Dagli studi in medicina abbandonati a Cagliari per Miss Italia, alla partecipazione a Passaparola come Letterina il passo è stato breve. Ma ancor più breve è stato quello che l’ha fatta balzare dalla fiction di casa nostra (Don Matteo, Orgoglio) al grande cinema internazionale interpretando la bond girl Solange in Casinò Royal : ruolo che la consacra attrice nota in tutto il mondo.
Caterina Murino la incontriamo a Jesolo ed è felice di essere nella giuria di questa 74esima edizione. «Non è la mia prima esperienza in Giuria. Sono stata, infatti, madrina d’eccezione della finale regionale di Miss Italia Sardegna in Agosto 2012. Ritornare di nuovo a Miss Italia come giurata è sicuramente una grande emozione per me».
Cosa si prova a passare da concorrente “esaminata” a giudice “esaminatrice”?
«Da quando ho partecipato a Miss Italia sono passati 16 anni. La prima sensazione che ricordo è la fatica che comporta il concorso, una fatica fisica. Non dimenticherò mai l’immagine dell’applauso che mi hanno fatto le ragazze quando mi diedero la fascia “Miss Deborah Milano”. Anche se ero tra le prime sei ero felicissima di aver ottenuto quel titolo. Ho partecipato al concorso senza pensare alla vittoria, il mio atteggiamento era quello di competere con uno spirito sportivo».
Quanto è stato importante e quanto ha inciso la partecipazione a Miss Italia per la sua carriera?
«Miss Italia è stato un trampolino di lancio per la mia carriera. Io studiavo medicina all’università e nella mia famiglia non c’è nessuna velleità artistica. La passione e la propensione per il cinema sono nate grazie al Concorso. Senza questo input sarei probabilmente ancora in Sardegna magari a fare il medico. Miss Italia è stato tutto per me ed ha condizionato quella che sono ora».
Quali saranno i suoi criteri di scelta della Miss?
«E’ il viso che mi colpisce di una ragazza. Non guardo le gambe, né un bel fisico, perché sono tutte belle da quel punto di vista. Il viso deve essere particolare e telegenico».
Che consiglio darebbe alla futura Miss Italia?
«Innanzitutto cercare di dormire (ride) e di essere se stessa. Sempre. Qualsiasi strada voglia intraprendere deve farlo con grande serietà e impegno costante. Se è vero che la fortuna aiuta gli audaci è altrettanto vero che bisogna cogliere l’attimo subito, senza perder tempo».
Quali sono i suoi rapporti con la famiglia Mirigliani?
«Era da un bel po’ che non vedevo Patrizia. Ho avuto l’occasione di incontrarla l’anno scorso quando sono stata madrina dell’evento di presentazione del documentario storico “Storia di un ragazzo calabrese” sulla vita di Enzo Mirigliani, al Festival Internazionale del Film di Roma. Lì ho conosciuto Patrizia da vicino. E’ una famiglia speciale, quella Mirigliani. Lavorano da anni con passione e umanità. Adoro i nuclei familiari dai valori solidi come la famiglia di Patrizia».
Cos’è la bellezza per Caterina Murino?
«E’ un grande regalo che la vita ci dà. La bellezza è inutile se non è nutrita dall’interno. La bellezza è vacua se è solo esteriore, anche perché col passare degli anni, svanisce. Dice Oscar Wilde: “La bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed è un possesso per tutta l’eternità».