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Dal 12 marzo, ogni giovedì in prima serata su Rai 3, torna in tv il grande Teatro di Eduardo. La rete propone quattro celebri commedie, “Filumena Marturano”, “Napoli Milionaria”, “Questi fantasmi” e “Sabato, domenica e lunedì” con l’adattamento curato da Massimo Ranieri.
Teatro di Eduardo Rai 3 – le quattro commedie
Si tratta delle commedie più celebri del teatro di Eduardo nelle quali, più che altrove, è presente il fil rouge della famiglia, tema focale della drammaturgia eduardiana. La famiglia è alla base di ogni tipo di riscatto etico – sociale, per il grande drammaturgo.
Filo conduttore della famiglia anche In Napoli milionaria, commedia molto attuale. Qui la famiglia è disgregata. E viene ricostruita dal protagonista molto attento ai principi morali. Celebre la famosa chiusura finale, con la frase davvero attuale: Adda passà a nuttata.
In questi fantasmi Eduardo si concentra sul rapporto di coppia, sulle incomprensioni tra coniugi e sulla stanchezza del rapporto.
Sabato domenica e lunedì è la più moderna sia nel linguaggio che nelle situazioni dove si torna ancora sulla incomprensione tra i coniugi. Al centro, la gelosia infondata del protagonista nei riguardi della moglie, oggetto delle attenzioni non maliziose del vicino di casa. Celebre in questa commedia la preparazione del ragù.
Teatro di Eduardo Rai 3 – primo appuntamento Filumena Marturano
Il primo appuntamento su Rai 3 è con Filumena Marturano in onda giovedì 12 marzo, alle 21.20 su Rai3.
Mariangela Melato e Massimo Ranieri sono i protagonisti di “Filumena Marturano”, prima delle quattro commedie di Eduardo De Filippo adattate per la tv da Massimo Ranieri e Gualtiero Peirce. I due ne firmano anche la traduzione dal napoletano. La regia televisiva è di Franza Di Rosa, le musiche originali di Ennio Morricone. Nel cast anche Pino Ammendola e l’attrice ‘eduardiana’ Clara Bindi.
Filumena Marturano – trama
Filumena, donna con un passato da prostituta, ha tre figli illegittimi e ha dedicato tutta la sua esistenza a Mimì, ricco donnaiolo che l’ha tolta dalla casa di tolleranza per farne la sua amante. Quando l’uomo decide di convolare a nozze con una giovane cassiera, Filumena è costretta a escogitare qualcosa per salvare la sua vita e quella dei suoi figli. La commedia fu scritta da De Filippo nel 1946 e il ruolo di Filumena fu pensato per sua sorella Titina, che ne diede una straordinaria interpretazione. Titina recitò la commedia persino alla presenza del Papa Pio XII. Dinanzi al Pontefice recitò la parte che includeva la preghiera alla Madonna. Il messaggio etico era evidente: difendere la vita perchè sacra. Infatti, Filumena non aveva mai voluto abortire, nonostante le insistenze delle amiche che le suggerivano: “levete ‘o pensiere” levati il pensiero, ovvero liberati del bambino che porti in grembo”.
Filumena Marturano – curiosità
In Filumena Marturano il rapporto tra madre e figli assume un rilievo quasi sacro. Questo rapporto viene sottolineato dalla celebre frase che Filumena immagina le venga suggerita dalla Madonna dall’edicola davanti alla quale si era fermata. La donna interpella in modo brusco l’immagine sacra e le chiede “ch’aggia fa'” ovvero che devo fare. Filumena poi sente una voce che dice: “‘E figlie sono figlie” e la attribuisce alla Madonna. Anche se lei stessa comprende che potrebbe essere stata pronunciata da qualcuno in un vicolo adiacente.
Con una coerenza stoica, la donna terrà fede a questo assunto fino in fondo. A Domenico Soriano che si accinge a sposarla, dopo varie vicissitudini, non dirà mai chi dei tre figli è suo.
Filumena Marturano è l’unica commedia in cui il ruolo principale non è di Eduardo. Evento eccezionale nella sua opera drammaturgica. Tra le interpreti che si sono susseguite nel ruolo di Filumena, in tempi più recenti, ricordiamo Regina Bianchi.
Il merito di Massimo Ranieri, oltre alla sua bravura interpretativa, è stato il lavoro di aggiornamento della lingua napoletana che ha reso la rappresentazione televisiva accessibile ad un vasto pubblico. In questo lavoro è stato coadiuvato da una bravissima Mariangela Melato. L’attrice, pur lontana dalle atmosfere napoletane, ha reso pienamente lo spirito della commedia, trasmettendo il messaggio in essa contenuto.