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Si comincia subito con l'”intervista impossibile” ad Hitler (Andrea Tidona) da parte di Michele Santoro. “Non sono qui per difendermi, mi hanno descritto come il più grande criminale della storia. La verità è una sola: ho perso io e tutta la Germania”, dice. “Non volevo distruggere le altre nazioni, ma fare grande la Germania”. Poi, interviene un’attrice che fa la parte della madre, una donna severa e rigorosa nei confronti del figlio. Si comincia, dunque, ad intravedere quella commistione di linguaggi fra tv e teatro di cui Santoro ha parlato a proposito del suo programma.
Michele Santoro si chiede: “Potrà mai esserci un altro Hitler”? E da qui si passa al dibattito, con in studio Simona Colarizi, docente di Storia alla Sapienza. Con lei si fa una ricostruzione del “fenomeno Hitler”. In studio anche lo scrittore Giuseppe Genna, che al Fuhrer ha dedicato il libro “Hitler”, uscito nel 2008, con cui si entra più sull’aspetto psicologico.
Poi, anche l’intervento di Enrico Mentana: “La Germania ha creato Hitler e le condizioni di uno spirito di rivalsa dopo la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale sono state esemplificate dal Fuhrer”. Con Sara Rosati si dà spazio ai giovani, facendo confronti con l’attualità.
Il conduttore introduce la figura di Geli Raubal, nipote del dittatore tedesco: parte un vero e proprio cortometraggio dove la giovane è interpretata dall’attrice Verdiana Costanzo, alle prese con la scelta di alcuni vestiti. Nella prima parte, l’inquadratura è in soggettiva, dal punto di vista di Hitler, che però non parla. La donna morì in circostanze misteriose nel 1931, con un colpo di pistola al cuore esploso dalla rivoltella del Fuhrer. Sembra che tra lei e lo zio ci fosse una relazione, cosa che però non è stata accertata.
Spazio anche ai social network con i commenti dalla Rete: c’è chi accusa la trasmissine di “oscenità” per aver focalizzato la sua attenzione sul Fuhrer. Poi, ancora l’intervista ad un Hitler che Tidona sa rendere perfettamente delirante. Il finto Fuhrer definisce di essere un artista, che ha reso la sua vita “un capolavoro” attraverso le sue azioni. Poi, ricomincia il dibattito tra gli ospiti, ripartendo da Simona Colarizi che ricorda come il nazismo venisse considerato dai suoi sostenitori come una “fede religiosa”.
Prende quota il confronto in studio tra gli ospiti e i ragazzi, seduti su gradinate divise dalla passerella centrale in cui si trovano Santoro e Tidona. Non mancano interventi provocatori da parte dei più giovani, cui controbattono in particolare Mentana e Genna.
RIprende il cortometraggio sulla vita tormentata di Geli Raubal. Da qui si continua a ricostruire la vita, soprattutto privata, di Hitler. Genna parla del suo rapporto con le donne, “idealizzate e poi abbandonate”. Simona Colarizi si chiede: “Cosa sarebbe successo allora se fossero esistite le macchine del consenso di oggi?”.
Tidona-Hitler prova a spiegare a Santoro i motivi del suo successo presso la popolazione tedesca e le donne: è in particolare questo elemento teatrale della trasmissione ad essere il fattore che la rende particolarmente originale. Il dibattito con i giovani torna a virare verso l’attualità partendo dal confronto con la Germania anni ’30. Poi si va un po’ oltre: una giovane dal pubblico, composto in parte da ragazzi di origine straniera, accusa Mentana di “razzismo” per opinioni espresse in precedenza e da lei ritenute offensive. Nota stonata.
Chiusura sullo sterminio degli ebrei. Il finto Hitler in studio dice: “Un ebreo, in ragione del suo sangue, si comporterà sempre da ebreo, pur vestendo o parlando in tedesco”. Interviene anche un attore che interpreta Hans Frank, l’avvocato del Fuhrer, con cui Santoro dialoga in merito alle sue presunte origini ebraiche. Ci si avvia alla conclusione riflettendo sull’antisemitismo e le sue drastiche conseguenze per gli Ebrei ma anche per la Germania stessa.
Termina qui la nostra diretta. Prossimo appuntamento con “M” giovedì 29 giugno, alle ore 21.20, su Rai 2.