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L’opera, diretta da Antonia Pillosio, è stata proiettata in anteprima alla stampa e ripercorre la lunga vita di Papa Pio XII. Nato a Roma nel 1876, fu ordinato sacerdote all’età di 23 anni. Entrato nella curia romana, venne prima inviato in Germania come nunzio apostolico, per poi diventare segretario di Stato nel 1930 sotto il pontificato di Pio XI. Fu eletto Papa nel 1939 e morì nel 1958. Attraverso testimonianze di storici e immagini del tempo, il documentario racconta anche le difficoltà del suo pontificato, durante il quale scoppiò e finì la seconda guerra mondiale.
Per l’occasione ha partecipato alla conferenza Giuseppe Giannotti, vicedirettore di Rai Cultura: “Abbiamo raccontato il Papa che si è messo a confronto prima con la radio e poi con la televisione“. E poi: “Ora ci stiamo dedicando anche a documentari su personalità che hanno vissuto in epoche più lontane, come ad esempio Athanasius Kircher, l’uomo più colto di tutto il ‘600“.
Secondo la regista Antonia Pillosio, la ricostruzione della vita di Pacelli è stata frutto di un grande lavoro di ricerca: “Abbiamo utilizzato prevalentemente materiale delle Teche Rai, avvalendoci anche del supporto dell’Archivio Sonoro di Radio Vaticana. In questo modo abbiamo potuto riascoltare la vera voce di Pio XII, riscoprendo la sua persona oltre che il suo ruolo di Pontefice“.
A prendere parte all’incontro con la stampa anche Padre Marc Lindeijer, postulatore per la causa di beatificazione di Pio XII. Pacelli nel 2009 è stato dichiarato Venerabile, ma ancora non basta: “Il problema è che non abbiamo ancora il miracolo, nonostante il culto di Papa Pio XII sia diffuso in tutto il mondo. La Chiesa richiede accurate prove e documentazioni, ma spesso le persone che si dicono miracolate sono piuttosto reticenti nel presentarsi e parlare davanti ad un tribunale ecclesiastico“.
Su Pio XII si è spesso detto che abbia taciuto di condannare, all’epoca, il massacro degli ebrei deportati nei campi di sterminio nazisti. Secondo Padre Peter Gumpel, storico e relatore per la causa di beatificazione di Pacelli, “nessuno ha fatto tanto in quel periodo come Pio XII“. E a chi gli chiede se il rallentamento della sua beatificazione sia dovuto a delle opposizioni da parte del mondo ebraico, risponde: “Le cose stanno cambiando“. Studi e ricerche, non a caso, hanno dimostrato come in realtà il Pontefice salvò molti cittadini ebrei dalle deportazioni.
“Da un punto di vista storiografico, il bilancio su questo Papa è positivo. In merito alla presunta omissione del problema dell’Olocausto, c’è da dire che il massacro degli ebrei per molto tempo non rappresentò una priorità nemmeno per gli alleati“, ha affermato lo storico Matteo Luigi Napolitano, intervistato anche all’interno del documentario. “Pio XII istituì al tempo un Ufficio Informazioni con lo scopo di fornire informazioni sulle sorti di parenti e conoscenti dispersi o prigionieri di guerra, a dimostrazione di come in realtà non ignorasse il problema delle deportazioni durante il conflitto“, ha proseguito. “Tanti documenti provenienti da archivi esteri ci raccontano molto di più sul suo conto rispetto al Vaticano“.
Gli archivi della Santa Sede sono consultabili fino al febbraio 1939, dunque prima dell’inizio del pontificato di Pacelli. Da quell’anno in poi sono ancora secretati. “Soltanto Papa Francesco può decidere quando renderli accessibili“, ha detto Piero Doria, storico dell’Archivio Segreto Vaticano. “Su Pio XII, che mi piace definire un personaggio ascetico, ci sono milioni di carte. Tuttavia, prima di aprire un archivio è necessario un lungo lavoro di preparazione e sistemazione di tutta la documentazione. Non appena sarà possibile potrà essere a disposizione di tutti gli studiosi“.