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. Ve ne proporremo una nuova ogni venerdì fino al 16 ottobre. Vi abbiamo già presentato Bloodline, Grace & Frankie, Marco Polo e Marvel’s Daredevil. Siete pronti a scoprirle tutte? Ecco a voi la quinta: Narcos.
Genere: Biografico, poliziesco, drammatico
Network: Netflix
Stagioni: 1° conclusa, rinnovato per la 2°
Episodi: 10 da 50 minuti
Produttori: Chris Brancato (Hannibal e Law&Order: Criminal Intent), Carlo Bernard (L’apprendista stregone e Prince of Persia), Doug Miro (L’apprendista stregone e Prince of Persia), Andrew Black (Graceland e Numb3rs), Dana Ledoux Miller (The Newsroom)
Personaggi
– Pablo Escobar (Wagner Moura, Trash ed Elysium) negli anni ’80 è il re del narcotraffico colombiano. Partito come “semplice” trafficante di merci e marijuana diventa in breve tempo uno degli uomini più ricchi, potenti e temuti della Colombia.
– Javier Peña (Pedro Pascal, Game of Thrones e The Mentalist), colombiano, è uno dei due poliziotti alla disperata ricerca di Escobar. Se all’inizio sembra essere lui il più duro si dimostrerà invece solo totalmente focalizzato sull’obiettivo e attento alle sue mosse.
– Steve Murphy (Boyd Holbrook, Run All Night – Una notte per sopravvivere e La preda perfetta – A Walk Among the Tombstones) è il secondo poliziotto sulle tracce di Escobar. Americano traferito dalla Florida, è l’uomo della DEA in Colombia.
– Valeria Velez (Stephanie Sigman, The Bridge) è una famosa giornalista locale che intrattiene un rapporto non solo professionale con Escobar, rivelandosi una delle donne più importanti della sua vita.
– Connie (Joanna Christie) è la moglie dell’agente Steve Murphy. Conosciuto per caso, se ne innamora talmente tanto da seguirlo in Sud America e rinunciare alla sua vita americana. La loro nuova realtà influirà moltissimo sul loro matrimonio.
– César Gaviria (Raul Mendez, Sense8) è il presidente della Colombia negli anni più difficili, quelli in cui la potenza di Escobar si mostrerà al suo massimo e renderà il suo ruolo istituzionale difficile e rischioso.
La trama
È l’inizio degli anni ’70 e dal Cile arriva a Bogotà un uomo che vuole esportare cocaina. A chi rivolgersi per una simile offerta? A Pablo Emilio Escobar Gaviria. È lui la persona giusta per questo tipo di lavori, il solo che può ascoltare una proposta senza troppe speranze di guadagno e farla diventare in pochissimi anni la più grande fonte di arricchimento pensabile.
Nasce così la leggenda di Pablo Escobar, un uomo apparentemente qualunque che grazie a molta determinazione, fiuto per gli affari, assenza di qualunque tipo di scrupolo, voglia di arricchirsi e la fiducia degli uomini gusti, diventa il “Re della Cocaina”. Escobar è il Patrón in grado di stringere i giusti accordi ed eliminare chiunque voglia, nessuno può fermare la sua ascesa. In quegli anni è infatti tutta sua la droga che circola negli ambienti che contano della Florida e della Colombia, quella cocaina viene prodotta dai suoi uomini nei suoi laboratori, trasportata dai suoi trafficanti e venduta dai suoi spacciatori. Escobar controlla un impero illegale da milioni di dollari e ben presto questi suoi traffici vengono notati dalla polizia Colombiana.
Come si può catturare un uomo così? Se le risorse a disposizione non sono sufficienti e se la maggior parte dei tuoi uomini sono corrotti allora l’unica cosa da fare è accettare l’aiuto della DEA (Drug Enforcement Administration), l’agenzia federale antidroga americana. Ovviamente questo grande afflusso di cocaina in Florida non è passato inosservato e l’agente Steve Murphy è stato mandato a Bogotà per arrestare Escobar. Grazie all’aiuto di Javier Peña, un integerrimo poliziotto locale, i traffici di droga vengono esposti al pubblico e l’inizio di una sanguinosa guerra contro la legge non fa altro che portare il Re alla pubblica resa, seppur gestita a suo piacimento. Dalla finta prigione de La Catedral il Patrón continua a portare avanti i suoi traffici fino a quando non commette il passo falso che tutti stavano aspettando e la situazione cambia radicalmente.
Il giudizio
Narcos non è una serie semplice, è a tratti farraginosa ma sempre spettacolare. Per sua stessa dichiarazione narra fatti realmente accaduti insieme a storie inventate e lo fa mantenendo sempre un’aria solenne e di verità. Recitata sia in inglese sia in spagnolo e avvalendosi, forse un po’ troppo, della voce narrante di Steve Murphy, racconta approfonditamente e puntualmente la storia di uno degli uomini che ha segnato maggiormente la cronaca nera colombiana degli anni ’80, influendo anche sul resto del mondo. La prima stagione di Narcos ci racconta l’ascesa, la fama e il crollo dell’uomo più temuto del Sudamerica.
Violenta, aggressiva, estrema e sessualmente esplicita, Narcos non è per tutti. I temi e i modi sono solo per un pubblico adulto che non si aspetta un racconto edulcorato dalla crudeltà e che vuole vedere quello è che veramente successo quando Pablo Escobar era il narcotrafficante più famoso del mondo. Le storie su questo personaggio le abbiamo sentite tutti almeno una volta e tutti sappiamo più o meno chi fosse, ma grazie a questa serie abbiamo il quadro completo. Col passare degli episodi vedrete il passaggio da trafficante di spicco a re incontrastato, da marito con occhi solo per la propria moglie a uomo con un’amante fissa, ascoltata e sfruttata per il proprio tornaconto, dall’essere freddo e risoluto al diventare guardingo e paranoico.
Wagner Moure offre una grandissima prova da attore, il suo Escobar è studiato nei minimi dettagli e convince ogni inquadratura di più. Boyd Holbrook e Pedro Pascal sono perfetti nel rappresentare due poliziotti tanto diversi quanto simili che nonostante le proprie debolezze e paure perseguono il proprio scopo senza indietreggiare, lottando anche con sé stessi e con i propri istinti pur di vedere Escobar in manette. Bisogna riconoscere che i personaggi femminili sono importanti ma non fondamentali, sebbene tutte le donne della serie siano ben delineate e inserite nella storia fanno un po’ fatica a spiccare. Valeria e Tata, la moglie di Escobar, hanno entrambe la giusta dignità scenica senza però riuscire a lasciare un segno profondo. Opposte ma complementari per l’uomo Escobar, sono le due facce della stessa medaglia, la rappresentazione dei desideri e delle necessità, del supporto e del rifugio.
La scelta di utilizzare l’inglese e lo spagnolo (sottotitolato inglese) in egual misura, rispettando quello che sarebbe l’uso delle lingue nella realtà, affatica un po’ lo spettatore e la versione originale è da vedere con la dovuta concentrazione. I dialoghi sono ben studiati e spesso sembrano essere solo un contorno alla espressività e alla gestualità degli attori in scena.
Insomma, anche in questo caso Netflix ha fatto le cose in grande e non ha deluso, producendo un’altra bella serie che merita una doppia visione.
Fidatevi di me e lasciatevi trascinare dalla storia di Pablo Emilio Escobar Gaviria, l’uomo che conosceva solo due possibilità: Plata o Plomo, soldi o piombo.
Ed ecco il trailer
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