La prima serata della 63esima edizione del Festival ha conquistato il 48,3%di share. La media tra la prima e la seconda parte è stata di di 12.969mila spettatori. Un risultato in linea che le ultime edizioni, gratificato da una totale assenza di controprogrammazione da parte di Mediaset e La7. Al risultato hanno contribuito anche la discreta qualità delle canzoni e la curiosità della contestazione a Maurizio Crozza. Ma sono stati compiuti molti errori di valutazione nella serata d’esordio. Ecco quali sono a nostro parere. Il primo errore consiste nella sbagliata scansione dei tempi che si sono prolungati all’infinito, rendendo troppo spesso noiosa la serata e mettendo in secondo piano le canzoni. Il secondo, drammatico, errore, lo ha fatto Maurizio Crozza la cui vena satirica è distante anni luce dalla visione tradizionalista e provinciale dei telespettatori che seguono il festival. Tutto questo avrebbero dovuto comprenderlo sia Fazio e la Littizzetto, sia l’entourage festivaliero, sia lo stesso Crozza, sia, non ultimo, il direttore di Rai1 Giancarlo Leone.
L’elemento interessante di Italia domanda dovrebbe essere il confronto dialettico tra i candidati. Come accade in qualsiasi programma in cui vengono invitati i partecipanti di differenti schieramenti politici. Invece la trasmissione voluta da Mediaset e in onda su Canale 5, in occasione delle elezioni, non è riuscita a conquistare le simpatie del pubblico. E non parliamo solo degli indici di ascolto. Sono i contenuti e le atmosfere del talk show che non riescono a interessare il telespettatore e limitano il coinvolgimento della platea televisiva.
Il fine vuol essere positivo: raccontare storie di ragazzi che cercano il riscatto dalla propria condizione attraverso la musica impegnata. Poichè la vicenda raccontata in “Tutta la musica del cuore” è ambientata in un piccolo paese del Sud, identificabile con Monopoli, la speranza della vigilia sembrava fondata: finalmente, la fiction Rai riesce a dare un valido contributo alle realtà meridionali, trattandole al di fuori dei soliti stereotipi di camorra e malaffare. Invece non è andata così, nonostante il buon risultato d’audience agguantato dopo la prima puntata: 5.777mila spettatori e il 20,78% di share. Già dalla seconda c’è stato un leggero calo di share, il 20,02% con il medesimo numero di seguaci.
Diciamo subito che Extreme make over home edition, si districa tra bontà e buonismo, cercando di non cadere nella retorica di mestiere e nel solito sfruttamento dei sentimenti. Il format americano del programma, adattato per il pubblico italiano di Canale 5, è condotto da Alessia Marcuzzi ma richiama atmosfere televisive già viste. Intanto ci sono molti chiari riferimenti alla trasmissione “Il treno dei desideri” gestita anni fa da Antonella Clerici su Rai1.
Arrivata in video a distanza di un anno e mezzo dalla conclusione delle riprese, la serie Il clan dei camorristi è destinata a far discutere. Otto le puntate in programma, il venerdì su Canale 5. Il protagonista, Stefano Accorsi, nel ruolo di un magistrato anti-camorra, torna alla fiction dopo circa dieci anni. Accanto a lui l’attore Giuseppe Zeno, nel ruolo del capo clan. Abbiamo visto in anteprima l’episodio d’esordio.Ve la raccontiamo con le nostre osservazioni.
Wild, sottotitolo oltrenatura, è ancora in video. Su Italia 1 con la conduzione di Fiammetta Cicogna. L’appuntamento con il lato “selvaggio” della natura e con documenti singolari provenienti da tutto il mondo, è fissato al martedì in prima serata sulla più giovane rete Mediaset. Più che una conduttrice, Fiammetta Cicogna vuole accreditarsi come un’esploratrice. Quest’anno si è fatta inviare nei luoghi più impervi, sconosciuti e selvaggi del pianeta alle prese con ogni specie di difficoltà.
Lo spettacolo c’è stato, grazie ad una serie di ospiti che hanno cantato e recitato la grande storia musicale di Giorgio Gaber, scomparso nel gennaio di dieci anni fa. La puntata speciale di Che tempo che fa dedicata al grande cantautore è stata gestita da Fabio Fazio che, nel grande coro generale, appariva come l’unica voce meno credibile. .Per una serie di ragioni.
La prima sfida del 2013 tra il sabato sera di Rai1 e quello di Canale 5 ha il suo vincitore annunciato: Italia’s got talent. Lo show, con la premiata ditta di giudici De Filippi- Scotti- Zerbi, si scontrava con la nuova edizione de I migliori anni-Canzonissima affidata a Carlo Conti, colonna portante di Rai1. L’Auditel premia, in sintonia con le previsioni della vigilia, il programma di Canale 5 con il 28,10% di share e 6.476.000 spettatori. A Carlo Conti va il 21,13% di share e 4.896.000 spettatori: risultato comunque dignitoso.
Canale 5 gioca la sua nuova scommessa: Teresa Mannino e Michele Foresta alla conduzione della nuova edizione di Zelig, tornata a chiamarsi Zelig Circus. La prima puntata andata in onda lunedì 14 gennaio ha evidenziato che il tanto invocato rinnovamento della formula e dei contenuti non c’è ancora. E i due nuovi padroni di casa non riescono a gestire con autorevolezza lo show. Dopo l’abbandono di Claudio Bisio, lo scorso anno, gli autori avevano promesso una svolta in sintonia con i mutamenti dei gusti televisivi e della società. Invece Zelig Circus sembra aver tolto dalla naftalina molti vestiti usati con la pretesa di farli tornare come nuovi e di indossarli per una festa.
I servizi e le inchieste de Le Iene hanno la validità di sempre: puntuali, completi, utili, spesso sconvolgenti per le dure realtà sociali e il malaffare su cui indagano. Lo stesso non può dirsi per i nuovi conduttori. In questa edizione 2013, accanto a Ilary Blasi, riconfermata come conduttrice, ci sono quest’anno Teo Mammucari e la Gialappa’s band i cui componenti parlano con voci fuori campo, come è consuetudine. Una novità che sembra non aver suscitato molti entusiasmi. Da quando sono andati via Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, il programma non ha ancora ritrovato un nuovo assetto.