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Viene contestualizzata la storia della protagonista della puntata. La vicenda si è svolta a Sciacca, in Sicilia. Ed ecco Celeste Saieva, che ora a 29 anni. Franca Leosini parla con lei del suo amore con Michele Cangialosi, l’uomo che poi ha ucciso nel 2009. Fuggì con lui a 14 anni, sposandosi a 18 e a 20 anni aveva già due figli. La donna descrive il loro rapporto: “Ero innamoratissima di lui“, dice.
Dopo alcuni anni insieme, il marito cominciò a picchiarla. Ciò è associato, seconda la moglie, al suo vizio del gioco. Anni di violenze, che allontanarano i due sposi, stando alle parole della giovane omicida. Spesso lo ha denunciato, ma non è riuscito a lasciarlo perché troppo impaurita e succube dell’uomo.
A 22 anni Celeste incontrò Nicola Piazza, instaurando una relazione dopo circa un mese. “Non l’ha fatto penare tanto a questo spasimante, eh!”, dice la Leosini. Piazza la conquistò “per la sua semplicità e per la sua umiltà”, dice Celeste. Una storia importante tra loro, quasi coetanei.
Il marito scoprì il tradimento di Celeste. “A lui non importava niente di me, quanto delle chiacchiere della gente“, afferma la donna. Secondo la Saieva, anche il marito non era fedele, lasciando intendere che portasse a casa uomini per sedurla.
Ciò nonostante, tra Cangelosi e Piazza si verificò una lite furibonda. Secondo un parente della vittima, quest’ultimo voleva uccidere il rivale in amore.
Il 21 aprile del 2009 improvvisamente il marito della Saieva sparì. La Leosini ricostruisce le ore precedenti l’accaduto insieme alla donna. Come sempre, litigarono e per questo non dormirono insieme. Il giorno dopo lui dovette andare in tribunale per un’aggressione subìta e la donna lo andò a prendere nel pomeriggio al lavoro, come faceva abitualmente. Lui però non c’era, non era andato a lavorare nè all’udienza dal giudice di pace.
Celeste non si meravigliò molto, perché il marito già altre volte era sparito. Poi però si accorse che in casa mancava del denaro e un borsone. A questo punto andò dai suoceri invitandoli a denunciare la sua scomparsa, che però le dissero di aspettare. Con l’avvocato la Saieva andò dai carabinieri ben 17 giorni dopo per sporgere denuncia.
Quando gli inquirenti cominciarono ad indagare, la Saieva cominciò ad addurre motivazioni poco convincenti circa la sparizione del marito. La Leosini commenta un po’ironicamente la cosa, evidenziando l’ingenuità della giovane. “Lei di castronerie ne ha fatto tante, una vagonata“, la bacchetta la conduttrice. A cominciare dal fatto di farsi vedere con Piazza a poco tempo dalla sparizione improvvisa del consorte.
Il primo a fiutare che Cangialosi potesse essere stato ucciso dalla donna fu il suocero, che in un interrogatorio espresse questa possibilità. Nei mesi successivi, Celeste andò dagli inquirenti per comunicar loro di avere una relazione con Piazza. “Lo feci per zittire le voci che circolavano“, afferma.
Celeste Saieva è stata condannata a 30 anni di reclusione per concorso in omicidio del marito. L’uomo, secondo i giudici, fu ucciso da Nicola Piazza (anche a lui 30 anni di carcere) insieme ad altri due uomini. La donna però si è sempre professata innocente.
“La sua storia sembra essere uscita da un romanzo di Camilleri“, dice la Leosini, coinvolgente con il suo eloquio forbito e il suo aplomb. La svolta nelle indagini si ebbe ad agosto nel 2009, quando un carabiniere della stazione locale venne a sapere notizie sulla scomparsa di Cangialosi da parte di 2 informatori.
Viene mandata in onda l’intervista al carabiniere in questione, che spiega con le sue parole quanto anticipato dalla presentatrice. La Leosini ha molto tatto nei confronti della donna, conscia di farle rivivere il suo dramma personale: “Mi costa farle ripercorrere l’accaduto, ma devo farlo“. Cangialosi sarebbe stato ucciso dal minorenne Giuseppe Bono mentre dormiva con un filo di ferro e la moglie di Cangialosi avrebbe aperto la porta all’omicida. Celeste Saieva ribadisce: “Non abbiamo ucciso noi Michele”.
