La prima puntata di Ulisse di sabato scorso era stato un viaggio nella Cappella Sistina per comprendere il Rinascimento. Un esordio accolto bene anche dal pubblico, con buoni risultati negli ascolti.
È la prima serie di Ulisse-Il piacere della scoperta ad andare in onda su Rai1 dopo le ottime annate su Rai3 e sarà un composta da quattro puntate. Le ultime due parleranno della Shoah e delle Principessa Sissi.
Seguiamo insieme la diretta.
Alberto Angela spiega in apertura che, a dispetto della sua importanza, sappiamo ben poco di come fosse Cleopatra fisicamente.
Le prime immagini sono suggestive e sono del Colosseo di Roma, simbolo della potenza dell’Impero Romano. La puntata inizia da qui perché Cleopatra fu protagonista del passaggio dalla Repubblica Romana all’Impero Romano.
Fu dopo la morte di Giulio Cesare e Marco Antonio – entrambi sedotti da Cleopatra e protagonisti insieme a lei – che iniziò l’epoca di Ottaviano – poi rinominato Augusto – e la storia dell’Impero Romano.
Il momento in cui Luca Ward ci riporta nel film “Il Gladiatore”– recitando nuovamente la celeberrime battute che erano state di Russel Crowe e a cui aveva prestato la voce – accompagnato dalle musiche del film rivisitate dai “2 Cellos” è estremamente suggestivo. Poi il racconto riparte dall’Egitto e dalla grandiosità di una civiltà che ha influenzato tutta la storia umana.
“Su Cleopatra ci sono molti miti da sfatare”, dice Alberto Angela. Non era egiziana, ad esempio, bensì greca. Il suo nome significa “gloria del padre” in greco.
Quando Cleopatra diventò Regina, l’ultimo Faraone era morto 500 anni prima, quindi l’Egitto di Cleopatra era molto diverso, influenzato anche dai tanti invasori, tra cui proprio i Greci.
Nel complesso, erano tempi molto difficili per l’Egitto, proprio mentre si stava affermando la grandezza di Roma.
Nell’incontro con Giulio Cesare, andato in Egitto per fare sfoggio della sua potenza, riuscì a tenere testa all’Imperatore fino a sedurlo e a garantire un minimo di indipendenza dell’Egitto.
La loro allenanza venne suggellata da una gravidanza di Cleopatra, voluta con lo stesso Giulio Cesare.
Dal Museo Egizio di Torino – il più importante al di fuori dall’Egitto – Alberto Angela ci fa conoscere uno dei busti più belli e rappresentativi di Cleopatra. È l’inizio del percorso di ricostruzione del suo volto e delle sue caratteristiche fisiche, sulle quali – a dispetto del mito – non ci sono certezze.
Alcune delle – rare – testimonianze dirette sul suo aspetto, mettono addirittura in dubbio l’avvenenza disarmante di Cleopatra.
I RIS dei Carabinieri hanno aiutato Ulisse a provare ad arrivare ad una ricostruzione credibile. Lo hanno fatto servendosi di raffigurazioni sulle monete, opere, testimonianze, elementi descrittivi sparsi negli scritti dell’epoca.
Sembra che il suo fascino, più che dalla sua apparenza fisica, venisse da una voce irresistibile, dalla sua intelligenza e dalle sue movenze.
Sempre nel Museo Egizio di Torino, c’è una mummia ottimamente conservata di un bambino egizio, che è il simbolo evidente dell’influenza classica sull’Egitto – sia greca sia romana – nel periodo di Cleopatra. Tra gli ornamenti pittorici della sua imbalsamazione, si può notare l’eloquente rappresentazione di una corona d’alloro, tipica del mondo classico, appunto.
All’epoca di Cleopatra, Roma era una città molto diversa da come la conosciamo. Non esistevano il Colosseo, il Circo Massimo, le Terme di Caracalla. Era una città tutto sommato piccola, rispetto a come diventò successivamente.
Cleopatra arrivò a Roma insieme a Giulio Cesare. Fu accolta da quasi tutti come una vera star: la già grande Regina d’Egitto che era riuscita nell’impresa di sedurre Giulio Cesare. Anche perché arrivava a Roma con un Giulio Cesare trionfatore.Tuttavia, erano in molti a vederla con diffidenza.
Nel 46 a.C:, Cleopatra partecipò all’inaugurazione del Foro di Cesare, che consistette in giorni di festeggiamenti. Fu il momento in cui si sancì definitivamente il collegamento tra Roma e Alessandria d’Egitto.
La città di Palestrina (Roma) ospita un mosaico straordinario, una delle più belle e importanti testimonianze di questo periodo di vicinanza tra Roma e Alessandria. Rappresenta i 6mila chilometri del Nilo, con decine di scene di vita quotidiana lungo il fiume. Un vero e proprio manifesto della Civiltà Egizia.
Alberto Angela ci porta nella piazza del Foro Romano, dove la stessa Cleopatra venne accolta al pari dei grandi Imperatori.
A due passi da dove, il 15 marzo del 44 a.C., venne consumata la congiura contro Giulio Cesare, assassinato con 23 coltellate.
La salma di Giulio Cesare venne esposta al pubblico. Marco Antonio – il più fedele Generale di Cesare – tenne per lui un’orazione funebre che è considerata un capolavoro.
