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Dal 19 al 23 ottobre 2017 si tiene, a Roma, la terza edizione del “MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo“. Si tratta di un appuntamento imperdibile per i produttori e i maggiori distributori di diversi contenuti, come film e serie tv di natura mondiale. Il MIA nasce dalla collaborazione fra ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche e Audiovisive) e APT (Associazione Produttori Televisivi). Novità di questa nuova edizione sono il claim, Matching Excellence, il logo e la location, che si districa tra Palazzo Barberini, l’Hotel Bernini Bristol e il Cinema Barberini. Tra i finanziatori del MIA il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Lazio e l’ICE.
Introduzione di Andrea Vianello, che presenta le novità del MIA e gli ospiti. La prima a prendere la parola è Lucia Millazzotto: “Era il 10 luglio 2015 quando il MIA iniziava, con un’identità particolare, fortemente industriale. Dopo 2 anni portiamo all’attivo due edizioni di successo e di rodaggio, che ci ha fatto capire come sviluppare il mercato. Novità strutturali, cambiamento attuato dai presidenti Rutelli e Leone. MIA è fortemente collettivo, puntiamo sull’aiuto di 50 professionisti. Crediamo di aver trovato il posizionamento del MIA, dove partecipano i leader di cinema e audiovisivo, per portare l’estero in Italia e l’Italia all’estero. Il nostro mercato ha un carattere editoriale. Facciamo un lavoro specifico di progetti, oltre il 50% delle storie presentate sono state realizzate. MIA ha tre sezioni: Cinema, Tv e Documentari, con diverse professionalità. MIA quest’anno si sposta, con una location storica, per unire patrimonio culturale e storico. Quest’anno occupiamo il distretto di Piazza Barberini, dove si svolgeranno i nostri panel e talk. Quello che mettiamo in piazza è la voglia di fare incontrare diversi partner. Aziende private hanno deciso di dare premi nel MIA. Abbiamo un unico logo nuovo, con un claim di due sole parole, per sottolineare le eccellenze estere e italiane”.
Il programma definitivo verrà presentato a settembre. Molti operatori sono già confermati, ma i dettagli più precisi verranno dati a ridosso dell’evento.
Prosegue Carlo Calenda: “Il MIA esiste perché l’industria ha dato l’opportunità per uno spazio che era sparito. Quello che cerchiamo di fare come Ministro è cercare di inventare cose. E’ coerente con la strategia che stiamo portando avanti di politica industriale. Portare l’Italia all’estero e l’estero in Italia è la missione del Paese, sul turismo, innovazione e servizi, per ragioni oggetttive e di prodotto, e relative alla domanda. Siamo un paese maturo. Se ha una riconoscibilità dell’offerta di attrarre i tassi di crescita del mondo. Questa è la missione del paese nei prossimi anni. Per la Germania è una missione più facile, non ha lo stesso potenziale dal punto di vista della cultura, come grande veicolo artigianale Tuttavia che questo evento sia coerente con la nostra strategia industriale non vuol dire che per forza debba funzionare. Ci sono alcune condizioni: dev’essere potente, con scelte nette e precise. Abbiamo imposto la cancellazione di ogni sovrapposizione di calendario, Questo ragionamento verrà fatto anche per il salone del libro. Abbiamo deciso di puntare sul MIA, mettendo abbastanza risorse. Oggi il tema è la qualità dei progetti. Abbiamo fatto due edizioni buone, non sta a me giudicarlo, abbiamo preso un impegno triennale, continueremo a finanziarlo. Aggiungo che questa iniziativa non è disgiunta dalla politica settoriale fatta sul settore dell’audiovisivo: ovvero potenziare e consolidare un settore. Dobbiamo puntare al consolidamento del settore, della manifestazioni fieristiche, siamo importanti se abbiamo players importanti. Se non hai masse critiche, diventa tutto una marginalizzazione. C’è il rischio di non fare scelte per accontentare un po’ tutti. L’ultimo punto riguarda la città dove si svvolge l’evento. Stiamo lavorando a fare una mappatura. Oggi sicuramente c’è una città con grande vocazione, essendo capace di scegliere. Stiamo lavorando con grande difficoltà per Alta Roma. Non so se la moda è nel futuro di Roma. Coordinare uno sforzo fa parte di un lavoro più ampio che si sposa con la dimensione di una capitale che ci auguriamo di rivedere nei fasti che abbiamo conosciuto”.
Prende la parola Nicola Zingaretti: “Due punti molto importanti. Noi diamo una mano con due grandi obiettivi: far trovare a questa manifestazione un habitat amichevole, abbiamo lavorato sempre per costruire un sistema. Puntiamo a costruire una politica per l’audiovisivo, siamo gemellati con due grandi nazioni, abbiamo firmato a Cannes un accordo l’anno scorso. Oggi possiamo raccontare un dato: nel primo trimestre 2017, l’export di programmi audiovisivi è aumentato del 47% rispetto all’anno scorso, è un dato figlio di un sistema che ha trovato la sua strada. Quest’anno saremo presenti con una presenza diretta, presenteremo nel corso del festival la seconda tranche di un bando. Presenteremo anche un’altra iniziativa, un nuovo bando di circa 9 milioni legato ai programmi di reindustrializzazione per la creatività dell’audiovisivo per promuovere un’innovazione, attività e imprese. Altro bando è a sostegno di sale cinema, teatri, per digitalizzaione e modernamento. Il MIA è una grande opportunità globale per promuovere cinema e sintesi fra cultura e industria. E’ una grande opportunità, è dovere assoluto affinchè cresca nel panorama mondiale”.
