La sensazione è che il racconto voglia abbracciare i problemi di tutte le generazioni. Grandi e piccoli, scuola e famiglia, amori adolescenziali e maturi uniti in una sceneggiatura che pretende a tutti i costi di apparire esaustiva.
Maurizio Crozza è tornato su La7 con la nuova edizione di Crozza nel paese delle meraviglie. Ha ripreso la sua collocazione nel prime time del venerdì. Il primo personaggio nel quale si è calato è stato il neo Premier Matteo Renzi.
Sembrava una slow fiction: i ritmi apparivano quasi al rallentatore e non invogliavano gli spettatori a seguire le vicende. Stiamo parlando della miniserie Il giudice meschino, di cui è andata in onda la prima puntata su Rai 1, lunedì 3 marzo.
Prima puntata del nuovo programma di Enrico Brignano: le aspettative si sono infrante contro uno schema poco televisivo, nonostante alcuni segmenti spettacolari con grandi ospiti.
Il maestro Alberto Manzi è un personaggio che il pubblico meno giovane ha amato molto nel periodo in cui moltissimi italiani non sapevano leggere e scrivere. Ricordarne la figura nell’anno della celebrazione del sessantesimo compleanno della tv, è apparsa un’operazione condividibile. Ma fino ad un certo punto.
Conclusa anche la quinta serata della 64esima edizione del festival di Sanremo. Il bilancio è in linea con le puntate precedenti: formula stantia, fin troppo usata, abusata, usurata. La kermesse dalle grandi aspettative chiude i battenti in un’atmosfera di delusione e con ascolti al di sotto delle previsioni per la rete leader di viale Mazzini.
Archiviata anche la quarta serata della 64esima edizione del Festival di Sanremo. Il titolo dato alla puntata “Sanremo Club” faceva sperare in un rendez vous con più ritmo.
Ha un nome il salvatore delle terza serata del festival di Sanremo: Renzo Arbore. Il segmento spettacolare del quale il grande show man è stato protagonista ha risvegliato immediatamente gli animi sopiti e sonnacchiosi dei telespettatori. Una sferzata di energia, una iniezione di vitalità in una kermesse che si spegneva lentamente e diventava sempre più insopportabile.
Nonostante gli “aggiustamenti”, il più veloce susseguirsi dei cantanti in gara, l’alternanza programmata degli ospiti, la seconda serata dell’attuale edizione del Festival di Sanremo non ha convinto. Vi si respirava un’atmosfera di dejà vu, quasi di vecchio e di stantio che non è stata riscattata dai guizzi, leggermente meno volgari di Luciana Littizzetto.
Un esordio consumato tra la contestazione iniziale che ha bloccato il monologo paternalistico di Fabio Fazio, le pretese canterine e artistiche di Fabio Fazio, le battute a doppio senso della Littizzetto, le infinite pause pubblicitarie, il play back di Raffaella Carrà. E il sipario che non si apriva nei primi minuti: evento che Fazio ha cercato di non far notare. Queste le sensazioni suscitate dalla prima serata del festival di Sanremo 2014.