Indice dei contenuti
- 1 Piazzapulita, 2 aprile 2020, diretta puntata speciale Coronavirus
- 2 Piazzapulita, Gino Strada: “Non è momento di far polemica”
- 3 Piazzapulita, Prodi: “Le tragedie colpiscono i più deboli”
- 4 Piazzapulita, Recalcati: “Nessuno ha difese nei confronti del trauma”
- 5 Piazzapulita, Recalcati ed il lutto senza addio
- 6 Piazzapulita, 2 aprile 2020, il punto sulla crisi economica
- 7 Piazzapulita, 2 aprile 2020, il punto sull’emergenza sanitaria
- 8 Piazzapulita, Lopalco: “C’è sempre almeno una seconda ondata”
Stasera, 2 aprile 2020, alle ore 21.15 su La7 andrà in onda una nuova puntata di Piazzapulita. Il programma di Corrado Formigli racconterà il nostro Paese che lotta contro il coronavirus: gli ospedali al collasso; la crisi economica che va profilandosi; la corsa contro il tempo per la ricerca di una cura e il dibattito sui tamponi.
Inizia il programma. Formigli analizza i dati aggiornati dei contagiati, dei guariti e delle vittime in Italia.
“Abbiamo salvato 38000 vite umane. Siamo il paese che ne ha salvate di più. Non sono stati solo medici ed infermieri, siamo stati noi tutti insieme con il nostro comportamento. Penso che questo sia il messaggio più importante. Continuiamo così” – afferma il Professor Alberto Mantovani dell’Humanitas di Milano.
“Gli anticorpi ci permettono di tracciare se una persona è entrata in contatto con il virus. In questo momento non abbiamo un saggio validato di misura degli anticorpi. Stiamo procedendo, ma ancora non lo abbiamo. Lo studio più accurato è cinese e suggerisce che il nostro sistema immunitario parte in ritardo. Gli anticorpi saranno uno strumento utilissimo ma con qualche limite. Anche dopo dovremo mantenere misure di distanziamento sociale” – continua il Professore.
Mantovani spiega che il diritto alla speranza si accoppia con il rigore e l’attenzione. Non bisogna lasciarsi trasportare dalle fake news, dalle novità sensazionalistiche, bisogna attenersi ai dati ufficiali e seguire le direttive del Comitato scientifico.
Vediamo immagini dell’America in quarantena. Trump ha finalmente ammesso che il lockdown è necessario, “è una questione di vita o di morte”. Le strade sono deserte ed i cittadini applaudono dai balconi. Siamo distanti, ma in fondo siamo tutti vicini.
Formigli chiede a Mantovani cosa accadrà tra tre mesi. “Fare una previsione vuol dire sbagliare, però penso che l’incendio sarà spento. Dovremo usare la massima cautela a spegnere i fuocherelli, dovremo utilizzare la tecnologia. Mi auguro che saremo supportati, che avremo nuovi farmaci, che tutti insieme continueremo a salvare vite” – risponde il Professore.
Piazzapulita, Gino Strada: “Non è momento di far polemica”
Alessio Lasta ci porta in Lombardia, dove ognuno cerca di aiutare come può. In val Seriana ci sono medici organizzati per assistere quelle persone che non sono ricoverate in ospedale, ma mancano mascherine e tute. Scopriamo che i volontari di un oratorio riescono a cucire 150 camici al giorno utilizzando il TNT che veniva usato come tovaglie alle feste. Gli scarti di stoffa non vengono buttati, ma vengono utilizzati per creare mascherine.
Interviene in collegamento Gino Strada, fondatore di Emergency: “Il mio grazie va non solo ai medici, ma in primo luogo agli infermieri dei quali non si parla mai. Sono un esercito sempre disponibile e pronto, che ha tenuto a galla il nostro sistema sanitario”.
“Non è normale che non si trovino le mascherine. Ogni ospedale dovrebbe essere munito di quello che serve proprio per le emergenze. Ma la preparazione per le emergenze non si può fare durante le emergenze. Errori nella gestione dell’emergenza? Assolutamente. Una tragedia. Per quanti giorni le persone hanno potuto entrare o uscire dagli ospedali senza controllo? E’ un crimine gravissimo.Non è momento di far polemica, ci penseremo dopo, ma bisogna che ognuno si prenda le sue responsabilità” – conclude Strada.
Piazzapulita, Prodi: “Le tragedie colpiscono i più deboli”
Luca Bertazzoni è andato a Palermo. La situazione dei cittadini è estrema. Molti lamentano di non avere soldi per mangiare, le file alla Caritas sono lunghe, iniziano gli assalti ai supermercati e le rivolte davanti a banche e municipi.
“Queste tragedie colpiscono di più i più deboli. Tutto il mondo è in questa situazione. Il nostro mezzogiorno soffre. Bisogna intervenire in fretta e dare il senso immediato che lo Stato c’è” – afferma Romano Prodi.
Entra in studio Stefano Massini, che ci regala il suo monologo “Il coronavirus ci ha tolto l’abuso nell’uso del futuro. Davamo il futuro totalmente per scontato. Quante volte pur dovendo comprare qualcosa che non era urgente abbiamo scelto la spedizione prioritaria? Non riuscivamo ad accettare il fatto di pagare e di non avere subito il bene a portata di mano. Non sappiamo aspettare. Non esisterà un prima e un dopo il virus. Esisterà un prima, un durante e un dopo. E noi il durante non lo accettiamo”.
