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Quanto è importante portare sul piccolo schermo, in prima serata, una protagonista come la sua?
Tantissimo. Intanto è una grande responsabilità, poi è anche un piacere e una sfida che capita raramente. Raccontare una donna coraggiosa che si batte per la sua terra, per cambiare qualcosa in una terra soffocata da meccanismi mafiosi, mi sembra una ventata di speranza, di ossigeno, anche per chi lo guarda. E poi, comunque, è una storia che mostra anche tante sfaccettature di un piccolo paese che può benissimo rappresentare l’attualità della nostra Italia.
A una settimana da Sotto Copertura, visto il successo di ascolti della miniserie, sentite il peso del confronto?
Io non ragiono in questo modo. A parte che guardo pochissima televisione, per cui non ho proprio questa cosa della competizione.
Sono felice di aver lavorato in un bel progetto, c’è stata una bella energia, si è lavorato benissimo, è una bella storia; per il resto, vediamo cosa dice il pubblico.
Come ci si prepara per affrontare un personaggio del genere?
Documentandosi e appassionandosi.
Anche lei, come gli autori, ha conosciuto qualche donna sindaco del sud?
Di persona no. Però, documentandomi, ho scoperto delle donne che sarebbe veramente bello se si conoscessero di più. Io sono dovuta andare a cercare informazioni, invece sarebbe un esempio di grande speranza per i cittadini.
Ci anticipa qualche progetto futuro?
No, mi preparo senza svelare nulla.
Progetto televisivo o cinematografico?
Cinema.