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E’ la volta di Giampaolo D’Andrea: “Punto importante è l’internalizzazione, legato al fatto che i prodotti possono circolare di più, non solo per ragioni economiche. Ci troviamo davanti ad attività imprenditoriali legate all’opera in sè e a quello che l’opera evoca, stili di vita, modalità di raffronto con le problematiche del presente. Abbiamo sostenuto una centralità europea della nostra iniziativa, puntiamo a rafforzare un pilastro della nostra cultura. Ci siamo mossi pensando che il patrimonio culturale europeo fosse unico, con sinergie di integrazione oggi inseparabili, con l’Italia a giocare da capofila. E’ fondamentale la continuità dell’iniziativa, se sono estemporanee non producono alcun effetto economico e culturale. Se hanno continuità, moltiplicano le potenzialità che vengono poste in essere. E’ interessante la formula, l’attenzione a cinema, tv e documentari, soprattutto per i giovani. Questa scelta ci apre il futuro e rende possibile l’avvento di una fase nuova. E’ importante che questa iniziativa si faccia affianco al festival del cinema di Roma per rafforzare la centralità di Roma in questo campo. Roma ha una grande importanza nel mondo del cinema, è nostro interesse adoperare questo brand fino in fonda. Consideriamo fondamentale l’integrazione fra i vari enti. Quanto più l’inziativa è integrata, tanto più gli effetti si moltiplicano in direzione del settore. Talvolta, infatti, è stata sottovalutata, rimasta come una cosa di nicchia”.
Francesco Rutelli è tra i padri fondatori del MIA: “L’unico modo per fare successo è il gioco di squadra. E’ un’espressione che si usa spesso ma non si fa sempre. E’ grazie al gioco del caposquadra Millazzotto che si tratta di un’operazione di mercato che si rivolge al mercato dell’industria. Vedere questa determinazione nelle istituzioni è un valore aggiunto. Voglio ricordare che i valori del nostro cinema va oltre i numeri commerciali. Qui si realizza una sinergia tra cinema e audiovisivo, ocme tra ANICA e APT. All’eccellente ingresso della Regione, anche il Ministero degli Esteri fa la sua parte. Il MIA fa perno sul distretto Barberini, con tre poli specifici. La parte importantissima si svolgerà dentro palazzo Barberini e le proiezioni al palazzo Barberini. Ci sarà un network importante fra queste strade”.
Abbandonata la Rai, Giancarlo Leone è oggi presidente dell’APT: “Quello che possiamo dire è che il racconto italiano è sempre più internazionale, mantenendo la specificità di storie e linguaggio. Inq eusta situazione entra il MIA; che ha intercettato questa tendenza. Ci troviamo con tanti sviluppi industriali, nell ospecifico della serialità. Siamo ad un punto importante. Va anche detto che dobbiamo molto ai produttori e a chi, come Rai Fiction, ha dsaputo intercettare le domanda. Il MIA è un punto focale. Accanto alla fiction internazionale c’è quella locale. In un racconto internazionale possono accadere storie italiane che supereremo”.
Si passa alle domande dei giornalisti.
Millazzotto precisa che “il budget è in linea con le passate edizioni (1.900.000€). Ci terrei poi a distinguere le due sezioni, cinema e audiovisivo: nel primo, c’è un prodotto verso il futuro, con effetti a medio-lungo termine. E’ uno strumento di compravendita. Quando parliamo di mostrare gli upfront è uno strumento di co-produzione. MIA Tv non è indirizzato alla compravendita”.
Rutelli aggiunge che “il MIA ha una sua finestra specifica. Quest’anno la programmazione fisica dell’Auditorium rendeva impossibile la realizzazione nello stesso periodo. Il MIA ha una sua fisionomia. A partire dal 2018 sarà ripristinata anche in base agli spazi dell’Auditorium. La non simultaneità con la festa di Roma è di carattere logistico”.
Ancora Calenda: “La vocazione di MIA e del festival di Venezia sono diverse. Sono le imprese a decidere cosa è meglio. Non siamo in un’economia pianificata. vuol dire che noi facciamo le cose in base ai finanziamenti. Le imprese televisive, cinematografiche e dell’audiovisivo ci dicono che c’è un’opportunità in questa città, periodo, e da un punto di vista finanziario puntiamo su questo. Se ci accorgessimo che questa struttura non funziona, siamo pronti a chiuderla. Rutelli precisa che “la scelta dell’ANICA e dell’APT è Roma. Ciò non toglie nulla a Venezia, che ha una sua fisionomia. A ognuno degli eventi è giusto assegnare le azioni corrispondenti. L’industria si riunisce a Roma e il mercato si tiene e Roma”.
Altra domanda riguarda sui temi e scelte editoriali. Millazzotto: “Ogni sezione ha delle sue peculiarità. Generalmente questa scelte ha due leve: innanzitutto capire quali sono i nostri punti strategici. Ogni anno abbiamo scelto temi strategici affinché l’Italia tornasse ad essere competitivo. L’animazione ha caratteristiche particolari, è importante sia per cinema che per televisione. E’ poi impossibile paragonare il MIA con il Festival di Cannes. Speriamo che il MIA cresca, che è nato con un concept diverso”.
La conferenza stampa si chiude qui.