Gigi Proietti ne recita la versione che fu di Shakespeare, nella sua opera “Giulio Cesare”. Lo fa proprio nel Foro Romano: un momento emozionante.
Il dicorso accese la folla, che andò in cerca degli assassini di Giulio Cesare. Poi, si decise di cremare il corpo dell’imperatore direttamente nel Foro. Un atto proibito fino a quel momento.
Il punto esatto in cui venne cremato il corpo di Giulio Cesare è visibile ancora oggi, visto che proprio lì fu eretto un tempio.
Per Cleopatra, la morte di Cesare segnò la fine delle proprie ambizioni di diventare Regina di un Impero. A Roma aveva solo nemici, ormai era senza protezione in una città sull’orlo della guerra civile. Cleopatra, allora, tornò ad Alessandria con suo figlio.
L’eredità di Giulio Cesare viene rivendicata da Ottaviano e Marco Antonio.
I due si accordarono per dividersi l’lmpero, ma prima dovettero unirsi per sconfiggere Bruto e Cassio, i capi della cospirazione contro Giulio Cesare.
Marco Antonio riuscì nell’impresa e sembrava destinato ad essere l’unico successore di Giulio Cesare. Ricevette gli omaggi di tutti, tranne che di Cleopatra. Allora, andò in Egitto per “prenderseli”, ma fu sedotto dalla stessa Regina.
Alberto Angela – sempre nel Museo Egizio di Torino – ci fa conoscere anche gli strumenti, i trucchi, le parrucche tipiche grazie alle quali Cleopatra si prendeva cura del proprio aspetto, apparendo ancora più seducente.
Tra Antonio e Cleopatra ci furono un amore sincero e una passione travolgente.
Però, Marco Antonio era sposato con la sorella di Ottaviano. In tanti iniziarono a guardare Marco Antonio con sospetto. Si credeva che potesse spostare il centro dell’Impero ad Alessandria, per via di Cleopatra.
Ora Alberto Angela ci porta a conoscere la casa di Ottaviano, sul Colle Palatino. Oltre ad essere una villa molto bella, è anche il luogo dove Ottaviano visse per buona parte della sua vita e dove preparò la sua offensiva.
Ottaviano dichiarò guerra all’Egitto nel 31 a.C., poiché Marco Antonio voleva lasciare sua sorella e veniva dipinto come traditore di Roma. Nella Battaglia di Anzio, Cleopatra guidò le sue navi insieme a Marco Antonio per cercare di fermare Ottaviano.
Riuscirono a battagliare in un primo momento e a raggiungere il mare aperto. Ma la battaglia venne vinta da Ottaviano e Marco Antonio vide distrutto sia il suo esercito che la reputazione. Anche la flotta di Cleopatra fu distrutta.Ottaviano sbarcò in Egitto per sconfiggere definitivamente Marco Antonio e Cleopatra. I soldati di Antonio si rifiutarono di combattere e la sconfitta divenne definitiva.
Cleopatra – che aveva messo tutte le sue risorse a disposizione della causa di Marco Antonio – annunciò il suo suicidio. Così spinse Marco Antonio a farla finita.
La sopresa fu che Cleopatra, in realtà non si suicidò, dimostrando di aver ingannato Antonio, pur amandolo molto. In un tentativo estremo di salvarsi e salvare l’Egitto, provò a sedurre Ottaviano.
Ma Ottaviano non cedette e le annunciò che doveva portarla a Roma come “trofeo”. Alla stessa Cleopatra, alla fine, non restò che suicidarsi con il morso di un serprente. L’Egitto diventò una Prefettura romana.
Nonostante questi eventi, la fama, la leggenda, l’intelligenza e il fascino di Cleopatra sono rimaste ugualmente intatte nei secoli.
Ora, Alberto Angela fa ammirare un busto di Cleopatra tenuto nel Museo Egizio di Torino. Un busto prezioso e particolare, perché dà un’immagine diversa della Regina d’Egitto, con molti tratti greci.
I tratti di questo busto sono diversi da quelli con cui è stata rappresentata di solito Cleopatra. Proprio queste particolarità, farebbero pensare che sia effettivamente contemporaneo alla fine dell’Epoca Tolemaica in cui visse Cleopatra. Insieme ad altri indizi, ciò testimonierebbe che è uno dei busti più fedeli alla vera immagine di Cleopatra.
Christian Greco – Direttore del Museo Egizio di Torino – spiega la fondatezza di questa ipotesi, su cui si stanno facendo gli accertamenti del caso.
Alberto Angela chiude la puntata riassumendo tutti gli elementi che fanno di Cleopatra una delle figure grandiose della storia di tutti i tempi.
Il suo carattere, la sua intelligenza, il suo fascino: una vita che ha segnato il tempo e tutto il futuro del mondo occidentale. Dalla vittoria di Ottaviano, tutta la storia dell’Occidente ha preso una via diversa.
Chiudono i 2 Cellos, reinterpretando con i loro violoncelli le musiche di “Game of Thrones”.
Finisce così una puntata molto bella di Ulisse-Il piacere della scoperta.
Tutto è stato curato nei dettagli con una produzione evidentemente di altissimo livello. A parte una fase centrale del racconto, più lenta, la puntata si è aperta e chiusa con atmosfere particolarmente appassionanti. Un prodotto televisivo con pochi eguali.
Ulisse torna sabato prossimo, con la puntata dedicata alla Shoah.