È vero Einstein aveva un cervello particolare. Ma dicono di lui che a 3 anni non avesse ancora pronunciato la prima parola. A 5 anni rimase affascinato da una bussola regalatagli dai genitori. Dinanzi a questo strumento si chiese come lo spazio potesse agire su quell’ago costringendolo a indicare sempre il Nord magnetico.
Dicono che a scuola non fosse davvero bravo. Ma molte fonti non precisano che il piccolo Albert trovava disgustoso il sistema di insegnamento tedesco ed entrava molto spesso in conflitto con i professori, soprattutto nelle scuole medie.{module Pubblicità dentro articolo}
Ma Einstein non è mai stato un bambino come gli altri. Il programma di Historyce lo farà conoscere attraverso le varie fasi della sua vita. Di sicuro i telespettatori sapranno che non era un bambino problematico e neppure stupido. Man mano si fece strada la convinzione che invece fosse un genio, forse il più grande che la storia dell’umanità abbia mai avuto. È geniale era anche il suo modo di dialogare con i grandi accademici dell’epoca. Ma lui non parlava attraverso parole bensì grazie ad equazioni matematiche complicatissime. Contemporaneamente sentiva la necessità di comunicare le sue scoperte alla gente comune e di renderla partecipe dei suoi pensieri. Pensieri che naturalmente non tutti erano in grado di capire. Questo signore dai modi affascinanti e dal cervello strabiliante sarà il protagonista del programma di History.
Dopo la sua morte avvenuta a Princeton il 18 aprile del 1955 a 76 anni, il suo cervello è stato rimosso, selezionato e fotografato. Il fine era di studiarlo e di rendere questi studi accessibili agli scienziati di tutto il mondo. Ciò che è stato scoperto avrebbe dell’incredibile: la conformazione del suo cervello sarebbe diversa da quella di ogni comune mortale. La sua genialità deriva dunque da questa anomalia anatomica? Non vi sveliamo il risultato finale di questa appassionante indagine. Lo potrete scoprire a partire da lunedì 23 novembre nel programma targato History.{module Pubblicità dentro articolo}
Quest’anno la teoria della relatività generale compie 100 anni. Fu elaborata da Albert Enstein nel 1915 e pubblicata l’anno successivo. Descrive l’interazione gravitazionale non più come azioni a distanza tra corpi massivi come nella teoria di Newton, ma come effetto di una legge fisica che lega distribuzione e flusso nello spazio-tempo di massa, energia e impulso con la curvatura dello spazio-tempo medesimo. Detto in parole più semplici una concentrazione di materia piega lo spazio e il tempo come una boccia da bowling piegherebbe un tappeto elastico.