Macbeth con la regia di Emma Dante ha aperto la Stagione 2017 del Teatro Massimo di Palermo. Sul podio Gabriele Ferro e un cast con Roberto Frontali e Anna Pirozzi che interpretano la coppia diabolica di Macbeth e della Lady.
Un Macbeth tragico, dominato da sangue – sangue di delitti, sangue di parto, sangue di guerra e di morti – popolato da streghe che si fanno continuamente ingravidare per partorire altre streghe, circondato da una natura ostile e pericolosa rappresentata da una foresta di fichi d’India. Un nuovo allestimento in coproduzione con il Teatro Regio di Torino e con lo Sferisterio di Macerata, che sarà nel mese di agosto al Festival di Edimburgo e che celebra il centoventesimo anno dall’inaugurazione del Teatro Massimo e il ventesimo dalla riapertura.
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“Ho lavorato molto sul mondo delle streghe” dice Emma Dante, “una comunità animalesca e selvaggia che perpetua la propria specie per continuare il proprio cammino fatto di sortilegi e di evocazioni, una cosa nuova rispetto al libretto. In scena c’è una forte promiscuità tra satiri con grandi falli e le streghe sempre gravide, con le loro pance. Tutto il discorso dei vaticini che queste streghe fanno a Macbeth hanno a che fare molto con la procreazione: Macbeth non ha figli, e Lady Macbeth vorrebbe tanto averne uno ma non ce la fa. Così alla sua famosa domanda di Macbeth ‘cosa state facendo?’, la risposta è ‘un’opera grande’, e l’opera grande è la nascita, l’opera più grande che esista”.
Ma Macbeth è anche una parabola sul potere e la colpa. “A rappresentare questo – spiega ancora la regista – ci sono elementi scenografici che rappresentano dei troni dorati. Il più alto è quello dove Macbeth deve sedersi, ma nel momento in cui lo raggiunge non potrà più scendere. E tutto quello che c’è intorno al trono verrà tolto, resterà il trono isolato, altissimo, con lui sopra, e intorno il deserto”. La scena dell’uccisione del re rappresenta il travaglio interiore di Macbeth. “A impugnare il pugnale c’è un doppio di Macbeth, vestito come lui, una sua proiezione. Ma lui non riesce a ucciderlo e il re non muore. Finché Macbeth non prende il pugnale e lo uccide. Quindi è come se fosse un dissidio interiore, l’azione non produce effetti finché lui stesso non decide”.
La foresta di Birnam, quella che nel libretto avanza contro Macbeth, in quest’allestimento è una foresta di fichi d’India, il frutto mediterraneo per eccellenza. “Scenderà dall’alto sul palcoscenico – dice la regista – ed entreranno in scena trenta attori: non mimi né figuranti, ma proprio attori, che porteranno il teatro nell’opera musicale. Una scelta, quella del fico d’India – che non è certamente fedele all’ambientazione scozzese ma che racconta di una natura pericolosa, spinosa, piena di insidie. Per me deve essere soprattutto un luogo simbolico, un luogo che racconta la natura selvaggia che prende il sopravvento sull’uomo. Gli attori in sala brandiranno le spade e i coltelli, sarà una scena apocalittica: la foresta non avanzerà, ma saranno gli attori a portarsela sulla testa”.
“Verdi amava moltissimo Shakespeare – dice Gabriele Ferro – lo aveva conosciuto attraverso la traduzione di Rusconi del 1938. Del Macbeth esistono due versioni: la prima andata in scena a Firenze nel 1847, la seconda rivista completamente e presentata diciotto anni dopo all’Opera di Parigi con alcuni balletti e un finale trionfalistico, con un grande coro. Noi presentiamo a Palermo una versione che è una via di mezzo”. Molto impegnativa l’opera per i cantanti. “Verdi – continua Ferro – che si definiva più uomo di teatro che musicista, ma che in realtà era un grandissimo musicista, ha lasciato indicazioni sulle voci pazzesche, termini come oscillante, represso, perfino voce muta, questo per dire quanto tenesse al fattore drammaturgico. Per Lady Macbeth avrebbe voluto una voce brutta, perché il personaggio doveva essere brutto e cattivo. Sono due i pezzi straordinari: il duetto tra Lady Macbeth e Macbeth del primo atto dove l’orchestra suona in fortissimo ma con la sordina per ottenere un colore particolarissimo, e l’aria del sonnambulismo di Lady Macbeth, che è un capolavoro totale”.
Classica HD offre questo spettacolo in prima visione assoluta a tutti i clienti Sky sabato 25 febbraio alle ore 21:10, con la presentazione e le interviste esclusive, dal foyer del Teatro Massimo, di Silvia Corbetta e Paolo Gavazzeni.
Sabato 25 febbraio ore 21.10
“Macbeth” di Giuseppe Verdi
Inaugurazione Stagione 2017 Teatro Massimo di Palermo
in replica
lunedì 27 febbraio ore 8:00
mercoledì 1 marzo ore 0:00
domenica 5 marzo ore 14:00
martedì 7 marzo ore 11:00
giovedì 16 marzo ore 19:00
venerdì 24 marzo ore 13:00
e…il cast?