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Innanzitutto gli abbiamo chiesto se potremo vederlo di nuovo nelle reti generaliste Rai. “Ogni tanto faccio delle sortite”, ci ha risposto, “per esempio da Fazio, ma solo in programmi che sento in sintonia con il mio personaggio”. Insomma, di certo sarebbe difficile immaginarlo in mezzo a bambini che cantano canzoni da adulti. O in alcuni talk show che ospitano chiunque: avendo fatto “l’altra radio” e “l’altra tv”, l’impegno continua ad essere quello di fare, appunto, “altro”.
Sintonia è ancora la parola chiave quando l’argomento è la comicità. Renzo Arbore infatti si sente “sintonico”, e di conseguenza apprezza chi si diverte a improvvisare.
Questi i personaggi che godono della sua considerazione: alla Radio, sua grande passione, Lillo e Greg, Fiorello, Elio e le Storie Tese, quelli di Caterpillar, al cinema e alla tv, Ficarra e Picone.
“Non sono un grande appassionato di imitazioni”, chiarisce, né un estimatore dei monologhi montati con tormentoni e tic vari: quella è tutta gente che recita, che si basa su un copione scritto. Cioè quelli che “ci fanno”, mentre ad Arbore piacciono quelli che “ci sono”. Del resto Benigni, Troisi, Verdone, sono tutti dei “buontemponi”.
Infine, la mostra al Macro: “un museo serio che ha deciso di perdere la sua serietà” con questa operazione curata dagli scenografi di Indietro tutta e altri show di Arbore. La mostra raccoglierà le collezioni che ha a casa, documentando i suoi gusti attraverso gli oggetti esposti: i vestiti, le camice, i gilet, le cravatte, le radio e altri gadget la cui definizione esatta viene lasciata solo ironicamente intuire.