{module Google ads}
E’ la prima delle Lezioni di Anima e si intitola “Faust della Misericordia”a sgombrare il campo dalla malignità senza riscatto dell’eroe goethiano e a rammentare quanto Papa Francesco ha scritto nella Misericordiae Vultus, la Bolla di indizione del Giubileo che si apre l’8 dicembre prossimo: “Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”.
Dunque, la ridefinizione di Faust, interrogatore per eccellenza, colui che fa domande al mondo e a se stesso, bramoso di conoscenza al punto di perdersi, ma bisognoso di perdono per ritrovare se stesso. Questo l’avvio del dibattito registrato da Radio Vaticana tra esperti di diverse branche e che si è tenuto in un luogo suggestivo e ricco di storia. Il Teatro di Palazzo Altemps, sede del Museo Nazionale Romano che peraltro conserva, ricorda la direttrice Alessandra Capodiferro, una testa di Giunone che incantò Goethe oltre che Winckelmann. E che l’antichità latina e romana sia stata faro per il poeta tedesco lo dimostra anche il fatto che egli fu impressionato dal Faust sabellico, proveniente dalla Sabina , considerata terra di magie e di misteri.
Sentiremo l’intervento di Rino Caputo, pro rettore della università di Tor Vergata e professore di letteratura. “Goethe ha la consapevolezza di accostarsi, delineando le figure di Faust e di Mefistofele, alla Divina Commedia. Niente di male, i grandi poeti sono tali perché conoscono chi li ha preceduti. E poi sia Dante che Goethe sono esperti di anima”, osserva.
Già, l’anima e la psiche.
Glauco Mauri
Interviene Donatella Caramia, neurologa: “La psiche non coincide con l’Io, è memoria, simbologia. Faust è un uomo senza tempo, appartiene al passato, al presente, al futuro. E’ un archetipo perfetto perché dà grande spazio alle fantasie oniriche. Nella sua ricerca punta a ciò che possiamo misurare: non all’antinomia tra bene e male ma all’equilibrio della psiche. E allora è corretto il suo percorso e possibile la redenzione”. Conferma Idalberto Fei, regista di “Intervista impossibile a Faust”.
Precisa Gianpiero Gamaleri, preside della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Telematica Uninettuno: “Oggi dobbiamo occuparci parecchio di Mefistofele, dopo anni di pace europea. Archiviati col Ventesimo Secolo il nazismo e l’Urss, torna, a partire dall’attentato dell’11 settembre. Papa Francesco ci avverte, nelle sue omelie mattutine a Santa Marta ricorre spesso la figura del Diavolo, del Serpente. Ma il Maligno ti promette tante cose e all’ora di pagare non lo fa. Dunque oggi a Faust conviene il patto col Diavolo? Dovrebbe tenere in debito conto i guerriglieri dell’Isis, che incitano a pregare, combattere, uccidere, morire. E poi siamo sicuri che la iperconoscenza dei nostri tempi sia davvero strumento di conoscenza e non di abbaglio, di confusione?”.
Sulla corrispondenza tra la società contemporanea e il mito di Faust si sofferma Gianpiero Jacobelli, professore di filosofia alla “Sapienza” di Roma. “L’uomo di oggi non è più positivista. E’ pavido, impacciato, non pensa che la scienza possa risolvere i problemi. Faust invece è come Giobbe nell’Antico Testamento. Era buono, insegnava che la conoscenza non deve mai fermarsi. Per questo il Diavolo lo tenta, peraltro autorizzato da Dio. Mefistofele cerca di sottrarre la Speranza e noi siamo tentati ad essere come lui. Ma né Giobbe né Faust abbandonano il loro progetto. Nel momento in cui il Diavolo si sta prendendo l’anima, Dio manda gli Angeli a salvarla. La Misericordia di Dio è come il riavvio della Creazione. E poiché il libro di Giobbe ci conferma che la Creazione non finisce mai, possiamo credere che l’uomo contemporaneo soffra ma continui ad avere un progetto”.
Fin qui la speculazione degli intervenuti. Poi il fascino della parola di Goethe nella seconda parte della trasmissione. La pronuncia quell’interprete raffinato e insieme umanissimo che è Glauco Mauri. Legge brani dal “Faust” secondo l’adattamento che egli stesso ha realizzato con il fine grecista Dario Del Corno per uno spettacolo teatrale di grande successo, al punto che alle rappresentazioni del 1986 è seguita una ripresa nel 2007 egualmente applaudita. Mauri ci accarezza e ci sferza con la sua voce che ridà l’anima a Faust.