A tra poco con la diretta!
Lo scorso anno Overland 18 ci ha portato alla scoperta del mondo Islamico. Questa diciannovesima edizione ci porta invece alla scoperta delle Indie, luoghi ricchi di mistero, filosofie, profumi e tradizioni antichissime.
Il percorso unirà i più popolosi agglomerati urbani, esplorerà riserve naturali, attraverserà il deserto del Rajasthan, per mostrarci l’India come non l’abbiamo mai vista.
Ci conduce in questo viaggio avventuroso Filippo Tenti – capo spedizione, che narra l’esperienza, i luoghi, i volti. Alcuni problemi burocratici fermano il viaggio al suo inizio. Due giorni prima che arrivassero i veicoli di Overland è stata cambiata la legge e questo ha fatto sì che non potessero essere sdoganati.
Al momento i veicoli sono fermi nel porto sbagliato, a 400 km a nord. Fa anche molto caldo e Filippo ci racconta la difficoltà di abituarsi al clima e di trovare una soluzione al cavillo burocratico.
Nel frattempo a Torino Beppe Tenti ci parla dal Museo dell’arte orientale. Beppe ha visitato l’India 26 volte, partendo per la prima volta nel 1969. Ne ha visto l’evoluzione ed i cambiamenti e ne ha un’immagine davvero varia.
Il nostro viaggio in India parte dal Kerala, regione che è caratterizzata dalla molteplicità di religioni professate dai suoi abitanti. C’è una convivenza pacifica tra i credenti che per più della metà sono induisti. Seguono Islam, Cristianesimo e Buddismo.
Nella cultura indiana i fiori sono fondamentali ed assumono un diverso significato a seconda del tipo di rituale in cui vengono utilizzati.
Principale risorsa economica di questa popolazione sono gli “home gardens”, giardini casalinghi, piccoli orti dai quali traggono prodotti agricoli da vendere nei mercati. Riso, pepe, cocco, thè, anacardi, vaniglia, noce moscata, sono i prodotti più diffusi. La pesca è altrettanto essenziale per questa regione. Anche l’allevamento è in crescita.
Il Kerala è noto per una fervente attività politica ed è caratterizzato da una storica preferenza per i partiti di sinistra. Fu la prima regione al mondo ad eleggere un leader comunista.
Stefano Piano – Professore di Indologia all’Università di Torino – ci parla della penetrazione cristiana in India, influenza religiosa che male interpretata ha portato al comunismo.
Prendiamo parte al Deva Mira, più famoso festival indiano. Dura 7 giorni e si tiene presso un Tempio. Vede il coinvolgimento di circa 60 elefanti, animali ben augurali, simbolo di fertilità per il regno. Il culmine del festival si celebra il giorno in cui si narra che circa 101 dei fecero visita alla divinità che presiede al Tempio, una sorta di conclave degli dei. Al termine della cerimonia solenne inizia la festa, che dura tutta la notte.
Il Prof. Piano ci spiega come è vissuta la religione in queste zone: “Per noi la religione è fatta di ortodossia, ognuno crede in un principio diverso. L’induismo è invece caratterizzato da un’ortoprassi, i credenti seguono gli stessi riti di adorazione, leggono l’iconografia nello stesso modo”. La molteplicità delle figure divine adorate dagli Indu ha fatto nascere il falso mito del politeismo, in realtà gli Induisti credono in un unicum, in una sola entità che si manifesta in molteplici aspetti.
In queste zone affondano le proprie radici le arti marziali. Entriamo in un Kalari, luogo dove si pratica il Kalaripayatt. Sin da bambini gli abitanti del luogo frequentano il Kalari per imparare i principi di questa disciplina.
Nello stato del Kerala, ci sono le Backwaters, zona definita “Venezia indiana”. Questa superficie d’acqua è ampia 900 km. In questi luoghi ci sono molte isolette ed è lì che vive la popolazione, che si sostenta principalmente con la pesca ed il turismo. Le Houseboats sono l’unico mezzo di trasporto per mezzi e persone.
Dal 1955 nelle Backwaters si svolge la Neru Snake Boat Race, una regata tra imbarcazioni tipiche chiamate Snake Boats. La manifestazione si tiene ogni anno in agosto. Le barche serpente sono lunghe più di 30 metri ed hanno la prua sollevata che ricorda la testa di un cobra. L’equipaggio può arrivare fino a 100 rematori.
Secondo gli ayurveda (medici) ci sono 3 tipologie di energia vitale, dette Dosha. La medicina indiana punta al riequilibrio di questi elementi, che in caso di scompensi possono creare malesseri o malattie. Queste sono credenze nate circa 5000 anni fa.
La medicina ayurvedica mira alla disintossicazione dell’organismo: non si bevono alcolici, non si fuma e si predilige una dieta a base vegetariana.
Uno dei membri della troupe, Letizia Guardì, si sottopone ad un massaggio ayurveda e ci racconta la sensazione di benessere e rilassamento provata. Letizia è la più giovane della squadra e si occuperà di entrare in contatto con gli abitanti del posto per comprenderli meglio e per conoscerli a livello umano.
Finalmente arrivano i mezzi sequestrati, il viaggio può iniziare per davvero. La puntata termina qui, appuntamento alla prossima settimana.