Indice dei contenuti
Il primo Festival di Claudio Baglioni sarà legato alla storia della canzone, allo spettacolo sanremese inteso come “Festival della canzone italiana”. Sarà in controtendenza rispetto ai meccanismi competitivi e spettacolari dei talent.
Queste scelte lo renderanno (paradossalmente) anche innovativo rispetto ai suoi predecessori. Le prese di posizione sono state nette, annunciate altre volte e mai messe in pratica o quasi. Su tutte, quelle di dare più spazio a canzoni e artisti, di non cercare a tutti i costi il grande ospite straniero o di non voler forzatamente strizzare l’occhio ad un pubblico che Baglioni non sente suo e del Festival.
Sarà davvero il Sanremo popolare che aveva annunciato Baglioni
Il Direttore Artistico ha chiamato a raccolta alcuni dei nomi più di successo della musica pop italiana, soprattutto moderna. Ascoltare gli ospiti durante le cinque serate sarà come mettere in play un medley di artisti amatissimi dall’ascoltatore medio italiano negli ultimi 20 anni. Una celebrazione della canzone italiana affine al grande pubblico non solo per i nomi in sé, ma anche, probabilmente, per ciò che questi faranno sul palco.
Mancano interi generi musicali, è vero. Però c’è molto da poter regalare al target sanremese.
Tra i Big concorrenti sono state fatte anche scelte più particolari, ma si tratta comunque di nomi popolari e che hanno un loro posto nella canzone italiana.
Sarà un festival italiano
Gli ospiti stranieri annunciati finora sono solo due: Sting – che duetterà anche con Shaggy – e James Taylor. Pur col nome di Liam Gallagher (o qualche altra sorpresa) ancora in ballo, possiamo dire che la linea di Claudio Baglioni è rimasta quella annunciata. Non ha mai dato l’impressione di voler fare un Festival “internazionale”. Ha sempre parlato della canzone italiana, dei suoi simboli, del suo ruolo culturale. La condizione posta agli ospiti stranieri è stata principalmente una: rendere omaggio alla canzone o all’arte italiana.
Sarà il Festival delle canzoni
Baglioni ha detto che gli inviti sono stati fatti solo in base alla qualità delle canzoni, al costo di lasciare fuori nomi importanti. Ha aggiunto che il tempo dedicato a ciascuna canzone passerà a 4 minuti e che non ci saranno eliminazioni. Tutti si esibiranno per ciascuna delle cinque sere. La competizione non sarà bandita, ma nemmeno esasperata in chiave spettacolare. Un modo per dare pieno spazio e dignità alle canzoni e agli artisti.
D’altronde, anche gli ospiti sono in gran parte musicisti e cantanti, con poche incursioni – pur di spessore – nel mondo dello spettacolo.
C’è da aspettarsi che le canzoni verranno effettivamente fatte brillare di luce propria.
Non vedremo uno show fine a sé stesso
Altra regola del Direttore Artistico: chiamare solo ospiti in grado di partecipare e aggiungere qualcosa allo spettacolo. Ha espressamente detto di non volere grandi star (hollywoodiane o meno) che facciano la loro passerella come se venissero a Sanremo in vacanza. Tutti dovranno dare un contributo attivo allo spettacolo e all’esaltazione dell’arte. In questo senso, Fiorello sarà una garanzia.
È questo ciò che è lecito attendersi da Sanremo 2018, considerando gli annunci e le scelte fatte finora. Se sarà davvero così se tutto questo funzionerà davvero, lo sapremo solo da martedì 6 febbraio.