Il livello dei partecipanti è mediamente alto, stando a ciò che è stato trasmesso in tv, con una concentrazione maggiore di grandi talenti nel primo appuntamento, forse per catturare da subito i telespettatori. Molti concorrenti, non più di primo pelo, vengono da una lunga gavetta e spesso anche da altre esperienze importanti, come il talent “Amici” e la categoria “nuove proposte” del Festival di Sanremo. Si tratta di artisti che non sono riusciti a sfondare e cercano in “The Voice” un’altra, forse l’ultima, opportunità. A questo proposito ricordiamo il provino della cantante dei Jalisse, che non solo non è stata riconosciuta al momento dell’esibizione, ma non ha neppure convinto alcun giudice.
Il quartetto Pelù, Carrà, J-Ax e Noemi qualche volta ha sacrificato voci che meritavano di essere riascoltate (Tatiana della prima puntata e Forlenzo della quarta) in favore di altre più convenzionali; in linea di massima però bisogna riconoscere ai coach un buon lavoro di selezione.
Piero Pelù anche quest’anno si è fatto conquistare dalle voci più rock, mettendo a segno più di una volta grandi colpi come l’acquisto di Claudia, tra le migliori di ieri sera con l’esibizione di Wish You Were Here.
Raffaella Carrà è stata guidata dall’istinto e ha scelto concorrenti di diversa estrazione musicale. Forse sull’onda dell’entusiasmo, o perché non aveva sempre le idee chiare sulla tipologia di talento che stava cercando, è stata quella dal “pulsante” più facile. Molte volte infatti l’abbiamo vista voltarsi dopo pochi secondi e ripetere frasi di apprezzamento standard e preconfezionate.
J-Ax è la vera sorpresa di questa edizione: animo sensibile e giudice che sa quel che vuole, nel suo team ha accolto quelli da lui definiti “losers”, i perdenti, coloro sui quali non è facile puntare. Tra di loro però c’è anche Suor Cristina, la rivelazione mediatica del programma: la sua esibizione ha fatto il giro del mondo e, almeno televisivamente parlando, è un grande asso nella manica. «Ho un dono e ve lo dono», questo è il motto della suora che vuole parlare ai giovani e ha scelto il mentore secondo lei più adatto a tale scopo. Sulla bellezza del messaggio di cui si fa portatrice non c’è da discutere, ma se non si fosse presentata con il velo il clamore nato intorno a lei si sarebbe ridotto a zero. La speranza è che il suo percorso all’interno del programma non sia condizionato dall’essere diventata un personaggio televisivo che può mantenere alta l’attenzione sullo show.
Infine Noemi, quest’anno più esigente e difficile da accontentare rispetto all’anno scorso. Alla sua corte ci sono grandi voci e personalità piuttosto definite, oltre a due fuoriclasse come Gianna e Stefano.
Con questa corposa carrellata di casting abbiamo capito ancora una volta che in Italia la materia prima c’è, pure in abbondanza. Il problema riguarda gli inediti: c’è un grande bisogno di belle canzoni che riescano a valorizzare i giovani artisti. Fino a che non si lavora seriamente su nuove produzioni con un team di spessore – che non per forza deve coinvolgere firme prestigiose della musica italiana – i talenti emergenti verranno ingiustamente soffocati dalla mediocrità di pezzi che non faranno mai decollare le loro carriere. Di ragazzi a cui offrire una seria opportunità quest’anno ce ne sono diversi (i già citati Stefano, Gianna e Claudia su tutti): ci auguriamo che non vengano bruciati come molti altri prima di loro.