Il viaggio odierno inizia dalla Puglia, dal parco nazionale dell’Alta Murge, dove sorge Castel del Monte. La pietra calcarea locale con cui è stata costruita cambia di lucentezza nelle varie stagioni e in base alle condizioni di luce. Federico II ha voluto fortemente l’opera ma non ci sono prove che abbia dimorato nella struttura.
Il direttore d’orchestra Riccardo Muti, ci racconta la sua prima volta al castello pugliese e i numerosi ricordi legati alla sua adolescenza. Federico II impersonato da Roberto Farnesi, ci fa tornare indietro nel tempo e spiega la grande passione per la caccia con i falconi. Alberto Angela inizia il suo viaggio all’interno di Castel del Monte. Sotto la pianta c’è una grandissima cisterna.
Riccardo Muti nel suo secondo intervento sposta l’attenzione sul lato musicale e sociale della struttura; così scopriamo che Federico II scrisse alcuni brani. Castel del Monte è unico nel suo genere: non ha prigioni, segrete, scuderie e grandi saloni per ricevimenti. Nel corso delle epoche la struttura è stata utilizzata con differenti funzionalità, fino alle seconda guerra mondiale.
Seconda tappa pugliese: questa volta Alberto Angela si trova nel paese dei trulli, Alberobello (recentemente è stato lanciato un cartone promozionale proprio del paese della Puglia). In questo paese ci sono ben 1900 edifici tipici. Estremamente affascinante la spiegazione storica della nascita di questo borgo, così come, grazie anche alla grafica digitale, la descrizione delle tecniche utilizzare per costruire i trulli.
Confermatissime, e graditissime, le clip turistiche narrate da Francesco Pannofino, che si intermezzano tra un argomento principale e l’altro. Spettacolare il tramonto sul lago del Fusaro, a Bacoli, in provincia di Napoli, dove sorge La Casina Vanvitelliana. Subito dopo si torna in Puglia, a Galatina, per ammirare gli splendidi affreschi della basilica S. Caterina D’Alessandria.
Alberto Angela si sposta nel Lazio, a Cerveteri. Grazie alla Necropoli della Banditaccia, torniamo all’epoca degli etruschi. Dentro queste tombe è possibile trovare oggetti di tutti i giorni che descrivono quella società. All’interno della famosissima Tombe dei rilievi c’è persino una cassaforte.
Il viaggio prosegue a Tarquinia, all’interno della Necropoli, per scoprire i bellissimi dipinti che si trovano all’interno delle tombe. Questo è possibile grazie al particolare materiale su cui sono state costruite, praticamente un antico fondo marino. Lo stile più popolare fa capire che ci si avvicina alla fine del regno etrusco.
Veronica Pivetti ci racconta come sia entrata in contatto con gli affreschi etruschi grazie al suo percorso di studio. Imparandoli solo sui libri non era riuscita a comprenderli a pieno; poi una visita a Tarquinia ha fatto scoccare la scintilla.
Alberto Angela si sposta a Roma, all’interno del Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia. Qui ci sono molti oggetti funebri; il più affascinante un vecchio elmo greco, ritrovato in Umbria. Il conduttore si sofferma su un primordiale specchio e su una corona fatta con foglie in bronzo che imitano quelle di mirto.
La voce di Francesco Pannofino ci porta, grazie anche a delle bellissime immagini dall’alto, nel centro storico di Firenze, esattamente sopra il Duomo. Subito dopo entriamo nella Cripta del peccato originale, che si trova a Matera. Qui, in un affresco, il frutto del peccato è un fico e non la mela. Impossibile poi non analizzare il Sarcofago degli sposi.
Ultima tappa in Veneto, vicino Vicenza, per scoprire le ville di Andrea Palladio. La prima che visita Alberto Angela è la Villa Almerico Capra. L’architettura di riferimento è quella romana. A differenza delle strutture simile si tratta di una residenza di città. La seta con cui è fatta la bandiera è la stessa di quella che ha lavorato per la Reggia di Caserta.
L’architetto Andrea Palladio è interpretato dall’attore Ivano Marescotti. Superati gli ingressi Alberto Angela si trova all’interno di un particolare salone nobiliare circolare. Al centro una maschera di pietra con il volto di un satiro, che si ispira ai tombini romani, visto che all’interno della stanza pioveva.
Gigliola Cinquetti racconta la gita scolastica che l’ha portata per la prima volta a visitare le ville di Andrea Palladio. Con Alberto Angela si ritorna all’interno di Villa Americo Capra; la struttura è stata creata senza fondamenta. All’interno scopriamo anche uno strumento meccanico per arrostire la carne sulla brace.
Dopo l’elenco di tutte le bellezze di Vicenza, si arriva a Villa Caldogno, tipica struttura di campagna, che si ipotizza possa essere stata realizzata da Andrea Palladio. Al suo interno troviamo degli affreschi risalenti alla seconda metà del ‘500. Questi rappresentano i piaceri della Villa e hanno mantenuto intatti i bellissimi colori. All’ingresso della residenza un canale, un ponte e un ruscello che doveva attenuare la calura estiva.
Termina qui questo ciclo di Meraviglie – La penisola dei tesori. Visto la grande qualità del prodotto e gli ottimi risultati in termini di ascolti, la speranza è di rivedere presto Alberto Angela vestire i panni del Caronte per portare gli italiani tra le bellezze del nostro paese.