La formula di Inori (che significa ‘preghiera’, in giapponese) contiene tredici note ognuna delle quali è associata a un gesto. E ogni gesto è ispirato a diverse forme devozionali, di differenti religioni o filosofie, dallo yoga indiano, alla preghiera tibetana, dalla messa cattolica ai rituali africani della terra, dalle sculture degli indiani d’America alle immagini cambogiane di Angkor.
Gli appassionati dell’opera sapranno riconoscere che il primo, più importante dei messaggi racchiusi in Inori consiste proprio nell’imparare ad astrarsi dallo scorrere abituale del tempo per immergersi in una dimensione libera da pensieri preordinati, legati alla logica del divenire, lontani dall’assolutezza eterna del sacro.
Il fine dell’opera di Stockhausen è di coniugare il mondo contemporaneo occidentale con la tradizione orientale. Il tutto viene realizzato all’interno di una scenografia essenziale nei tratti, quasi schematica ma altamente evocativa. Alla ricostruzione fedele della piattaforma sopraelevata ove agisce il mimo, dettagliatamente descritta da Stockhausen, viene aggiunta una struttura triangolare che evoca chiaramente atmosfere ed elementi kandinskijani.
Nel ruolo del mimo-danzatore c’è Roberta Gottardi, la scenografia è firmata da Alessandro Chiti.
Marco Angius e Roberta Gottardi hanno lavorato in sintonia per rendere chiaro agli spettatori il profondo significato del processo di formazione che deve condurre al divino. Si comincia con lo scioglimento progressivo della rigidità del corpo che viene sottolineata nella prima delle cinque sezioni fino all’esplosione di energia interiore che culmina nella rivelazione trascendente e nella libera plasticità dell’abbraccio con la luce, seguita dall’immersione nel buio originario, fonte di vita e di mistero.
Domenica all’opera | ultimo appuntamento
L’opera, qui diretta da Marco Angius, interprete del repertorio del Novecento e della più recente produzione musicale contemporanea, è il penultimo appuntamento con il ciclo che Rai Cultura dedica all’opera contemporanea.
Chiuderà il ciclo una delle ultime opere di teatro musicale composte da Luciano Berio, figura di primo piano dell’avanguardia musicale: “Outis”, nella versione diretta da Graham Vick per il Teatro alla Scala di Milano nel 1999 e che Rai Cultura propone domenica 27 maggio, a quindici anni esatti dalla scomparsa del compositore.
Inori sarà fruibile anche in replica sabato 26 maggio alle 16.10 su Rai5.