Sono particolarmente soddisfatto, quest’anno, che il Premio Speciale Regia Televisiva sia stato assegnato al Concerto per l’Emilia. La serata evento, infatti, ha riunito su un solo palcoscenico, i più grandi artisti del mondo musicale, accomunati dalla solidarietà per le popolazioni colpite dal terremoto. Perchè il Premio Regia Televisiva, Oscar Tv sa parlare al pubblico anche attraverso la solidarietà, oltre che attraverso lo spettacolo.E lo ha dimostrato, dal 1961 anno in cui ne organizzai la prima edizione, fino ad oggi.
C’era una volta la domenica pomeriggio dedicata all’intrattenimento.Oggi, invece, spariti giochini, balletti, varietà, a far da padrone è la cronaca nera, con tutto il carico di curiosità morbosa e di sfruttamento delle disgrazie da parte di conduttori. Succede così che Domenica live cavalchi il dramma di Avetrana, ospitando in successivi collegamenti domenicali, il famigerato zio Michele che manovra i mass media a suo piacimento diventando, grazie a queste apparizioni, una sorta di personaggio, naturalmente negativo. I vari casi di morti ammazzati che hanno particolrmente interessato l’opiniome pubblica, sono affrontati con finto e ipocrita buonismo finalizzato solo a catturare audience.
All’indomani della prima puntata dell’attesisimo The Voice, l’Auditel assegna al talent show 3.376.000 spettatori con il 12,34% di share. Un risultato soddisfacente, per adesso, che deve essere convalidato nelle puntate successive. Intanto, abbiamo finalmente visto i quattro giudici in azione. Raffaella Carrà, Riccardo Cocciante, Noemi e Piero Pelù hanno fatto le loro prime scelte dei concorrenti durante le audizioni. E il pensiero non poteva non volare ai quattro “colleghi” di X Factor, Simona Ventura, Elio, Morgan e Arisa. Le differenze sono tante.Vediamo le più significative secondo noi. E analizziamo il comportamento di ognuno dei coach di The Voice of Italy.
Quel volo su Roma che ha riassunto in sé due millenni di storia! L’elicottero, bianco come la veste del Papa, ha unito visivamente il luogo dell’apogeo cristiano – la piazza di San Pietro – con il simbolo del martirio dei primi cristiani – il Colosseo – per approdare a Castel Gandolfo, luogo di pace, di riflessione, di preghiera. Nulla di più coerente con la definizione che Benedetto XVI ha dato di se stesso in questo suo nuovo momento di vita: “pellegrino”. Un pellegrinaggio di venti minuti, sotto i riflettori televisivi, che ha riepilogato tutta la storia della nostra civiltà.
Piovono repliche sui telespettatori che pagano il canone. Piovono durante tutta la settimana, nascoste nelle pieghe dei palinsesti in modo subdolo, ipocrita e scorretto. Non si è neppure spenta l’eco della pubblicità con cui la Rai quasi intimava agli utenti di pagare il canone che, senza vergogna, arriva l’ultima furbata da parte di Rai1. Dopo il grande successo di pubblico conquistato dalla fiction Volare con Beppe Fiorello nel ruolo di Domenico Modugno, viene riproposta un’altra miniserie di cui è sempre protagonista l’attore.
Ogni volta che in tv si entra in regime di “par condicio”, il telespettatore ha la sensazione di sentirsi trattato come un incapace non più in grado di discernere la verità dall’apparenza. Soprattutto capisce di essere considerato una persona fragile psicologicamente, in balia di qualsiasi evento e di qualunque dichiarazione fatta dai politici intervenuti a parlare. Inizia così la lunga fila delle proibizioni che spesso rendono ridicolo un programma. L’esempio più eclatante è Striscia la notizia: gli inviati non possono andare a parlare con i politici chiamati in causa per ottenere spiegazioni su disastri, sprechi, insolvenze documentati dal tg satirico di Antonio Ricci. Quindi devono solo esporre il problema, senza che ci sia la possibilità, da parte degli spettatori, di sapere cosa è accaduto da chi il problema dovrebbe risolverlo.
Ricordate, per caso, quanti “venerdì” ha il Festival di Sanremo? In altre parole, da quanto tempo è stata inventata la serata del venerdì sera dedicata quasi sempre a tematiche amarcord? La storia è abbastanza recente, legata alla necessità della tv pubblica di allungare la kermesse canora per motivi pubblicitari, più che di audience. Vediamo, allora, cosa è accaduto negli anni, fino ad arrivare all’ultimo venerdì dell’ amarcord, quando, con scaletta musicale mutuata dai “Migliori anni” di Carlo Conti, il Festival è divenuto autoreferenziale e ha celebrato la sua storia.
