E’ andata in onda, su Rai 3, la prima puntata dell’edizione 2020 di Amore criminale di cui vi proponiamo la recensione. Al timone è tornata Veronica Pivetti che già in passato aveva gestito il programma dedicato alle donne vittime di violenza. La nuova edizione ha proposto, come novità, uno spazio riservato agli orfani di femminicidio. Lo schema è restato quasi invariato, salvo poche modifiche.
Amore criminale 2020 recensione del programma condotto da Veronica Pivetti
Veronica Pivetti gestisce Amore criminale con notevole sensibilità. E, oltre alla conduzione, è anche la voce fuori campo che racconta quanyo il telespettatore sta seguendo in video.
Uno dei punti di riferimento della trasmissione, fin dagli esordi, è la presenza della docu – fiction che ricostruisce, settimana dopo settimana, il caso di cui ci si occupa. Nella prima puntata Veronica Pivetti ha ricordato la drammatica morte di Yanexi, una giovane cubana, sposata con un italiano e madre di un figlio. La donna è stata uccisa dal marito che ne aveva nascosto il corpo in un pozzo.
La docu – fiction è alternata alle testimonianze delle persone coinvolte nel caso, dai parenti agli amici, dai legali di ambo le parti alle Forze dell’Ordine. E’ lo schema storico di Amore criminale che ha molti, moltissimi meriti. Ma non riesce a liberarsi di una sorta di voyeurismo macabro e strappa – audience che, nel corso degli anni, si è amplificato. La ricostruzione, infatti, tende a soffermarsi sui particolari più raccapriccianti della vicenda come il momento dell’omicidio.
Non si risparmiano scene molto, troppo, verosimili che, invece, andrebbero sfumate e non presentate in primo piano sotto i riflettori per lunghi minuti. Ricordiamo che il programma è in fascia protetta, quindi è fruibile anche da minori che non hanno la maturità necessaria per elaborare il significato di certe immagini.
Resta fermo l’obiettivo condivisibile e positivo di documentare quanto sia terribile il femminicidio. Ma bisognerebbe non soffermarsi in maniera insistente su determinati e specifici particolari che alimentano una morbosità gratuita.
Amore criminale – gli altri ingredienti
Gli altri ingredienti del programma sono rappresentati dalle musiche di sottofondo, dal tono spesso funereo della narrazione e dalla scenografia dello studio in cui si muove Veronica Pivetti.
Le musiche sono sapientemente scelte per sottolineare e accompagnare le varie fasi della ricostruzione della vita e della morte della povera vittima. A questo proposito, Amore criminale ha un merito ulteriore: serve a ricordare figure di donne che, spesso, sono state dimenticate dai media e dall’informazione. E’ talmente elevato, purtroppo, il numero delle vittime di femminicidio, che molte cadono nell’oblio e approdano nei salotti televisivi di cronaca nera limitatamente al tempo in cui l’omicidio ha fatto notizia.
Anche la scenografia dello studio, con le immagini di donne a contorno, serve per amplificare l’atmosfera di tristezza e di malinconia. Questo è certamente un ulteriore espediente a cui fanno ricorso gli autori per sottolineare la gravità di quanto si sta raccontando.
Complimenti al programma che seguo assiduamente e che porta alla luce particolari non menzionati nei tg per questione di tempo. Complimenti a veronica pivetti per la sobria e imparziale conduzione.