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“La serie dei record, dei successi che non nascono per caso”: così si apre la conferenza stampa de “Il commissario Montalbano“. Merito di Camilleri, del cast, di Rai Fiction e del produttore, per una serie amata in Italia e apprezzata anche all’estero. Lunedì 27 febbraio va in onda il primo episodio della nuova stagione.
T. Andreatta, direttore di Rai Fiction: “Montalbano è andato in onda per la prima volta nel 1999. 18 anni che accompagna la storia della fiction in Rai. E’ una grande emozione, perché Montalbano rimane il più grande evento della televisione italiana. Siamo arrivati a 32 film, l’ultima edizione aveva raggiunto dei risultati straordinari e con le varie repliche questi 30 film del passato hanno coperto più di 140 collocazioni in prime time. Questo successo di raggiungere l’estero deriva dalla capacità di parlare di umanità in un contesto caratteristico e locale. PErché la nostra ricchezza è quello di saper raccontare il nostro Paese, la sua unicità. E’ un prodotto che è diventato un classico, un prodotto che è destinato a rimanere. Sono i film più belli di tutta la collezione perché la capacità è quella di crescere, di indagare la natura umana. Questi due racconti scendono nell’animo umano, la sua capacità di ferire e di fare male. Sono storie in cui si scava e che raccontano le ombre dell’animo umano”.
Presenti anche i rappresentanti della Polizia di Stato.
Carlo Degli Esposti, della Palomar: “Mi dimisi da Cinecittà perché odio la privatizzazione. Questo è il prodotto più local che ci sia, è la produzione televisiva più globale perché in tanti paesi è un best seller. La forza di Camilleri è stata quella di tenere una squadra unita. Sono passati 20 anni, noi abbiamo tenuto ferma una squadra che è diventata una famiglia, nessuno ha mai pensato di essere indispensabile. E’ stata una bellissima costruzione di un gruppo, con un’Italia che andava in senso contrario. Questo per me vale una vita”.
Luca Zingaretti, ovvero il commissario Montalbano: “Quello che è un classico nella vita, nel teatro, che racconta un’emozione, un brivido. Il commissario Montalbanoo, grazie a Camilleri, che non ha scritto un giallo, è un qualcosa che è sempre valido. Abbiamo formato una squadra di lavoro eccezionale, tutti, anche quelli che lavorano dietro duramente, costumi, scene, luci, la Sicilia. Siamo ancora qua non per caso ma perché abbiamo continuato a parlare al cuore della gente. E’ importante per me riflettere sul fatto che ci siamo seduti e abbiamo incrementato. Quando abbiamo cominciato noi era impensabile sbancare altri mercati, come quello anglosassone. Ci tengo a dirlo perché penso di essere un attore curioso, che ha voglia di cambiare personaggio continuamente, al cinema, in teatro, penso però di avere la fortuna di seguire un personaggio con una squadra di lavoro unita. Siamo qua a raccontarlo, non dipende da noi, penso che fino a che io mi continuerò a divertire, continuerò ad andare a trovare il mio amico ogni 2 anni, 2 anni e mezzo. Son felice di imbarcare sempre nuovi amici. Spero che il pubblico apprezzi questa nuova avventura”.
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Max Gusberti: “Voglio sottolineare come vi è qualcosa di nuovo in questi 2 film. Siamo grati a Camilleri che si diverte ancora a giocare con Montalbano. Ci regala personaggi con un grande spessore tragico, che si riflette nel corpo della storia e nell’interpretazione. L’elemento di novità di T. Andreatta sarà riscontrabile nel pubblico, in quanto in questo giallo alcune delle caratteristiche che affascinano il pubblico si potranno ritrovare. Nella solitudine dei Montalbano irrrompono le vite degli altri. Montalbano è affascinato da questo mistero, ricostruisce, indaga, ripercorre i percorsi di vita. C’è un momento in cui Montalbano ha quasi paura di vedere. E poi procede fino a ricostruire ciò che è avvenuto. Ma lo fa sempre con una pietas particolare con una sensibilità forte, con grande attenzione al dolore delle vittime. Un Montalbano che ha sempre un compianto per lo spreco della vita, continua la sua indagine, anche se sa che quando interviene tutto è accaduto. E’ portatore di unì’idea alta della giustizia. Montalbano prima di essere un personaggio è un uomo”.
