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A lui e ai suoi libri dobbiamo illuminanti analisi di opere e interi periodi della Storia dell’Arte, specialmente nei settori del Rinascimento e del Barocco, come nei testi dedicati a Caravaggio e ai Caravaggeschi. Ora Rai Cultura ha imbastito e perfezionato insieme col professor Strinati dieci puntate di una Storia dell’Arte raccontata da lui, in altrettanti format intitolati “Strinarte”, e dedicati ognuno ad un’opera d’arte poco conosciuta, o da lui giudicata di nuova e particolare importanza.
Vivace e imprevedibile regista, assai stimato da Claudio Strinati perché ha ben compreso lo spirito con cui egli ha realizzaato la serie delle puntate, è Enzo Serra, che di Strinati ha fatto un nuovo Hitchcock alla ricerca del mistero di ogni opera d’arte. Tutto sarà ambientato – oltre che nei luoghi specifici – nella sede dell’Istituto S.Michele, grandioso complesso nato sotto i papi Innocenzo XI e Clemente XII, ed edificato da Carlo Fontana e a seguire da Ferdinando Fuga, celebri architetti dell’epoca, per opere caritatevoli, ossia per ospitare orfani, malati, zitelle, oltre che come carcere minorile e femminile.
San Michele a Ripa
Dopo l’Unità d’Italia, passato al Comune di Roma e infine acquistato dallo Stato nel 1969, fu ampiamente restaurato: ed oggi esso è sede dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, ISCR diretto da Gisella Capponi, anch’ella coinvolta della grande iniziativa di Rai 5.
Nell’Istituto Strinati infatti incontrerà molti specializzandi, che gli riveleranno i segreti della materia di cui l’opera d’arte è costituita, a differenza della poesia o della musica che sono immateriali. L’edificio quindi nella serie televisiva fungerà idealmente da studio di Claudio Strinati, che vi inviterà specialisti, storici dell’arte ma non solo: ed è questa la novità di “Strinarte”, sottolineata e apprezzata dal direttore di Rai 5 Pasquale D’Alessandro.
Infatti l’analisi nella quale Strinati ci guiderà è ad amplissimo spettro: a seconda delle tematiche del capolavoro analizzato, egli intervisterà l’economista Enrico Cisnetto, la biologa Giulia Galotta, il critico musicale Sandro Cappelletto, l’attrice Camilla Martini, l’astrologo Paolo Fox, lo scrittore Andea Nicolotti, lo psichiatra infantile Massimo Ammaniti.
E mercoledì 13 si comincerà da Palermo, dove in Palazzo Abatellis è conservato l’affresco del “Trionfo della Morte” di anonimo del XV secolo, creato sotto gli illuminati sovrani Ferdinando I e Alfonso V d’Aragona. Bellissimo, è dominato dalla Morte che sovrastando un cavallo scheletrito semina terrore ed uccide, ma non a caso: muoiono cardinali, francescani, domenicani e popolino, ma sembrano risparmiati i nobili riccamente vestiti, che si dilettando suonando. Strinati ne tenterà la spiegazione fra il direttore di Palazzo Abatellis, il colonnello della Regione Militare del Sud Carlo Uberto Massimo, ed altri.
Secondo apputamento: la “Trinità” affrescata nel 1427 circa da Masaccio in S.Maria Novella a Firenze, dopo la quale il govane pittore, invitato a Roma con Masolino, morì misteriosamente a 27 anni.
Seguirà la puntata sulla “Flagellazione” (1440) di Piero della Francesca a Urbino, l’opera più ermetica del Quattrocento italiano, per la presenza di tre uomini misteriosi in primo piano, rispetto alla Flagellazione di Cristo nel fondo.
Nella successiva setttimana, Strinati analizzerà l’opera maneristica dei fratelli Taddeo e Federico Zuccari a Roma, dove il secondo affrescò le ignorate “Storie di S.Giacinto” nella chiesa paleocristiana di S.Sabina, sempre studiata soprattutto per le rarissime Porte lignee del V secolo.
A Mantova incontreremo il grandioso dipinto con la “Moltiplicazione dei pani e dei pesci” del barocco Domenico Fetti, per il quale Camilla Martini leggerà “L’albatro” di Baudelaire, in presenza dell’astrologo Paolo Fox.
Strinati nel sesto appuntamento si sposterà a Salerno per analizzare il Duomo del XII secolo, ricco di simboli medievali scientifici ed artistici. A Bologna poi, sarà protagonista il manierista lombardo Pellegrino Tibaldi, i cui affreschi in Palazzo Poggi (“Storie di Ulisse”) si capiranno con l’aiuto del professor Massimo Zini dell’Accademia delle Scienze di Bologna.
Ed ancora, la Sindone. Il mistero dei misteri: ma accanto c’è un ulteriore mistero, quello di Guarino Guarini architetto della Cappella che contiene la reliquia, poliedrico e visionario.
A Venezia, Strinati ci parlerà dei due Tiepolo Giambattista e Giandomenico, soprattutto del figlio Giandomenico, fuori ormai dal Rococò, un fumettista prima del tempo, nei suoi satitici disegni sulla vita di Pulcinella. L’ultima puntata verte sul Vasari, il biografo degli artisti del Rinascimento italiano e grande architetto (suo è il Palazzo con la bellissima Loggia degli Uffizi, che dà sull’Arno): ma verrà studiata la sua rara tela con “Le nozze di Ester e Assuero” (1549), poiché Strinati la propone per la sua originalità.
RAI 5 imperdibile forma di godere l’arte e la musica! Dovrebbe essere ricercata comunque una maggior accuratezza nel precisare per ogni trasmissione il titolo e l’argomento trattato, in particolare per la musica: autore, esecutori, anno di esecuzione, altre notizie importanti che rendano meglio comprensibile il tutto e servano dunque per migliorare le proprie conoscenze, come avviene si Classica HD e Sky. Dovremmo tenerci al servizio pubblico e farlo migliore. Sarebbe una gioia constatare un cambiamento.
Gent. prof. Strinati,
ho da poco finito di vedere purtroppo solo la parte finale di un Suo programma (andato in onda il 26.3 c.a. su Rai 5)
sul Vasari.
In particolare devo dirLe che sono rimasto semplicemente incantato per la sottile eleganza con la quale ha ironizzato riguardo
a quei “tronchi in bronzo”…..
Poi li ha anche toccati…..Magnifico…..e man mano che Lei parlava ai miei occhi la Sua interlocutrice diventava sempre più piccola,
insieme al capolavoro (i tronchi)…………che la stessa magnificava, ponendolo di fatto allo stesso livello delle opere del secolo del Vasari……
Propabilmente il mio giudizio è di parte poichè sono un pittore figurativo….
In ogni caso complimenti per le sue eccellenti trasmissioni.
Cordiali saluti,
Ciro Cacace