Infatti la nuova stagione del Silvano Toti Globe Theatre si apre con Troppu Trafficu ppi nenti in scena dal 22 giugno al 2 luglio ore 21.15. Si tratta di uno spettacolo in cui lo scrittore Andrea Camilleri e il regista Giuseppe Dipasquale si sono divertiti a mettere in scena un mistero che si celerebbe dietro la vita e le opere del Bardo.
Una serie di coincidenze, infatti, porterebbero a credere che Shakespeare fosse in realtà siciliano e più precisamente un certo Michele Agnolo Florio Crollalanza, di origine quacquera, che, per sfuggire alle persecuzioni religiose, visse tra Messina, Venezia, Verona, Stratford e Londra. Fu autore di molte tragedie e commedie, alcune delle quali sembrano essere la versione originaria di altre ben note opere attribuite a Shakespeare, come Troppu trafficu ppi nnenti, scritta in messinese, che potrebbe essere l’originale di Troppo rumore per nulla di Shakespeare, apparsa 50 anni dopo.
Michele Agnolo (o Michelangelo) Florio (Scrollalanza dal lato materno) (n. 1564?), di origine quacquera, visse parte della sua vita, sfuggendo alle persecuzioni religiose, nelle isole Eolie, a Messina, a Venezia, a Verona, a Stratford e a Londra. Fu autore di molte tragedie e commedie ambientate nei luoghi suddetti, che dimostrava di ben conoscere al pari della lingua italiana, del teatro italiano e della scena italiana.
Fuggendo con la famiglia, visse per un certo periodo a Venezia, ove pare che un suo vicino di casa, moro, uccidesse per gelosia la propria moglie. Su ispirazione di questa storia scrisse una tragedia: così come Sheakespeare scrisse successivamente l’Otello. Sempre fuggendo per la persecuzione religiosa, arrivò a Stratford,ove fu ospite di un oste guitto e ubriacone, forse parente della madre, che lo prese a benvolere perché gli ricordava il proprio figlio morto, William e così affettuosamente lo chiamava.
A questo punto bastava tradurre in inglese il cognome della madre (da “Scrolla lanza” o “scrolla la lancia” in “shake the speare” o “shake speare”) ed ecco il nuovo cognome “Shakespeare”. Nasce così William Shakespeare, non più perseguibile come quacquero fuggiasco, ma costretto a tenere il mistero sulla sua vera identità e le sue origini. Nelle ricostruzioni biografiche successive il grande drammaturgo verrà ritenuto il terzo degli otto figli di John Shakespeare.
Venuto improvvisamente dal nulla, senza luogo né data di nascita, ed impostosi prepotentemente, soprattutto a Londra, alla ribalta quale drammaturgo ed attore, genera presto curiosità e scalpore, che lo inducono ad accentuare il mistero, per non essere scoperto dai suoi persecutori.
Se davvero Shakespeare fosse siciliano? Ci piacerebbe, per spirito di patria, poter credere,anche solo per una volta, che William Shakespeare, di Stratford on Avon, sia potuto essere quel tale Michele Angelo Florio Crollalanza partito in fuga da Messina.
Merito particolare di questa creazione, la lingua siciliana illustre ricostruita nelle sue scaturigini più nobili, con qualche spazio per la modernità del proverbiare e scelte fonetiche che appaiono insolite oggi, ma che dovevano essere consuete in corti dove il latino era la lingua diplomatica.
Lo spettacolo ha debuttato la prima volta nell’anno 2000, all’interno della rassegna Sole-Voci Estate catanese 2000 e al Festival De Théâtre “Atelier” che si tiene ogni anno a Sfântu Gheorghe in Romania. Ha girato in Italia e all’estero. Ospite 2005 del Festival Internazionale Shakespeariano di Danzica, ritorna per la seconda volta, dopo otto anni al Silvano Toti Globe Theatre di Roma diretto da Gigi Proietti.