La ricerca spasmodica di consensi fra il pubblico influenza, talvolta, stili, linguaggi e contenuti dei programmi televisivi. Il giornalista, con occhio critico, deve saper scindere le varie situazioni. Non deve, perciò, rimanere invischiato, come una vittima disarmata, davanti alle critiche e discussioni create ad hoc. A lui il compito di comprendere la veridicità e la funzione dei vari scontri televisivi, come successo nei vari casi esposti in precedenza.
Il mese di aprile si avvia alla conclusione e, con esso, la stagione televisiva inizia a tirare le prime somme. Fra conferme, sorprese e flop, Rai e Mediaset sono già al lavoro per l’anno che verrà. Da amanti del piccolo schermo, è lecito aspettarsi stili e linguaggi innovativi, conditi da contenuti e conduttori all’altezza delle aspettative. E magari con un pizzico di volgarità, provocazione e trash in meno.
Lo scenario che viviamo è sempre più ricco di temi, linguaggi, tecniche, sfumature. Più che mai è importante non fermarsi alla spiegazione immediata, cercare di approfondire, tenere a mente che la complessità è la cifra della nostra epoca. Se trovi uno spiegazione facile, continua a cercare quella più difficile e farai un passo in più verso quello che cerchi.
Il mese di marzo in tv porta la firma inconfondibile del Commissario Montalbano. I due nuovi episodi andati in onda su Rai 1 – “Un covo di Vipere” e “Come vuole la prassi” – hanno superato i dieci milioni di telespettatori, numeri impensabili per la maggior parte delle fiction e delle serie tv in onda di questi tempi.
Anche il mese di febbraio è stato messo in cassaforte. La stagione televisiva entra nel vivo con il ritorno, su Rai 1, de “Il commissario Montalbano”, la serie italiana più venduta all’estero, e le conferme, date dagli indici di ascolto, dei programmi di Maria De Filippi, come dimostrano “Amici” e “C’è posta per te”. E proprio la regina di Canale 5 è stata la linea di congiunzione tra l’azienda di viale Mazzini e Mediaset.
Una slavina si abbatte drammaticamente sull’hotel Rigopiano causando, per inefficienza dei soccorsi, 29 vittime. Un fatto drammatico cavalcato incessantemente, dai contenitori di cronaca. E’ il primo evento che caratterizza il mese di gennaio 2017. Il secondo, fra trash e tv scollacciata, è l’arrivo della terza edizione targata Mediaset, de L’isola dei famosi. Due mondi televisivi agli antipodi che oggi vogliamo riproporvi mettendone in evidenza tutte le implicazioni.
Chissà che avrebbe pensato la cattolicissima Isabella di Castiglia, regina di Spagna se avesse potuto constatare il disfacimento della famiglia così come è rappresentata nelle fiction prodotte nelle sua terra. La penisola iberica che per secoli è stata considerata culla dei valori cattolici, nazione ligia ai dettami papali e al rispetto per la famiglia, oggi almeno nella fiction, ha cambiato radicalmente registro.
E propone al pubblico un universo fatto di parenti serpenti tra i quali spiccano amori discutibili, intrighi, segreti inconfessabili,passioni nascoste,omicidi, vendette, corsa spietata al facile denaro. Per non parlare dell’universo religioso che non riflette le regole essenziali alle quali i preti dovrebbero obbedire. E’ lunga la lista delle serie spagnole approdate in Italia e andate in onda sui canali Rai e Mediaset. Tra queste, Il segreto (apripista di successo), Senza identità. Il sospetto, Il Principe- Un amore impossibile, Il tempo del coraggio e dell’amore, tutte trasmesse da Canale 5. Su Rai1 è approdata Velvet seguita da Legàmi di provenienza portoghese.
Si è conclusa una stagione televisiva molto difficile e complessa, caratterizzata da una serie di novità: la parabola discendente dei talk show, il forte ridimensionamento degli ascolti dei programmi in prima serata, l’incremento della linea trash in alcuni dei contenitori tv e l’imperversare della cronaca nera. La qualità della programmazione ha segnato il passo a causa dell’eterna rincorsa agli ascolti che ha condizionato i contenuti.
Difficile, in un universo così compromesso, cercare le proposte migliori, i programmi eticamente corretti, gli appuntamenti rispettosi dei telespettatori e, soprattutto, dei minori. Difficile riuscire a intravedere, nei prodotti seriali e di fiction proposti, un messaggio positivo, un esempio edificante per le giovani generazioni. Il trend che caratterizza il racconto televisivo evidenzia, ancora una volta, i soliti stereotipi strappa- audience su quella antiquata e abusata rima che unisce amore e cuore tipica delle telenovelas.
La competizione tra i due maggiori poli televisivi, alla conquista dell’ultimo telespettatore, è stata dura, combattuta sullo stesso terreno e basata su un assioma discutibile: se un prodotto ha ottenuto un discreto successo su una rete, una produzione analoga assicura il medesimo risultato su una rete concorrente. I palinsesti sono stati così riempiti fino all’inverosimile di soap opera: dopo Il Segreto (un vero Re Mida per Canale 5) c’è stato un proliferare di serie analoghe: da Legami, su Rai1 (testata persino in prima serata con risultati disastrosi) a Velvet, sempre su Rai1, da Senza identità, andata in onda su Canale 5 lo scorso autunno, a Il sospetto, trasmesso sempre dalla rete leader di Cologno Monzese.
Troppi personaggi accettano di apparire in tv e di essere intervistati solo se hanno propri lavori da “promozionare”: CD, fiction, film, concerti, libri, spettacoli teatrali. Solo per tali eventi invadono i palinsesti e sono onnipresenti, rischiando anche di stancare il pubblico. Altrimenti si trincerano dietro un “non ho nulla da dire” se si prova a chiedere loro un’intervista o una partecipazione tv.
Ecco le norme che regolano la Deontologia del giornalista. Le trovate qui.
I giornalisti più famosi della tv? Eccoli.