E’ già tempo di bilanci per la 63esima edizione del Festival di Sanremo che questa sera incorona il vincitore o la vincitrice. E’ stato sicuramente il festival delle defezioni. Lunga, infatti, la lista degli “assenti” dell’ultimo momento: da Daniel Baremboim a Carlo Verdone fino a I Ricchi e Poveri la cui partecipazione, durante la prima serata, è stata cancellata per il grave lutto che ha colpito Franco Gatti. Sembrava finita qui, e invece anche qualche “sostituto” ha dato forfait.
Superata l’ emozione della prima esibizione, i 14 Big, durante la terza serata, hanno riproposto le proprie canzoni regalandoci l’ impressione di poterle già canticchiare. Sanremo però non è solo musica è anche moda, spettacolo, immagine… elementi che contribuiscono sempre ad accrescere la curiosità del pubblico. Soprattutto quando nel mirino degli esperti di look ci sono proprio i protagonisti della kermesse.E allora diamo uno sguardo attento a come i Campioni si sono presentati, nella terza serata, sul palcoscenico del teatro Ariston.
Simona Molinari. E’ la prima ad esibirsi, accolta da Luciana Littizzetto con un “porca miseria,hai messo la prima cosa che hai trovato a casa!” Elegante, lo è davvero, in fucsia lungo e spalle nude, gioiello al collo intonato a cintura, veste con disinvoltura i panni della diva. Mix perfetto di swing e bellezza.
Marco Mengoni. Raffinato, in color mattone, tono su tono, stasera più rilassato con ciuffettino cascante. Originale ed Essenziale.
Elio e le Storie Tese. Dopo la performance in abito da chierichetto Elio si presenta imbottito di gomma piuma, versione Dea Kalì con fronte spaziosa “come i Romulani di Star Trek”. Geniali , of course
Malika Ayane. In nero e in lungo anche stasera, sfoggia un biondo slavo e teatrali gestualità. Tatuaggio invasivo.
Marta sui Tubi. Rocchettari e indipendenti ci aspettavamo un look più alternativo ma Carmelo (voce del gruppo) si presenta con la coppola. In linea con la pastorizia?
Chiara Galiazzo. Le possono far cantare di tutto …anche l’elenco telefonico ma stilista e parrucchiere vanno assolutamente cambiati. Impacciata nei suoi panni. Era meglio il cappottino a scacchi indossato a XFactor6
Max Gazzè. Eccentrico e naturalmente teatrale con trucco e smalto nero sulle unghie.Contaminazioni balcaniche anche nell’ abbigliamento. Stiloso
Annalisa Scarrone. Ottima presenza scenica, in armonia con ciò che canta. Semplicemente Pop.
Maria Nazionale. Il vestito fucsia della prima serata la infagottava ingiustamente. Meglio coi pantaloni. Decoltè generoso. Nu Babà
Simone Cristicchi. Sembra appena uscito dalla galleria del vento. O da un esperimento da laboratorio. Oppure ha solo infilato le dita nella presa. Fate voi!
Modà. Le ragazze oggigiorno non seguono più la moda ma il Modà (Checco, naturalmente). Classico, come e con il velluto
Daniele Silvestri. Look estetico rinnovato. Grigio è bello ma lui è Evergreen
Almamegretta. Look da rabbino per Raiz . Coinvolgente e magnetico. New Moni Ovadia
Raphael Gualazzi. Bravo è bravo e sarebbe anche giovane se non insistessero a vestirlo come uno chansonnier francese degli anni 60. Assomiglia a Conte ma non ha la sua età.
La giacca di velluto d’indefinibile sfumatura che veste Vincenzo Mollica a fine Tg1 (collegamento mononota, tanto per usare il magnifico Elio) è il barometro del festival. Finché non cambia, e per ora sempre quella si è vista, la speranza di una bora che spazzi l’Ariston portandosi via la persistente muffa di un niente, s’infrange sconsolata sul lungomare della riviera. Ne avrà almeno due di giacche nell’armadio, no? Faccia un colpo di testa, signor Mollica. Provi l’ebbrezza di un colore forte addosso.