Una storia da cantare 2 ha iniziato il proprio percorso sabato 15 febbraio e noi vi proponiamo la recensione. Sono quattro le nuove puntate dello show di Rai 1 nato sotto l’egida di Teresa De Santis e proseguito con la nuova direzione di Stefano Coletta.
Una storia da cantare 2 – recensione della seconda edizione
Apparentemente la seconda edizione di Una storia da cantare dovrebbe essere il naturale prosieguo della prima. Ma ha rivelato, purtroppo, nuove debolezze non solo strutturali ma anche di contenuti.
Innanzitutto una considerazione. Dopo una settimana sanremese trascorsa all’insegna della musica e delle canzoni, Rai 1 avvertiva il bisogno di uno show del sabato sera più parlato e meno cantato. D’altra parte la musica è uno dei pochi ingredienti che regge il responso dell’Auditel. E Una storia da cantare, nell’edizione autunno 2019, aveva soddisfatto le aspettative della rete. Ma erano differenti le condizioni dei palinsesti televisivi. Adesso il telespettatore avverte una certa stanchezza per la pedissequa ripetizione di schemi musicali e brani, tra l’altro provenienti proprio dalle edizioni passate dei festival di Sanremo. La prima puntata di Una storia da cantare era dedicata, infatti, ai cantautori della kermesse canora.
Altro aggravante è l’arrangiamento, spesso poco riuscito e troppo differente dalla versione originale, delle canzoni sanremesi riproposte dai numerosissimi ospiti intervenuti.
I brani sono stati eseguiti l’uno dopo l’altro, in un avvicendarsi quasi ansiogeno, con pochi intermezzi narrativi a calmierare il ritmo musicale. Il racconto dei festival passati, inoltre, non ha evidenziato nulla di originale. Tutto già noto. Si sono salvati interpreti come Patty Pravo, che ha proposto un proprio brano, Elio e Renzo Arbore con i migliori arrangiamenti.
Purtroppo non era presente un filo conduttore che legasse le varie fasi dello show. Solo un alternarsi di canzoni e di musica. E, nella maniera in cui è stato proposta, Una storia da cantare avrebbe potuto essere anche uno show radiofonico.
Analisi della conduzione
La conduzione è stata affidata a Bianca Guaccero ed Enrico Ruggeri, confermati dalla scorsa edizione. Ruggeri ha conquistato più spazio sia nella parte della narrazione che del canto. Ma, ripetiamo, pur nella sua bravura, non è un personaggio adatto a Rai 1. Ha cercato anche di ironizzare sulla presenza di Bugo, giocando sul doppio senso di una domanda indiscreta che “non poteva non fargli”.
Delusione per la Guaccero apparsa sottotono, con atteggiamenti troppo sofferti e calcati sia nelle esibizioni canore che nel racconto. Tra qualche gaffe, un evidente imbarazzo che, solo nella parte finale è riuscita faticosamente a superare, la conduttrice è sembrata meno brillante rispetto allo scorso anno. Il telespettatore ha avuto la sensazione, netta e definita, che la padrona di casa di Detto fatto, sia attualmente sopravvalutata in tutte le sue espressioni professionali.