Ispirato al libro di Norman Lewis, Naples 44 ha molte delle atmosfere del libro “La pelle” di Curzio Malaparte. La Napoli di quel periodo appare come un gigantesco emporio, uno spettacolare postribolo, un vero e proprio formicaio umano piena di crateri creati dalle bombe che hanno devastato la città partenopea. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Le immagini in bianco e nero mostrano cumuli di macerie di ogni tipo. Ed è qui che si muovono bambini e adolescenti scheletrici in preda alla fame ed alla sete. Tutti a cercare qualcosa da mangiare perché le condizioni della città erano davvero proibitive e gli abitanti ridotti allo stremo. Le immagini mostrate nel documentario provengono da una accurata e puntigliosa ricerca realizzata negli archivi di guerra di tutto il mondo. Ma richiamano per la potenza dell’atmosfera evocata, molte scene dei conflitti moderni. L’obiettivo è mostrare che la guerra è uguale in ogni epoca con il suo carico di distruzione che riduce gli uomini in condizioni di grandissima precarietà non solo fisica ma anche psicologica. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Il regista Patierno ha così sottolineato la sua scelta: “volevo che fosse annullata ogni distanza temporale fra il presente e il passato. Perché la guerra non è mai cambiata. Naples 44 ricorda drammaticamente tutto quello che accade oggi ad Aleppo ed in altre zone dove il conflitto ha fatto vittime di ogni specie. Una città bombardata è sempre la stessa in ogni epoca e in ogni latitudine“.
Il film che trasmette Sky Cinema Cult prende le mosse dalle memorie militari di un giovane ufficiale inglese Norman Lewis aggregato alla Quinta Armata americana e arrivato in Italia per liberare la nazione dall’occupazione tedesca. Il giovane annotava giorno dopo giorno tutto quello che accadeva nelle città dove si recava.
Vide i templi di Paestum ridotti a un rifugio per chi non aveva una casa e niente da mettere sotto i denti. Vide le massaie immobili sulla strada offrire il proprio corpo in cambio di una scatoletta di cibo. Vide padri di famiglia riuniti in una sorta di cooperativa per desalinizzare l’acqua del mare: nel periodo in cui Napoli era assediata dai tedeschi, i militari nazisti avevano distrutto tutto quello che poteva essere utile alla popolazione. E vide anche il lungomare Santa Lucia stracolmo di povera gente nel giorno in cui gli alleati distribuivano cibo. {module Pubblicità dentro articolo}
Il regista napoletano Patierno ha voluto che nella versione originale la voce narrante fosse di Benedict Cumberbatch, mentre in italiano è Adriano Giannini la voce fuori campo che spiega tutto quanto avviene.