Barabba è la miniserie in onda lunedì 1 e martedì 2 aprile in prima serata su Rai1. Nella parte del protagonista, c’è Billy Zane che i romantici del film Titanic ricordano come il fidanzato di Kate Winslet. Cristiana Capotondi e Anna Valle fanno parte del nutrito cast italiano nel quale c’è anche Matteo Branciamore che interpreta Giuda Iscariota. Abbiamo visto la miniserie in anteprima.
Gazebo va in onda domenica sera, alle 23,40, su Rai3. iIl programma condotto da Diego Bianchi, in arte Zoro, vuole proporre uno sguardo alternativo sui principali fatti della politica e non solo. Della trasmissione, in video dallo scorso 3 marzo, sono previste dodici puntate.
La 53esima edizione del Premio Regia Televisiva ha chiuso i battenti consegnando a Rai1 il tradizionale pieno d’ascolti: 4.643.000 spettatori e il 18,56% di share. Come sempre, nella lunga diretta-registrata, (lo show non è andato in onda lo scorso 13 marzo, a causa dell’elezione del Pontefice) sono state premiate le migliori dieci trasmissioni dell’anno, assegnati i riconoscimenti ai personaggi maschili e femminili, incoronata la miglior trasmissione secondo il televoto, smistati i premi speciali e straordinari. Ma, da alcuni anni, la manifestazione sta evidenziando una situazione televisiva particolare sulla quale bisogna necessariamente riflettere: il piccolo schermo non ha più alcuna vitalità, i programmi in circolazione sono sempre gli stessi, regna la paura, da parte degli autori e dei responsabili di rete, di cambiare registro per il timore di perdere ascolti.
Abbiamo visto la fiction “Trilussa, storia di amore e di poesia”. La vera grande interpretazione , nella miniserie in due puntate, in onda l’11 e il 12 marzo, è quella della città di Roma. Attrice perfetta e onnipresente, la città recita la sua parte dell’inizio alla fine con maestosità e commovente partecipazione.La Capitale, infatti, è grande protagonista della fiction. La Roma, vista nei suoi vicoli caratteristici fortunatamente ancora integri, tra stradine e trattorie, desta nel telespettatore italiano la sensazione malinconica di un mondo che, fortunatamente, sotto molti aspetti, solo in parte è perduto.
La puntata di Domenica live, del tre marzo ha riproposto una lunga intervista a Michele Misseri. La conduttrice era in collegamento con il famigerato “zio Michele” e gli ha fornito la possibilità di sviscerare l’ennesima versione dei fatti su quanto sta emergendo dal processo in corso per l’uccisione della piccola Sara Scazzi. Il telespettatore si è trovato di fronte ad una vera e propria sorpresa da parte del contenitore di Canale 5. Domenica live ha fatto una scelta che la dice lunga su quanto la rete consideri importante la corsa agli ascolti. In nome dell’Auditel si è accantonata qualsiasi considerazione di ordine etico e morale.
Finalmente una trasmissione dedicata interamente alla strage di donne, meglio nota come “Femminicidio“. Finalmente un’inchiesta precisa e dettagliata che ha attraversato tutta l’Italia, senza falsi sensazionalismi, ma col senso del rigore e della puntigliosa ricostruzione dei fatti. E’ stato possibile grazie alla puntata recente di Report. Riccado Iacona, domenica sera, ha mostrato la realtà nuda e cruda, il dramma che sta decimando donne giovanissime per mano di compagni, amanti, mariti, ex mariti, fidanzati, ex fidanzati. Un esercito di uomini armati ha letteralmente colpito al cuore donne indifese, colpevoli soltanto di non essersi ribellate in tempo utile per salvarsi la vita
Arriva questa sera su Rai1 la fiction Volare che racconta la vita personale e professionale di Domenico Modugno. Nel ruolo del cantautore pugliese c’è Beppe Fiorello. La miniserie, in due puntate, si conclude domani sera con la vittoria di Modugno al Festival di Sanremo del 1958, proprio con il motivo Volare. Abbiamo visto in anteprima la fiction e vi raccontiamo le nostre impressioni.
Calato il sipario sulla 63esima edizione del Festival di Sanremo, consegnato il vincitore Marco Mengoni, alla storia della kermesse, è tempo di consuntivi e di riflessioni. Innanzitutto: il coro osannante che si è levato da ogni parte all’indirizzo dei conduttori e dell’organizzazione, mette in evidenza un’unica nota stonata, la performance di Maurizio Crozza nella prima serata. Tutto il resto è stato magnifico, innavativo, popolar chic, rivoluzionario nella tradizione. Sarà proprio così?
Esecuzioni spesso discutibili, siparietti oramai obsoleti tra Fazio e la Littizzetto, ruolo quasi marginale, a livello spettacolare della Giuria di qualità. E tempi morti che, venerdì si sono troppo allungati, con scelte sbagliate di posizionamenti in scaletta. Questa in sintesi, la sensazione scaturita dalla quarta serata de 63esimo Festival di Sanremo, nonostante i dati di ascolto che assegnano al venerdì festivaliero 11.538mila spettatori e il 48,17% di share.
Salvo qualche guizzo, tutto il resto è noia. Questo il giudizio sulla seconda serata del Festival di Sanremo. I guizzi sono stati rappresentti da pochi momenti spettacolari tra cui la partecipazione di Asaf Avidam e l’esibizione di Elio e Le Storie Tese. Ha deluso la presenza della modella israeliana Bar Refaeli che ha battuto tre colpi su una batteria, ha cambiato un paio di abiti, ha pronunciato qualche parola, sfoggiando splendidi ma costosi sorrisi. Per non parlare di Carla Bruni.