Il ritorno di The Voice of Italy su Rai 2 è stato caratterizzato da una serie di novità. Non solo nel format ma soprattutto nella confezione del talent show. La prima puntata andata in onda giovedì 22 marzo ha mostrato subito i limiti della nuova conduzione. Costantino della Gherardesca vi ha voluto introdurre il suo troppo scontato sens of humour con la presuntuosa certezza che avrebbe giovato al programma..
La prima puntata della serie Il Cacciatore andata in onda su Rai 2 mercoledì 14 marzo, ha subito dimostrato le ambizioni di una storia tutta italiana girata però con un respiro internazionale.
Il film TV “La mossa del cavallo – c’era una volta Vigata” andato in onda su Rai 1 lunedì 26 febbraio, richiama, fin dalle prime immagini, le atmosfere caratteristiche de Il Commissario Montalbano. La vicenda raccontata, soprattutto nella seconda parte, è incentrata su un delitto di cui viene accusato un innocente, lo stesso protagonista Giovanni Bovara, interpretato da Michele Riondino.
Tre parodie inedite sono state presentate nella prima puntata del nuovo ciclo di Fratelli di Crozza. Annunciate con largo anticipo hanno preparato i telespettatori al ritorno dell’appuntamento satirico con il comico genovese.
Il taglio della miniserie è sicuramente televisivo. Portarla prima sul grande schermo è stata un’operazione azzardata per due motivi: il primo è che Rai Fiction ha trasformato il biopic in una sorta di lungometraggio nel quale le canzoni dell’artista hanno rappresentato il leitmotiv di tutto il racconto. Il secondo è che Luca Marinelli ha avuto, solo approssimativamente, la forza professionale di calarsi nel personaggio di Fabrizio De André.
Il primo tv movie del nuovo ciclo de Il Commissario Montalbano ha riportato i telespettatori nelle atmosfere di una Sicilia quasi letteraria dove la luce è protagonista essenziale. Grazie alla regia di Alberto Sironi che ha firmato tutti i tv movie andati in onda, anche “La giostra degli scambi“, trasmesso lunedì 12 febbraio in prima serata su Rai1, ha rispettato la liturgia di una fiction entrata nell’immaginario collettivo dei telespettatori.
Sanremo 2018 si è concluso così come si era aperto: con l’intervento di Rosario Fiorello.Questa volta, nella serata conclusiva, lo show man si è collegato telefonicamente proprio durante la presenza sul palcoscenico di Laura Pausini. La cantante, che avrebbe dovuto partecipare come ospite martedì 6 febbraio, è stata impedita da una laringite. Ed è arrivata per i saluti finali. Immancabile il duetto con il conduttore, direttore artistico e factotum Claudio Baglioni.
Alla quarta serata, forti del risultato d’ascolto, i tre condottieri di Sanremo 2018, hanno accantonato le “ingessature” dei giorni scorsi e si sono concesse performaces che avrebbero dovuto essere goliardiche. Michelle Hunziker si è presentata addirittura in un abito floreale, a forma di bouquet che faceva pensare ad Heidi ed alle caprette che fanno ciao più che ai fiori di Sanremo. Ed è apparsa in una serie di “quadri spettacolari” nei quali si è trasformata, indossando abiti diversi e scendendo dalla prestigiosa scala dell’Ariston come una sovrana. Solo che qualche abito troppo ingombrante e goffo per la sua figura l’ha fatta somigliare ad Antonella Clerici ed alle sue mise surreali.
Doveva essere una puntata all’insegna di sorprese che, in effetti, ci sono state. Ma non sempre si sono rivelate di spessore. La prima si è materializzata con l’arrivo di Virginia Raffaele sul palcoscenico. Un intervento rivelatosi banale e scontato. Uno dei più brutti. Niente maschere per la comica, solo un’ironia che ha spaziato su due fronti, in particolare. Da una parte è stato preso di mira Claudio Baglioni, definito oramai un direttore “anziano” che dalla Rai ha ottenuto il Festival e da Mediaset la badante svizzera (la Hunziker). Poi la Raffaele ha sfiorato la satira politica parlando di un leader presente in sala (Matteo Salvini) che dopo tre edizioni condotte da un “nero” non ha voluto perdersi quella attuale.
La seconda serata del Festival è sempre la più difficile e la più incerta. Dovrebbe confermare il trend dell’esordio ma risente inevitabilmente di un calo fisiologico di qualità e di quantità. Non è sfuggito alla tradizione neppure Carlo Conti nei suoi tre anni di regno. Quest’anno in più, c’è stato l’elemento scatenante della presenza di Fiorello che ha trascinato il kick off festivaliero.