Piazzapulita, Recalcati: “Nessuno ha difese nei confronti del trauma”
Interviene Massimo Recalcati, che ci parla dell’angoscia, della paura verso qualcosa che non riusciamo a vedere, che non riusciamo ad individuare. “Siamo di fronte ad un’esperienza traumatica. Il trauma è un evento che può colpire una vita individuale, ma è anche qualcosa che può coinvolgere una comunità, che può avere dimensioni collettive. La caratteristica del trauma è il fatto che in quanto tale è inatteso. Nessuno ha difese nei confronti del trauma, perchè è un evento che non era previsto, non era pensabile.
Il secondo effetto che produce è scompaginare il nostro mondo ordinario. La rappresentazione della guerra vorrebbe essere rassicurante, perchè il nemico avrebbe un volto, dei confini, ci sarebbe distinzione tra amico e nemico. Il problema non è localizzabile, determinabile, è ovunque e noi stessi siamo portatori. Il meccanismo difensivo viene meno. Le Istituzioni hanno un’occasione fondamentale per recuperare dignità. Non devono lasciare nell’abbandono i soggetti più vulnerabili. Se non rispondono il rischio è quello di alimentare disperazione, che produce rabbia, che produce distruzione”.
Piazzapulita, Recalcati ed il lutto senza addio
Recalcati parla poi di coloro che hanno perso i propri cari e non hanno potuto vivere accanto a loro le ultime ore, non hanno potuto dirgli addio.
“Elaborare il lutto senza funerale, senza la celebrazione degli addii è un dolore profondissimo. Non sarà facile superare questo dolore. C’è poi un livello collettivo del lutto, che ha come oggetto il mondo stesso. Non rischiamo forse noi stessi tutti di perdere il mondo come lo conoscevamo? Ci sarà mai un tempo in cui il mondo tornerà ad essere come era prima?”
Piazzapulita, 2 aprile 2020, il punto sulla crisi economica
Si passa a parlare della crisi economica e della querelle tra Italia ed Europa. “La riservatezza da parte degli ambienti politici sui coronabond viene dal fatto che temono che un aiuto all’Italia venga utilizzato dalle destre per accusare il Governo di trascurare la gente che ha bisogno qui in Germania” – dice Giovanni di Lorenzo, Direttore del settimanale tedesco Die Zeit.
“Non stiamo chiedendo gli eurobond per mutualizzare il debito italiano, ma per dare i soldi alla Commissione Europea che non li ha per varare un grande piano di supporto a imprese e cittadini in tutta Europa” – commenta in studio Calenda.
“Convivere con il virus comporterà cambiamenti nelle modalità di operare nelle imprese di tutto il nostro territorio. E’ giusto aiutare anche chi lavora in nero. Li abbiamo tollerati sempre, abbiamo fatto finta di fare la battaglia contro. Per moltissime persone non è però una scelta. In questo momento non aiutare chi non ha nessun mezzo vuol dire – egoisticamente – pagare un prezzo. Dopo però bisognerà aiutare le persone a trovare un lavoro” – dice la Fornero.
Piazzapulita, 2 aprile 2020, il punto sull’emergenza sanitaria
Interviene Pierpaolo Sileri, Viceministro della Salute, che racconta la sua esperienza da contagiato: “Sono stato fortunato perché il Covid l’ho preso in forma lieve e ho potuto vivere la malattia a casa. Il gusto e l’olfatto stanno tornando. Miglioro ogni giorno quindi spero che torneranno”.
Si parla delle RSA, focolai di COVID-19, strutture fortemente colpite dal virus. Il contagio si è purtroppo diffuso anche per la mancanza di DPI, i dispositivi di sicurezza per il personale sanitario. I famigliari sono spaventati e disperati all’idea che i propri cari potrebbero perdere la vita e potrebbero non ricevere neanche un ultimo saluto.
Il personale della RSA Don Gnocchi denuncia imposizioni, ricevute dai vertici, totalmente opposte a quelle governative. A lungo è stato vietato indossare la mascherina.
L’Assessore Gallera parla dell’emergenza lombarda: “Siamo stati investiti da uno Tsunami. Dopo dieci giorni aveva 1545 positivi, dopo 18 giorni ne avevamo 5469. Tutte le persone più fragili sono state travolte da questa ondata. La sfortuna della Lombardia è stato che è arrivato un soggetto, probabilmente dalla Germania, che per 20 giorni ha girato per le nostre zone. Il virus ha avuto dunque tutto il tempo di agire indisturbato. L’acquisto dei dispositivi di protezione individuale non era di competenza della regione Lombardia. Se avessi comprato 100 milioni di mascherine a novembre, ora sarei davanti alla Corte dei conti”.
Piazzapulita, Lopalco: “C’è sempre almeno una seconda ondata”
Nello Trocchio intervista il vincitore dell’appalto CONSIP per le mascherine. L’uomo confessa di non essere incensurato, ma bensì di essere stato condannato.
Il Prof. Luigi Lopalco analizza le cause dell’alto contagio Italiani e ci redarguisce: “All’inizio dell’epidemia feci una riflessione ‘Tremo all’idea che questo virus arrivi negli ospedali italiani, che hanno scarsa cultura del controllo infezioni. L’Italia è uno dei paesi – in Europa – che ha più alto tasso di infezioni in ambiente assistenziale. Manca la cultura. Siamo il paese che consuma meno gel idroalcolico in Europa. C’era una condizione che ha favorito in parte la circolazione del virus, però attenzione il virus è entrato durante l’epidemia influenzale. Sfido chiunque ad avere le precauzioni prese in seguito per un paziente che tossisce ed ha i sintomi influenzali. Qui non si tratta di capire di chi è stata la colpa. Dobbiamo imparare la lezione. Le pandemie non arrivano mai in un’ondata unica e poi tutto sparisce. C’è sempre almeno una seconda ondata. Dobbiamo prepararci”.