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La forza delle note ha trascinato il pubblico al di là dei fotogrammi entrati, specie quelli dei titoli di fantascienza, nell’immaginario collettivo. E che le emozioni possano scaturire dal solo ascolto lo ha rilanciato anche il fatto che il concerto è stato trasmesso in diretta da Rai Radio 3. In questa modalità di fruizione, radiofonica appunto, è stato eliminato persino l’appeal del contatto vis-à-vis con l’orchestra. Insomma, niente immagini filmiche, niente esecutori e direttore a vista per il pubblico, soltanto il suono emesso dal media radiofonico. Ebbene, la pregnanza delle composizioni di Williams e Prokof’ev è rimasta intatta.
Il merito è stato anche del podio, occupato dal Maestro Stéphane Denève, francese, direttore principale dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Stoccarda e di altri prestigiosi ensemble. Ebbene, egli ha conferito alle musiche un vigore, una vitalità, una effervescenza funzionali ai combattimenti con le spade laser di Star Wars o quelle di acciaio dell’esercito russo guidato, in pieno Medioevo, dal mitico Nevskij. Ma anche il mistero, la nostalgia, il rimpianto dell’incontro di un umano con un alieno o dell’affetto che si stringe tra un bambino e un suo omologo venuto dallo spazio, come nel caso di “Incontri ravvicinati” e di “E. T.”
John Williams, nato nel 1932, con Spielberg ha stretto un sodalizio quarantennale testimoniato anche dalle colone sonore per Jurassic Park, Schindler’s List e Indiana Jones, che si potranno ascoltare in un concerto ceciliano il prossimo 28 luglio nella cavea del romano Parco della Musica. E’ un autore raffinato e sottile al punto che, nota Giovanni d’Alò nel programma di sala, ha colto echi di Ligeti o di Penderecki nella suite per Incontri Ravvicinati: “il quadro sinfonico tratto dal primo film di fantascienza di Spielberg è costruito come un percorso dal Caos all’Armonia”. Quanto a “E. T.”, il compositore americano addirittura estrapolò un brano dalla colonna sonora e lo rielaborò per l’esecuzione in pubblico. Qui gli spunti tematici, oltre al ricorrente e delicatissimo main theme, evocano Stravinskij. “La parte seguente, quella più sentimentale – scrive Williams – è quella che accompagna il dialogo finale in cui E.T. dice addio al suo amico terrestre. Poi timpani e fanfare di ottoni portano musica e film alla conclusione”.
Gli effetti di un abile intreccio di strumenti (arpa e xilofono, per esempio) sono lievitati con l’intervento del Coro ceciliano istruito dal Maestro Ciro Visco, mentre il mezzosoprano Varduhi Abrahamyan ha cantato dall’”Alexander Nevskij” l’assolo “Il campo della morte”. “La musica di Prokof’ev – notò Ejzenstein – possiede una straordinaria plasticità: non è mai semplicemente illustrativa ma risplende sempre di una trionfale ricchezza di immagini…”.
Per questo motivo il concerto di musiche da film e la sua trasmissione in diretta su Rai Radio 3 hanno fatto centro anche senza la proiezione sul grande schermo.