Lunedì sera ritorna Montalbano: un semplice avvenimento televisivo o qualcosa di più?
A nostro avviso è qualcosa di più, anzi molto di più. Ciò è emerso con evidenza durante la conferenza stampa di presentazione nel salone degli arazzi della sede Rai di viale Mazzini a Roma.
Archiviata anche la seconda puntata di The Voice of Italy che ha registrato 3.077.000 spettatori con il 12,45% di share. Dati leggermente in calo, rispetto alla scorsa settimana, ma pur sempre di notevole rilievo. Ecco le nostre pagelle per la seconda serata delle “battle”. Saranno giudicati non solo i concorrenti di “The Voice”, ma anche l’operato dei coach e le loro scelte.
Belli, ricchi e dannati. Così le cronache amano definire i personaggi del mondo dello spettacolo che consumano la loro esistenza tra le luci della ribalta e le ombre oscure della loro vita privata. Una vita fatta di eccessi, di vizi spesso inconfessabili, di sfide all’ordine costituito e terribili dipendenze. A ricadere nella trappola, ancora una volta, nei giorni scorsi, è stato Morgan (al secolo Marco Castoldi), ex cantante dei Bluvertigo e noto giudice di “X- Factor”, ricoverato al San Gerardo di Monza in stato aggressivo e confusionale forse per abuso di farmaci. Ma la lista dei vip che vivono al di sopra delle regole è molto lunga.
Questa volta l’ennesima tragedia del mal di vivere non deve diventare un numero da aggiungere alla lista dei suicidi. Questa volta la tv deve contribuire seriamente a spiegare un dramma che ha radici profonde di disagio, di pudore, di disoccupazione, di vergogna, di dignità. Senza strumentalizzare la morte a fini d’audience.
The Voice of Italy è entra nella fase due: un ring, una canzone, due cantanti. Uno soltanto può proseguire. E spetta ai rispettivi coach stabilire chi abbia meritato il diritto di arrivare al live show. Ma come si sono comportati ieri sera i concorrenti sul palco di The Voice? E le decisioni dei coach sono state sempre condivisibili o condivise?
La vera sorpresa della programmazione pasquale è senza dubbio la constatazione che a fare il pieno d’Auditel sono state le trasmissioni religiose. La via Crucis del venerdì santo in primis. E’ la conferma che, ancora una volta, la figura di Papa Francesco domina i palinsesti e riscuote consensi da parte dell’audience.
Elisabetta Pauletti, ex programmista e regista Rai di trasmissioni tra cui Domenica in, racconta i grandi personaggi conosciuti, in una maniera intimista e differente dall’immagine pubblica a cui siamo abituati. Qui ci parla di Marisa Laurito la cui conduzione di Domenica in le apparve all’epoca “una ventata di euforica simpatia”.
Per una intera settimana in tv non si è parlato d’altro che dell’elezione di Papa Francesco al soglio pontificio. 24 ore su 24 dai Tg ai talk show,ogni programma ha cavalcato l’onda lunga dell’immediata simpatia suscitata dal nuovo Pontefice. Improvvisamente sono spariti il gossip, la cronaca e l’attualità. L’informazione è stata coniugata a senso unico.
E’ tornata Caterina Balivo. Dopo una lunga assenza la conduttrice partenopea gestisce il nuovo programma di Rai2 dal titolo Detto Fatto. L’appuntamento va in onda dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 16, in un orario molto affollato di proposte, anche da parte della stessa azienda di viale Mazzini. Diciamo, innanzitutto, che abbiamo ritrovato una padrona di casa molto più sicura, professionalmente preparata e persino più raffinata, non solo nella maniera di presentarsi e di vestirsi.
Il risultato dell’Auditel per la puntata di esordio, non è stato molto fausto. il 5,77% di share e 963mila spettatori. Cifre simili a quelle raccolte da Parliamone in famiglia, la trasmissione condotta da Lorena Bianchetti, ad ottobre del 2012, soppressa dopo solo un mese di messa in onda.
Un discorso a braccio che, trascritto, è di 1440 caratteri, ma che è stato soprattutto un eccezionale evento di comunicazione televisiva: questo è l’atto che ha aperto il pontificato di Papa Francesco. Un atto breve ma insieme così ricco, articolato e complesso da anticipare in sé il contenuto di un intero pontificato. Questo, naturalmente, lo verificheremo tra qualche anno. Ma già da ora dobbiamo capire meglio, ancora colpiti ma meno emozionati, passaggio dopo passaggio, il messaggio che ci è stato trasmesso e la scintilla che è scoccata
tra il popolo e il suo pastore.