Oltre ad Alberto Angela, è presente il Direttore di Rai1, Angelo Teodoli.
Apre proprio il Direttore Teodoli che per prima cosa ringrazia il Direttore del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, che ha scelto la conferenza stampa di Ulisse per inaugurare la serie di eventi che verranno ospitati dalla Basilica Giulia. Continua: “Ulisse è la punta di diamante delle scelte di Rai1 per questo autunno. Viene dalla volontà di rompere lo schema dell’intrattenimento a tutti i costi”. La differenza con Rai3, aggiunge, sta in alcune novità introdotte nel linguaggio divulgativo e in nuove tecniche realizzative, come l’utilizzo del 4k.
Alberto Angela: “Sono tanti anni che facciamo divulgazione, mai ci saremmo aspettati di arrivare a questo punto. Ma è un bellissimo messaggio che ci arriva: vuol dire che il nostro pubblico è maturo, vuole conoscere ed è anche molto giovane.
Non è un caso che il Rinascimento c’è stato in Italia, perché noi siamo in grado di affrontare le cose in modo diverso.
Come non mi sarei aspettato di ritrovarmi nell’antico Senato di Roma in un’occasione di questo tipo, nel luogo che per l’ultima volta aveva ospitato i Senatori romani. La storia si capisce soprattutto attraverso le persone ed è questo che abbiamo cercato di fare anche noi.
La prima puntata permette di entrare nella storia, di fare un viaggio nella Cappella Sistina come non è mai stato fatto. Andremo fisicamente all’altezza delle singole opere per conoscerle. Per capirle meglio, cercheremo di mettere in risalto l’umanità delle grandi opere. Le storie che raccontano, ma anche quelle di chi le ha realizzate.
Tutti noi ci siamo gelati quando Gigi Proietti – che viene dalla straordinaria esperienza del Globe Theatre – ha interpretato Shakeapeare ai Fori Imperiali, o quando Luca Ward sembrava averci portato nel film “Il Gladiatore” con la sua voce, quando siamo stati dentro il Colosseo nella puntata dedicata a Cleopatra. Erano veri e propri eventi e noi ne eravamo parte integrante.
Anche nelle puntate dedicate a Cleopatra, alla Principessa Sissi e alla Shoah, abbiamo messo al centro l’umanità dei personaggi. Conoscevo – ovviamente – la storia delle persecuzioni contro gli ebrei, ma mai come questa volta sono riuscito ad a vederle da questo punto di vista. Sono rimasto io stesso tristemente colpito.
Sentiamo la pressione perché sappiamo che è una grande sfida. Però abbiamo le certezze del lavoro scrupoloso che abbiamo fatto”.
“Nella puntata su Cleopatra, abbiamo provato a ricostruire il suo volto insieme a RIS dei Carabinieri. I suoi resti non sono mai trovati, dunque è un compito difficile. È impossibile ricostruirlo? Noi ci abibamo provato grazie alla tecnologia e ai professionisti dei Carabinieri. Abbiamo utilizzato statue, monete, descrizioni, tutto ciò che in qualche modo la raffigurasse. Pensate, non c’è certezza nemmeno sul fatto che fosse bionda o mora. Abbiamo fatto delle ricerche anche su questo.
Il fascino di Cleopatra, comunque, non era tutto nel suo corpo, ma anche nel modo in cui si muoveva, in cui parlava, in cui guardava e si relazionava”.
Chantal Milani, dei RIS: “Sicuramente non è la prima volte che queste tecniche, per lo più provenienti da ambito forense, vengono applicate al conotesto archeologico. È stato interessante intrecciarle con i saperi di altri alìbiti come quello dell’antropologia forense per arrivare ad un volto fisicamente possibile. No voglio, comunque, anticipare troppo”.
Alberto Angela: Cleopatra era una donna in un mondo profondamente maschilista. Parte del sua fascino sta nel fatto di esser riuscita a riscrivere il rapporto con gli uomini e i guerrieri romani, abituati a modi completamente diversi con le donne”.
Segue un approfondimento sulla puntata dedicata alla Shoah.
Alberto Angela: Se quando siete a Roma andate nel quartiere ebraico, camminate in un luogo teatro di un’enorme tragedia. Troverete le pietre d’inciampo, che ricordano le persone strappate dalle proprie case e che poi non hanno fatto più ritorno dai campi di sterminio.
Quello che mi ha colpito è la cattiveria che è stato dietro alla Shoah. Perché prevedeva non solo l’uccisione, ma anche una cattiveria inaudita dietro alla la violenza inflitta. Una violenza studiata, spietata e per certi versi sofisticata”. Solo conoscendo eviterai che riaccada.
Ruth Dureghello, Presidente Comunità Ebraica di Roma, viene chiamata ad intervenire dal parterre: “Il servizio pubblico con attività di questo genere svolge un ruolo di supporto sostanziale, a cui noi affianchiamo quello nell scuole. Le giovani generazioni rischiano di non avere la giusta contezza di ciò che è accaduto.
Bisogna sapere che non si arrivò in quella mattina del 16 ottobre a ciel sereno. Ci si arrivò perché la scienza fu messa a disposizione dell’oppressione. Non posso che ringraziare per il avoro fatto”.
Alberto Angela torna a parlare della prima puntata: “Più volte ho filmato nella Cappello Sistina, ma ogni volta è incredibile. I colori si trasformano in piacere, perfino in odori. Un caleidoscopio di tinte, colori.
L’abbiamo vista come una sorta di vascello attraverso cui ripercorrere il Rinacimento. Un modo per esplorare un’epoca e il modo di pensare degli italiani. Fondamentale avvicinarsi alla volta e, ad esempio, scoprire che il tocco più famoso della storia dell’arte non è l’originale di Michelangelo, perché si è dovuto ridipingere dopo che era venuto giù”.
Monsignor Dario Viganò, Rappresentante della Santa Sede: “La collaborazione nasce tra due Stati nasce a partire da queste narrazioni insieme ad Alberto. Il primo grande successo è stato “Stanotte a San Pietro”, che raggiunse il 26% di share. Auguro che questo racconto del Rinascimento a partire dalla Cappella Sistina, faccia almeno lo stesso risultato”.
Domande dei giornalsiti
In che modo è cambiato il linguaggio?
Alberto Angela: “Come un giocatore di calcio che cambia squadra, lo stile è sempre lo stesso. Il nostro modo di raccontare è quello. È migliorato e si è amplificato per via della tecnologia utilizzata – soprattutto il 4k – e per un approccio più “determinato”, cioè votato alla scelta di alcuni siti specifici da curare in modo estremo. Non solo contenuto, ma anche la forma. Il regista è sempre lo stesso, come la redazione. Migliorato forse l’approccio tecnico.
Penso sarà una bellissima pagina di televisione, indipendentemente dai risultati d’ascolto. Abbiamo voluto far eun lavoro di altissima qualità televisiva. è ciò che mi sarebbe sempre piaciuto vedere in tv.
Con quale stato d’animo ha atteso i risultati della puntata speciale su Pompei?
Alberto Angela: “Sono e mi ritengo un ricercatore. Questo è un vantaggio rispetto ad altri profesionisti della tv. Facevo scavi nelle tende come paleontologo, quindi vivo in modo diverso il risultato. Quasi mi dispiace che debba esserci un risultato. Per me conta la divulgazione. Il risultato conta nella misura in cui ci dà indicazioni su cose che potevano essere fatte meglio”.
La conferenza srampa finisce qui.