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Il Mare dell’emergenza, il primo documentario sulla Guardia Costiera italiana,è in onda questa sera, venerdì 17 novembre in seconda serata su Rai 3.
Il documentario affronta il tema dei salvataggi in mare legati all’emergenza migranti.
Il mare dell’emergenza è una produzione Storm srl in collaborazione con Rai Documentari, diretto da Simone Di Maria e scritto da Veronica D’Agostino. Ha una durata di 48 minuti.
Il mare dell’emergenza, temi trattati
Il documentario pone l’attenzione su diversi temi; ci mostra cosa succede quando un barcone alla deriva, invia una chiamata di soccorso alla Guardia Costiera e cosa significa scegliere chi dover salvare.
Il mare dell’emergenza mostra il terrore e la disperazione negli occhi delle persone ma anche la gioia dei soccorritori nel riuscire a fare il proprio lavoro.
Questo documentario è un racconto inedito e corale che vuole restituire attraverso l’esperienza dei protagonisti, il senso della vita, spesa al servizio degli altri e del paese.
Il mare dell’emergenza, la Guardia Costiera
Il documentario Il mare dell’emergenza, offre una descrizione dall’interno del sistema del soccorso in mare mettendo in luce l’importanza del lavoro degli uomini e delle donne della nostra Guardia Costiera.
Il mare dell’emergenza porta lo spettatore nella quotidianità dei salvataggi descrivendo dal punto di vista dei soccorritori tutti i retroscena dell’emergenza migranti.
Il documentario, attraverso il racconto dei protagonisti, con il contributo di accademici esperti del fenomeno migratorio, mette in luce l’impegno e lo spirito di servizio con cui la Guarda Costiera svolge l’attività di soccorso in mare giorno e notte con turni massacranti e soprattutto lontano dai propri cari.
Sono donne e uomini che hanno deciso di mettersi in gioco per salvare la vita agli altri.
Il viaggio de Il mare dell’emergenza inizia a Lampedusa, terra di frontiera dove fare il soccorritore marittimo assume un valore diverso.
Le parole di Simone Di Maria, la regia
Simone Di Maria, regista de Il mare dell’emergenza, attraverso le sue parole ci tiene a far comprendere allo spettatore il perché di questo documentario. A seguire alcune sue dichiarazioni: “L’esperienza di Lampedusa e quella sulla Nave Dattilo sono il cuore del racconto, là dove tutto accade, senza finzione.
Questo è un documentario girato in live action, si vede quello che abbiamo vissuto personalmente.
Con tale progetto non volevamo documentare il ruolo dei singoli, ma far trasparire l’emozione e la straordinaria umanità che ci fa sentire tutti meno soli.
Con una consapevolezza sopra tutto: che seppure siano addestrati a gestire l’emergenza e a vedere sempre le stesse drammatiche scene davanti agli occhi, per ognuno di loro ogni volta è sempre come fosse la prima volta.
Sono umani, ma non tutti gli umani vogliono avere queste responsabilità. Noi, come loro, c’è le siamo volute prendere”.