E’ toccato a Elio delle Storie Tese l’ultimo red carpet della Festa del Cinema di Roma. E lui s’è presentato insieme con Rocco Tanica. Vestiti nell’identico modo, in giacca nera di lustrini su sparato bianco e papillon. Che i rockettari milanesi sempre controcorrente si siano imborghesiti? Altro abbigliamento e altro volto mostrano nel docu proiettato in Sala Sinopoli dopo il loro tappeto rosso.
Un Olimpo con Rossellini, Chaplin, Antonioni. E con Fellini e Bunuel, “gli unici in grado di esprimere il cinema con il suo linguaggio più proprio, quello del sogno”. La voglia di tornare a fare “un film di un’allegria sfrenata, dopo aver messo la mia popolarità al servizio della poesia di Dante, sulle piazze di Firenze e in televisione”. E il desiderio di recitare sul grande schermo accanto a Tom Hanks. Sono le ultime notizie che il premio Oscar Roberto Benigni ha dato di sé alla Festa del Cinema di Roma,
“Mariangela Melato? Giancarlo Giannini, che sul set è stato il suo partner più abituale, sostiene che è la più grande attrice italiana di tutti i tempi. Ha fatto cinema, teatro, film drammatici e brillanti. Stiamo studiando di farla rivedere in tv e non soltanto nei film”. Un’anticipazione mista a commozione. Anche questo ha regalato ai suoi fan Renzo Arbore, ieri mattatore alla Festa del Cinema di Roma. Sul tappeto rosso, paparazzato a raffica, camicia color fragola come i profili della giacca blu e pantaloni bianchi. E poi in sala Sinopoli, per l’Incontro ravvicinato presentato da Andrea Monda e condotto da Fabrizio Corallo e Andrea Crespi. Un faccia a faccia con una platea gremita, che sfoggiava in prima fila i “complici” di tanti spettacoli, da Nino Frassica a Mario Marenco, da Simona Marchini a Dario Salvatori.
Lavoro, diritti acquisiti, globalizzazione, donne. Parla di tutto questo “7 minuti”, l’ultimo film italiano nella Selezione Ufficiale della Festa del Cinema, interpretato da una serie di volti celebrati in televisione e spesso da essa lanciati. Michele Placido, che è anche regista e cosceneggiatore, Ambra Angiolini, Fiorella Mannoia, Cristiana Capotondi. E Ottavia Piccolo, grande inesauribile interprete teatrale che però ha legato il suo nome a sceneggiati di culto (come “Il mulino del Po”) made a Viale Mazzini.
Il fascino dei documentari dal grande schermo della Festa del Cinema di Roma al piccolo schermo delle nostre case. A raccontare la Natura e la Storia. Lo fa il Maestro delle Settima Arte Werner Herzog con “Into the inferno”, prodotto da Netflix, passato prima che a Roma nella rassegna settembrina Telluride e in arrivo il 28 ottobre sulla piattaforma di streaming. Francesco Patierno firma invece “Naples ‘44”, in onda a gennaio su Sky e coprodotto con Rai Cinema, un’opera che confronta la Napoli bombardata del Secondo Conflitto con quella odierna e rimanda alle altre città attualmente sotto il tiro micidiale dell’Isis.
Il red carpet si addice a Jovanotti. Lo ha dimostrato alla Festa del Cinema in una domenica pomeriggio assolata, con i fan addossati alla barriera del tappeto rosso, cellulari in alto per lo scatto e il selfie. E lui – il cinquantenne-ragazzo Lorenzo Cherubini, la gallina dalle uova d’oro che cominciò in radio come dj, poi lanciato da Cecchetto e ancora protagonista di Festivalbar, di Festival di Sanremo, di Fantastico accanto Pippo Baudo – lui, dicevamo, non si è risparmiato per i suoi sostenitori. Ha fatto passerella, anche acrobatica perché è salito su una transenna per salutare tutti, per oltre mezz’ora, arrivato com’era in largo anticipo all’Incontro con il direttore della Festa, Antonio Monda, che lo ha intervistato sui suoi film di culto in una Sala Sinopoli sold out. Fuori risuonavano ancora “L’ombelico del mondo” e “Ragazzo fortunato”, dentro Jovanotti ha ripercorso, con spezzoni da lui scelti, i suoi 15 cult-movie.
Due donne. Accomunate da un condominio – piccoli appartamenti a Nettuno, due camere e cucina fronte mare – e da un’amicizia che lavorando una di giorno e l’altra di notte non si sa come riescono a coltivare. Separate invece dal carattere e dallo stile di vita. Eli ha quattro figli, un marito che raggranella ogni tanto una giornata di paga, un datore di lavoro menefreghista, come tutti. Lavora in un bar del quartiere Appio, ogni mattina si alza alle 4,30 e affronta la routine che dura due ore su Acotral-metropolitana, ripetuta e all’incontrario la sera, aprendo la porta di casa non prima delle 22. Vale invece è single caparbiamente, per una sete di indipendenza alla quale non è estranea un’incertezza sul proprio orientamento sessuale. Si mantiene facendo la performer in locali notturni: si allena tutto il giorno, ha una partner che non disdegna andare a letto con molti a parte il “fidanzato” manesco.
S’inanellano uno dopo l’altro gli omaggi a Orlando Furioso. Il paladino che perse il senno fu immortalato giusto 500 anni fa da Ludovico Ariosto, che ne cantò le gesta insieme con quelle di altri cavalieri presi da onore d’armi e amore per belle donne. E allora dalla Biblioteca Corsini di Roma a Villa d’Este a Tivoli e due settimane fa a Ferrara, ecco mostre, convegni, rievocazioni nell’anniversario. Icone artistiche e letterarie ispirate a Orlando si sono snodate in cinque secoli, senza tralasciare le ottocentesche illustrazioni di Gustave Dorè e gli spettacoli in scena nel Novecento, dalla “Alcina” di Haendel diretta da Zeffirelli al rivoluzionario esperimento teatrale di Ronconi, l’”Orlando furioso” itinerante che debuttò a Spoleto nel 1969. Una pietra miliare, che ha avuto anche una celeberrima edizione televisiva, ritrasmessa mesi fa da Rai5.
Volti della televisione sul red carpet della vigilia della Festa del Cinema di Roma, che apre ufficialmente i battenti domani con la proiezione di “Moonlight” e l’”Incontro ravvicinato” con Tom Hanks. Così a sfilare per primo sul tappeto rosso allestito come sempre nella cavea del Parco della Musica è stato un divo del piccolo schermo, ovvero quel Pif – al secolo Pierfrancesco Diliberto – che spopola in tv, dal Festival di Sanremo a Il testimone Vip e soprattutto negli innumerevoli spot pubblicitari con i quali strizza l’occhio ai telespettatori.
Vigilia con Pif, chiusura con Elio e la Storie Tese. La tv, con i suoi personaggi, attraversa buona parte della XI edizione della Festa del Cinema di Roma, presentata ieri al Parco della Musica – sua storica sede principale – dalla Presidente della Fondazione Cinema per Roma Piera Detassis e dal Direttore, Antonio Monda. Dieci giorni di kermesse – uno in più dello scorso anno (dal 13 al 23 ottobre), 45 film e documentari nella selezione ufficiale, alla quale partecipano 26 Paesi. E ancora, quattro eventi speciali, tre retrospettive, dieci Omaggi, 11 documentari nella sezione Riflessi, sette “Film della nostra vita”, 17 altri eventi e cinque preaperture.