privilegio che concede. In quei momenti mi appariva distante anni luce l’innocente spettacolino di provincia dal quale iniziò il lungo, articolato e coinvolgente processo di trasformazione della piccola gara canora in una kermesse televisiva per la quale si lavora oramai tutto l’anno.