Dibattuta è la critica su questo giovanile dramma verdiano composto su libretto di Temistocle Solera, rappresentato en première al Teatro alla Scala nel 1845, quando era impresario Bartolomeo Merelli. Verdi ci teneva, e sempre sostenne che “Giovanna d’Arco” era una delle sue opere meglio riuscite. Essa fu ispirata dalla “Vergine d’Orléans” di Friedrich Schiller, rispetto a cui il Solera snellì il numero di personaggi riducendoli a cinque: Giovanna la pulzella, Carlo VII di Francia, Giacomo padre di Giovanna, Delil ufficiale del Re, Talbot comandante delle milizie inglesi. L’opera prevede l’intervento delle voci celesti che sostengono Giovanna (affidate al Coro), ma soprattutto – per obbedire alla struttura tradizionale del melodramma ottocentesco in Italia – inserisce la tematica amorosa, per cui Giovanna si innamora, ricambiata, dello stesso Re Carlo, sua pure in forma ideale.
La Giovanna D’Arco nella rappresentazione alla Scala di Milano.
Inoltre, per non mancare nei riguardi della Chiesa, la santa eroina non muore sul rogo, ma per estenuazione, nella sua vita di sacrificio e fatiche belliche.
L’opera ebbe successo a Milano, ed anche altrove, a Senigallia, a Firenze (in po’ meno), a Roma (dove però a causa della censura ebbe titolo e ambientazione cambiati) e soprattutto alla Fenice di Venezia.
Alla Scala l’opera fu rappresentata ancora nel 1858, indi nel 1865 con il soprano famosissimo Teresa Stolz, che Verdi stimava: poi mai più. La critica fu sempre ingenerosa con quest’opera che troppo aveva concesso agli stereotipi del melodramma. Ma nel 1941 fu inscenata a Berlino, sia pure accompagnata da commmenti che la consideravano dimenticata: poi nel 1951 fu la volta del Teatro S.Carlo di Napoli col famoso soprano Renata Tebaldi (che Toscanini preferiva alla Callas).
Nel 1972 della “Giovanna d’Arco” fu realizzato un disco con l’altrettanto famosa Monserrat Caballé, ed anche una nuova edizione alla Fenice di Venezia con la Ricciarelli. Indi il direttore Riccardo Chailly diresse l’opera a Bologna nel 1986, con la regìa di Werner Herzog e così si giunge all’edizione del 2013, al Festival della Valle d’Itria col soprano Jessica Pratt. A questo punto non possiamo più dire che la “Giovanna d’Arco” di Verdi fosse un melodramma dimenticato: tanto che il Teatro alla Scala ne fece l’apertura della stagione il 7 dicembre 2015, trasmessa da Rai5 in diretta, sotto la bacchetta di Riccardo Chailly, e col bravissimo soprano Anna Netrebko.
Fra poche ore, al Teatro Farnese di Parma, Sky classica HD manderà in onda “Giovanna d’Arco” del Maestro di Busseto – con la conduzione per la TV di Silvia Corbetta e Giuseppe Martini – nell’allestimento di Saskia Boddeke e Peter Greenaway. Il M° Ramon Tebar dirigerà i Virtuosi Italiani ed il Coro del Teatro Regio. Nel cast vocale figura l’australiana Vittoria Yeo, che dopo la formazione in patria ha studiato alla Chigiana di Siena e nella stessa Parma. Nel ruolo di CarloVII è il lanciato tenore Luciano Ganci, e in quello di Giacomo padre di Giovanna il baritono Vittorio Vitelli.