Classe 1955, bergamasco di Trescore Balneario, Franco Nembrini sin da piccolo coltiva l’amore per la letteratura italiana, sognando di insegnarla nella scuole. Un obiettivo che trova compimento in una carriera che lo porta anche a diventare un grande esperto delle opere di Dante Alighieri, su cui tiene conferenze in tutto il mondo.
La scorsa stagione il grande salto televisivo grazie a Tv2000 con “Nel mezzo del cammin”, un format di 34 puntate in cui il divulgatore lombardo legge, spiega e analizza prima la “Vita Nova” e poi la “Divina Commedia”. Scenografia essenziale: una scrivania piena di libri, una sedia e lui, pronto a commentare con passione i versi dell’opera letteraria italiana più conosciuta oltreconfine.
Forte del gradimento del pubblico, quest’anno arriva il bis con “L’avventura di Pinocchio”, esperimento televisivo più breve rispetto al precedente, ma non per questo meno riuscito e coinvolgente. Composizione dello studio a tema, con un tavolaccio di legno al centro dello studio ricordando Geppetto, il creatore del notissimo burattino.
Proporre al pubblico trasmissioni del genere, dove la parola è la esclusiva protagonista, poteva rappresentare il rischio principale: l’attenzione dei telespettatori durante una puntata di quasi un’ora poteva fisiologicamente calare, con il “pericolo-noia” dietro l’angolo. Eppure, tutto ciò non è successo: Franco Nembrini è stato in grado di porgere testi complicati con una semplicità quasi disarmante.
Franco Nembrini. Fonte Foto: Tv2000
Chiarezza, collegamenti con l’attualità, paragoni con il vissuto personale: queste le tre armi utilizzate dal conduttore per rendere più fruibili alcuni capolavori della nostra letteratura e per evidenziare la loro attualità. Nessun tono cattedratico, dunque, come confermato anche dalla sua comunicazione non verbale: movimenti delle braccia semplici ma essenziali per spiegare i contenuti dei testi, il camminare all’interno dello spazio scenografico quasi per condividere l’armonica bellezza delle opere analizzate.
Soprattutto, però, ad emergere da ogni verso letto, ogni rima commentata, ogni allegoria interpretata, è stato il grande amore dello studioso nei confronti della sua materia, elemento che ha maggiormente coinvolto gli spettatori e reso godibilissimi due tra i programmi tra i più essenziali della tv italiana degli ultimi tempi.
C’è da giurare, quindi, che la fortunata collaborazione tra l’emittente della Cei e il barbuto divulgatore sia destinata a continuare, in un’ottica di valorizzazione della cultura italiana che da tempo sta contrassegnando l’identità delle rete diretta da Paolo Ruffini.