Ma, per adesso, quella fortunata stagione televisiva per l’attore e direttore artistico non avrà un seguito. Infatti Proietti svela che, essendo in piena crisi il cinema, il teatro odierno assorbe molto di più, gli attori aumentano di numero, sicchè il suo scopo primario oggi è dedicarsi a disciplinare lo spettacolo dal vivo, rimandando la diffusione televisiva delle produzioni ad un successivo momento.
Attualmente il suo interesse è tutto sulla riapertura del Globe Theatre – il teatro di stile elisabettiano costruito dall’imprenditore e mecenate Silvano Toti, nel parco di Villa Borghese e inaugurato nel 2003 – per annunciare la stagione estiva degli spettacoli di prosa, tutti ispirati al teatro elisabettiano, a Shakespeare, alle sue tragedie e commedie. Diretta ormai da anni dal geniale Gigi Proietti, con grande successo di pubblico, la stagione si presenta ricca di novità, accanto a titoli classici e non sostituibili.
Per cui il programma 2017 si apre, il 22 giugno col titolo in dialetto messinese “Troppu trafficu ppi nenti” del drammaturgo quacquero Michele Agnolo Florio, presente in Italia a Messina, Venezia, Verona e poi di nuovo a Londra, figura misteriosa le cui opere paiono essere il canovaccio di molti testi di Shakespeare: proprio come “Molto rumore per nulla”, qui adatttato da Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, con regìa di quest’ultimo, e che richiama il leit-motiv shakespeariano “la vita non è che un’ombra che cammina…”. L’ultima rappresentazione sarà in inglese.
Il 7 luglio vedremo, a grande richiesta, nuovamente il nostro Proietti in “Edmund Kean” di Raymund FitzSimons, con regìa anch’essa di Gigi Proietti: storia di un attore che si chiude con la malinconìa shakespeariana della già citata frase.
Il 21 luglio Daniele Pecci, un volto molto televisivo, comparirà in “Enrico V”, autore il drammaturgo dei drammaturghi, con adattamento e regìa dello stesso Pecci, ed una compagnia di attori giovanissimi capaci di evidenziare sia i toni epici che di commedia dell’opera: in ciò saranno sostenuti da un Coro, importante come un personaggio.
Il 9 agosto, ecco immancabile il “Sogno di una notte di mezza estate” sempre di Shakespeare, con regìa di Riccardo Cavallo e traduzione di Simonetta Traversetti: i tre livelli dell’azione, quello realistico, quello teatrale, quello fiabesco, si individuano e si fondono, chiudendosi con la malinconia tipica del grande autore.
24 agosto: immancabile anch’esso, giunge “Il mercante di Venezia” con traduzione e regìa di Loredana Scaramella: se spesso nelle varie versioni esso ha avuto carattere drammatico e riferimenti all’Olocausto, oggi riconquista il suo aspetto originario di commedia, con i bellissimi costumi di Susanna Proietti.
Invece, il 15 settembre, con traduzione, adattamento e regìa di Daniele Salvo, nel “Macbeth” di Shakespeare i protagonisti “si muovono in una notte perenne…. che li spinge a compiere azioni impensabili”. Tutto rientra nella tenebra più tragica, in cui ruotano streghe ed ectoplasmi acuita dal sonnambulismo di lady Macbeth.
Il 5 ottobre “Much ado about nothing” in inglese e in collaborazione con The Bedouin Shakespeare Company, ci accompagna in una delle più amate commedie del drammaturgo inglese, con l’entusiasmo spiccato e la promessa di molte risate da parte della citata compagnia.
Intanto in luglio i “Sonetti d’amore” di Shakespeare saranno stati letti e interpretati da Melania Giglio, indi Pamela Villoresi avrà accompagnato le creazioni del bardo con il canto e gli strumenti di “Musica Antiqua Latina” (tenore Andrés Montilla Acurero): ed in settembre-ottobre a gran richiesta “Playing Shakespeare”, con Loredana Scaramella in chiusura dell’intera stagione.