Parla anche l’avvocato di Celeste Saieva, che dà ulteriori dettagli dell’accaduto, cercando di dimostrare le falle dell’indagine che ha portato alla condanna della sua assistita. Ciò su cui gli inquirenti hanno insistito per arrivare a formulare l’accusa nei confronti della donna sono state le fitte telefonate tra i due amanti la notte in cui il marito sarebbe stato ucciso.
Il corpo di Michele Cangialosi venne trovato nell’ottobre del 2009. A farlo ritrovare furono proprio i due giovani, Paolo Naro e Giuseppe Bono, che dissero di aver preso parte al delitto. Un altro elemento che fece aumentare i sospetti fu il fatto che il cadavere venne rinvenuto in un fossato di un terreno appartenente al padre di Nicola Piazza.
In un’intercettazione tra la Saieva e Piazza, quest’ultimo, quando seppe dalla madre del rinvenimento di un cadavere in un loro terreno, sembrò capire subito che fosse quello di Cangialosi. Gli inquirenti cominciarono ad aumentare i sospetti nei confronti dei due per la loro tensione, avvertibile nelle telefonate intercettate.
Secondo Celeste Saieva, i due giovani (Naro e Bono) che autoaccusandosi rivelarono le responsabilità della donna e di Piazza, hanno detto il falso. Le sue argomentazioni poggiano sulle risposte vaghe date, a suo dire, dai ragazzi durante gli interrogatori. Secondo altre testimonianze di cittadini del posto, sembra che Piazza stesse da molto tempo organizzando l’uccisione del marito della sua amante.
“Sarà paradossale, ma io adesso in carcere mi sento libera“, dice la donna. Il 1 novembre 2009 Celeste fu arrestata.
La donna si sfoga con la conduttrice: “Sto perdendo l’adolescenza di mio figlio, mi dò della fallita da sola perché non sono stata una buona figlia nè una buona madre. Alla fine di tutto, cosa mi resta? Chi è effettivamente la vittima e chi il carnefice?“, si domanda angosciata . Leosini: “La risposta deve trovarla nella sua coscienza. Nessuno di noi, io per prima, si può permettere di giudicare“.
“Non sono una persona cattiva che porta rancore, amo la vita, vivo di musica perché mi aiuta a spaziare con la mente. Vorrei solo capire qual è la prova provata che dica che io ho ucciso mio marito“, dice la donna, che continua: “Non mi può bastare la testimonianza di Bono”, che avrebbe confermato il coinvolgimento di Celeste nell’omicidio di Cangelosi.
Anche il suo avvocato dice che l’arresto è stato affrettato, definendo “inverosimile e contraddittoria” la testimonianza di Giuseppe Bono. Secondo il suo parere gli inquirenti avrebbero dovuto approfondire maggiormente il caso. Dice di aver segnalato alla magistratura una fonte che indirizzava l’omicidio verso altri soggetti, basandosi sulle cattive frequentazioni di Cangialosi.
“Senza il rito abbreviato, il processo sarebbe andato diversamente“, confida la Saieva. “Non ho mai minimamente pensato di fare del male a Michele, perché era lui era mio marito, il padre dei miei figli! Anzi, guai a chi me lo toccava“, ribadisce. Afferma che la sua famiglia l’ha sempre sostenuta anche nei momenti più duri. I genitori del marito, in un primo momento specialmente la suocera, la difesero. “Dal giorno alla notte, poi, da un momento all’altro, hanno preso le distanze“.
Celeste Saieva è da un anno e mezzo a Bollate. Prima è stata ad Agrigento, poi a Palermo. I suoi figli vengono a trovarla 2-3 volte l’anno. I figli ora vivono con i nonni materni.
La donna dice che da alcuni mesi dopo l’arrivo in carcere ha lavorato in varie mansioni. Ora si occupa del casellario. Lei apprezza che le è stata data almeno un’opportunità.
I rapporti con Nicola Piazza si sono interrotti: “Il senso di colpa che ho dentro ha spezzato il nostro rapporto“, dice. “Si è innamorato della persona sbagliata“, ammette. escludendo che l’allontanamento tra loro sia dovuto ai genitori di lui.
“Ogni cosa della mia vita mi ha dato qualcosa, nel bene e nel male. Se tornassi indietro non cambierei nulla, sicuramente ascolterei di più i miei genitori“. La Leosini le chiede se ricorda cosa ha provato quando ha visto per l’ultima volta Piazza: “Quando due persone si vogliono bene, non ci sono addii, ma solo un arrivederci“.
Termina qui Storie maledette. Prossima puntata giovedì 4 febbraio, sempre su Rai 3, alle 21.05.