Sonia Bergamasco, che interpreta Livia: “Mi ritrovo il set di attori splendidi, il gruppo di lavoro forte che mi ha chiamato ad entrare nel gioco l’anno scorso. Sono curiosissima di vedere questi due episodi. Lascio parlare i miei colleghi”.
Prende la parola Cesare Bocci, Mimì nei film: “Il rapporto con Montalbano è di grande stima. Volevo salutare Alberto (Sironi, il regista, ndr) per l’entusiasmo che ci trasmette, perché è un ragazzo di qualche anno si è preso l’influenza”.
Peppino Mazzotta, nel ruolo di Giuseppe Fazio: “La crescita del personaggio va di pari passo con la mia. C’è una crescita, nel mio caso è inconscia, inconsapevole, si cerca di rispettare le parole di Andrea (Camilleri, ndr). La gratitudine va a lui e Luca, a Cesare, ad Angelo. Siamo come parenti, c’è amore incondizionato”.
Catarella è interpretato da Angelo Russo: “Cerco di migliorare l’intelligenza ma non ci riesco. Io ringrazio tutti Peppino, Cesare, Luca e tutta la squadra che ancora mi accetta. Grazie alla Polizia di Stato”.
La new entry di quest’anno è Valentina Lodovini: “Sono stata privilegiata. Già in generale di poter far parte di Montalbano, lo dico da cittadina, da spettatrice, è letteratura e tv di qualità, è diventata patrimonio del paese, non solo per gli italiani. E’ un’eccezione, si sottolinea, forse tanto. E’ tra i personaggi femminili più sfaccettati più raccontati. RIngrazio, da spettatrice, queste storie che fanno parte della società, si tende a fare finta di nulla, c’è stato il coraggio di portarlo in scena senza giudizio. Grazie a tutti”.
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Zingaretti aggiunge: “Mi è capitato che i colleghi che vanno all’estero, mi mandano il Montalbano del Kigikistan. Il fatto è che Camilleri ha costruito questo personaggio che caccia via dal suo letto queste donne meravigliose. Mi è capitato di lavorare con colleghe belle e brave, ti misuri con attrici che portano sensualità e femminiltà. Per un attore avere la possibilità di interpretare un certo tipo di relazioni è una grande goduria professionale”.
E ancora: “Montalbano ha ispirato molte cose. Ha ispirato tanti autori, tanti registi. La letteratura è un genere più alto della televisione. Non è detto che da un buon romanzo esca fuori una buona fiction. Va fatto un lavoro, serio, non puoi adattare il racconto a quello che vuoi tu. Io so che questi prodotti sono meravigliosi, complimenti a chi ci ha lavorato”.
Sulla sceneggiatura, il lavoro è stato uno dei più complicati realizzati finora. Si è dovuto rispettare tante esigenze per la natura complessa del lavoro, ma il momento più emozionante è la lettura dei copioni di Camilleri.
“Dopo 6 mesi di provini in cui il gruppo dei pretendenti si assottigliava, chiamai Andrea, ma non perché facesse intercessioni. Carlo (Degli Esposti, ndr) aveva imposto che questa serie andasse su Rai 2. Ci fece girare in 10 mesi con dei costi assurdi. Io lo dico perché quella fu una scelta fondamentale perché stare in Sicilia a girare questo tipo di storie aggiunge un plus importante. Si sentono odori, si vede il mare. Abbiamo assaporato il rosmarino, la lavanda”, aggiunge Zingaretti.
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“Il personaggio di Camilleri quando ho cominciato aveva 50 anni, ora ne ha 70. In un episodio, per capirci, lui scavalcava e cadeva. Da un punto di vista di racconto, si è deciso di invecchiarlo con gli attacchi che può avere un uomo della mia età”, prosegue Zingaretti.
T. Andreatta aggiunge che“è previsto un ciclo di repliche dopo i 2 nuovi e stiamo lavorando alla ridefinizione delle sceneggiature per iniziare le riprese nella prossima primavera. Saranno 2 episodi. Rimane un prodotto artigianale”.
“Ci sono stati degli sprazzi di vita privata di Fazio nelle scorse puntate. E’ l’uomo di fiducia di Montalbano, non mi manca affatto la vita privata”, dice Mazzotta.
La conferenza stampa si chiude qui. Appuntamento a lunedì 27 febbraio e a lunedì 6 marzo.