Paolo Mieli torna con La Grande Storia questa sera venerdì 21 agosto alle 21.20 su Rai 3. L’argomento di cui si occupa è il ruolo delle donne nel corso del Terzo Reich.
La grande storia 21 agosto le donne del partito nazista
Il partito nazista è sempre stato raccontato attraverso soli uomini.Come se fosse un affare esclusivamente maschile. Noti solo i nomi di Hitler, Goebbels, Himmler, gerarchi, soldati.
Mieli, invece, questa sera fa riferimento ai 12 milioni di donne affiliate al partito nazista. Ci racconta delle 600.000 infermiere addestrate a curare i soldati e a sopprimere le vite indegne di essere vissute.
Svela particolari sulle 500.000 ausiliarie della Wehrmacht e sulle spietate guardie dei campi di concentramento?.
Poi il discorso cade anche sulle compagne e le mogli dei gerarchi, Fino alla più fanatica di tutte, Magda Goebbels, capace di sacrificare i suoi sei figli.
Accanto alle donne, ci sono i giovanissimi che hanno aderito al Terzo Reich. Il nome con cui venivano chiamati dagli alleati era “Baby Division”. Sono i soldati della XII divisione corazzata delle Waffen-SS “Hitlerjugend”. Ragazzini, spesso bambini, trasformati in spietati esecutori della follia di Hitler. Vivono come dentro un sogno, o meglio un incubo chiamato nazismo.Riusciranno a risvegliarsi solo con la morte di Hitler.
Gli ebrei nel mirino della follia nazista
E per ogni carnefice ci sono decine di vittime: primi tra tutti gli ebrei. Tra questi Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto ed oggi senatrice a vita.
Era una ragazzina tranquilla, con una famiglia normale, un’infanzia felice. Tutto improvvisamente cambia con le leggi razziali del 1938.
Poi, all’improvviso, tutto cambia, perché è ebrea. Allora cominciano le discriminazioni, la clandestinità, la fuga, l’arresto, l’orrore. Una vita esemplare. Un ricordo toccante. La voglia, la necessità di non dimenticare ma sempre senza rancore, senza odio.
Ma c’è anche chi si ribella all’orrore, chi rischia la propria vita per salvare quella di tanti altri. Come i “congiurati” dell’isola Tiberina a Roma: un antico spartiacque del fiume Tevere.
Da una parte Trastevere, dall’altra il Ghetto ebraico.
Qui sorge l’ospedale Fatebenefratelli. Qui nel 1943 si diffonde un’epidemia contagiosa: quella del morbo K.
Un morbo inventato da medici-eroi. Un morbo che non uccide, ma salverà tante persone dalla furia nazista.