Indice dei contenuti
Giovedì 30 maggio, su Rai 3, inizia Che ci faccio qui. Il programma, ideato e condotto da Domenico Iannacone, è in onda dalle 21:20.
Che ci faccio qui, quella al via oggi è la settima edizione
Che ci faccio qui è una produzione originale di Ruvido Produzioni. A condurlo, come di consueto, c’è il già citato Domenico Iannacone. Il giornalista, classe 1962, è entrato a lavorare nella TV di Stato nel 2001. Nel corso del tempo, ha collaborato con alcuni volti di punta dell’informazione della Rai, come Riccardo Iacona e Giovanni Floris.
Nel 2019 esordisce con Che ci faccio qui, format inizialmente nato come striscia quotidiana. Quella al via oggi è la settima edizione del programma. Al momento, è prevista la messa in onda di tre puntate inedite, dalla durata di circa 90 minuti ciascuna. Oltre che su Rai 3, gli appuntamenti sono fruibili anche in diretta streaming e on demand sul sito di Rai Play.
Di cosa parla il format
Nella settima edizione, il padrone di casa continua a proporre un focus sulle storie degli italiani. In particolare, le telecamere della trasmissione analizzano i luoghi e i volti che sono in grado di comunicare qualcosa a chi li osserva. Per la settima edizione, Domenico Iannacone realizza un reportage in tre puntate alla scoperta del profondo sud d’Italia. Il giornalista, con questa occasione, intende riflettere su quanto sia cambiato il modo di vivere e di lavorare nel meridione italiano.
Che ci faccio qui, la prima puntata è Il Capolavoro
La prima puntata è intitolata Il Capolavoro. Il protagonista della serata è il Parco Verde di Caivano, una periferia complicata a nord di Napoli, in cui dominano la criminalità, il degrado e il sogno di una rigenerazione sociale. Un contesto, questo, nel quale convivono da sempre il bene e il male e nel quale si scoprono, in maniera inaspettata, dei capolavori umani.
Il conduttore, nel debutto della settima edizione di Che ci faccio qui, racconta le storie di chi si è salvato e di chi, invece, si è perduto. C’è Eugenia Canfora, preside dell’Istituto Francesco Canfora, da sempre in prima linea nella lotta contro la dispersione scolastica, un fenomeno molto diffuso nella zona. C’è l’imprenditore Eugenio Gagliardelli, che ha abbracciato la battaglia di Canfora e ha deciso di assumere nella propria azienda alcuni dei ragazzi appena diplomati, offrendo loro un alloggio e una macchina. Quello dell’imprenditore è un modello olivettiano, in un’azienda dalla forte spinta sociale, che si fonde con l’idea di una scuola inclusiva che non giudica e non lascia indietro nessuno.