Nella puntata di Fuori dal coro in onda martedì 19 maggio, Mario Giordano è tornato sulle difficoltà di commercianti e piccoli imprenditori nella Fase 2 ed ha criticato la sanatoria dei migranti irregolari. La trasmissione ha proseguito il racconto del complicato rispetto delle nuove regole per chi ha un’attività. Ha poi messo in contrapposizione tale situazione con l’impegno del Governo per regolarizzare migliaia di migranti.
Fuori dal coro 19 maggio – Giordano cavalca proteste dei commercianti
La prima parte di Fuori dal coro, martedì 19 maggio su Rete 4, è stata dedicata alle proteste di commercianti e piccoli imprenditori. Rappresentanti di diversi settori che hanno lamentato il ritardo e l’insufficienza dei sostegni economici stanziati dal Governo Conte.
Come Pasquale, ristoratore di Firenze, che non riesce a riprendere la sua attività. Le regole di sicurezza da rispettare limitano il numero di coperti e non riesce a coprire i costi di gestione. Situazione riscontrata anche nelle testimonianze di tanti colleghi fiorentini e di altre città. A Milano, Roma e Napoli.
Mario Giordano ha raccolto, inoltre, le rimostranze di liberi professionisti e dipendenti percettori dei sussidi. Aspettano da settimane il pagamento da parte dell’INPS. L’ex Ministro Carlo Calenda – ospite in collegamento video – ha imputato i ritardi alle modalità farraginose con cui è stato scelto di erogare le somme stanziate. Sia per le imprese, sia per gli altri aventi diritto.
A Fuori dal coro, Giordano ha poi dedicato una pagina alle difficoltà estreme nel settore del turismo. Sulle sponde del Lago Di Garda, gli albergatori lamentano la cancellazione di decine di migliaia di prenotazioni. Per questo, molti di loro hanno già avviato le trattative di vendita ad acquirenti esteri, soprattutto cinesi. Lo stesso accade sulla Riviera di Ponente in Liguria, in Romagna e in Veneto.
Mentre, un vero dramma lo stanno vivendo gli abitanti delle Isole Eolie. Un servizio partito da Lipari ha messo in luce una situazione disastrosa. Dai pescatori ai panettieri, dai piccoli albergatori ai vulcanologi che guidano gli escursionisti sullo Stromboli, nessuno ha idea di come superare indenne i prossimi mesi. Sono realtà che hanno puntato tutto sul turismo e senza vacanzieri rischiano il collasso.
Giordano contro la sanatoria degli immigrati
L’ultima parte di Fuori dal coro, invece, è stata dedicata all’immigrazione. Mario Giordano l’ha affrontata in maniera piuttosto demagogica e in studio con lui ha voluto Iva Zanicchi, protagonista di interventi approssimativi.
Il “Decreto rilancio” approvato dal Governo per contrastare la crisi prevede la regolarizzazione dei migranti che dimostrino di aver risieduto in Italia prima dell’8 marzo 2020. Si tratta di una sanatoria di decine di migliaia di lavoratori stranieri, di solito impiegati in nero. Per lo più come colf, badanti o come braccianti nel settore agricolo.
Non a caso, la norma è nata dopo l’allarme degli imprenditori agricoli. Senza i braccianti stranieri, non riescono a garantire i raccolti stagionali. Infatti, il decreto prevede per gli irregolari che venga concesso loro un permesso di soggiorno di soli sei mesi. Il tempo del raccolto.
Mario Giordano si è scagliato contro la decisione del Governo. Ha definito oltraggioso spendere denaro per gli immigrati mentre gli italiani sono in difficoltà. La sua invettiva, però, non trova riscontro. Poiché la regolarizzazione del lavoro nero aumenterebbe il gettito fiscale, portando dunque ad un saldo positivo. Il dubbio, semmai, è se si riuscirà ad innescare il meccanismo.
Il conduttore di Fuori dal coro ha poi contestato la necessità di ricorrere agli stranieri per garantire i raccolti. Ha mostrato un servizio nel quale decine di italiani si dicevano felici di lavorare nei campi. Una donna ha paragonato la raccolta di ortaggi ad un salutare esercizio ben remunerato.
Tuttavia, ad oggi sono meno di 12mila gli italiani iscritti nella banda dati riservata. A fronte di una richiesta degli imprenditori agricoli di almeno 200mila lavoratori.
Inoltre, decine di inchieste della magistratura hanno appurato gravi forme di caporalato nel settore agricolo. Lavoro nero, condizioni di schiavitù e salari anche da 2€ l’ora. Non esattamente la situazione descritta nel servizio.