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Le ali della sfinge è il titolo del Tv movie in replica per il ciclo Il commissario Montalbano. Come tutti i film Tv della serie, il protagonista è Luca Zingaretti con la squadra di lavoro che lo affianca.
Salvo Montalbano deve risolvere un altro caso di non semplice soluzione. Le atmosfere sono come al solito un mix tra il poliziesco, il giallo e la commedia impegnata. La durata è di un’ora e 40 minuti. Il Tv movie è andato in onda per la prima volta su Rai 1 il 3 novembre del 2008. Il romanzo omonimo di Andrea Camilleri, da cui è tratto, era stato pubblicato nel 2006.
Il commissario Montalbano Le ali della sfinge replica 4 maggio – regia, cast, attori, dove è girato
La regia di Le ali della sfinge è di Alberto Sironi che ha firmato tutti i Tv movie del ciclo televisivo Il Commissario Montalbano fino allo scorso anno. Sironi è scomparso a luglio del 2019. Nel cast, accanto a Luca Zingaretti c’è la squadra storica del Commissariato di Vigata composta da Peppino Mazzotta (Fazio), Cesare Bocci (Mimì Augello) e Angelo Russo (Agatino Catarella).
Le riprese si sono svolte tra Porto Empedocle e Ragusa. Ibla, antico rione di Ragusa, è diventata Vigata, il centro siciliano dove vive il commissario. In particolare, Punta Secca è trasformata in Marinella, dove il commissario ha una casa. Altre location: il complesso industriale del Pisciotto, ovvero “La Mannara”, e Scicli, dove sono ambientati il commissariato di Vigata, nel Palazzo Comunale, e la questura di Montelusa-Agrigento, a Palazzo Iacono.
Le ali della sfinge – la trama
La trama del Tv movie è incentrata sul ritrovamento, in una vecchia discarica, del cadavere di una ragazza. Il corpo è nudi, il volto devastato da un proiettile. Non ha oggetti o indumenti. Solo un piccolo tatuaggio sulla spalla sinistra, una farfalla. Ed è su questo elemento, fondamentale che si svolge tutta l’indagine di Montalbano. Il primo passo è l’identificazione della giovane.
Intanto l’autopsia realizzata dal dottor Pasquano, evidenzia che la ragazza è stata uccisa altrove, almeno il giorno prima. E trasportata nella discarica dopo la morte. Montalbano scopre che la ragazza era emigrata in Italia dalla Russia. Ed era ospitata ed assistita da un’organizzazione benefica cattolica chiamata La buona volontà. Il poliziotto si reca a parlare con i responsabili ma nessuno sembra sincero nelle risposte. C’è grande omertà intorno all’organizzazione.
Lo dimostrano anche le rimostranze mosse dal vescovo locale presso i superiori di Montalbano che lo invitano ad agire con prudenza. Ma il poliziotto non demorde. E’ abituato a simili contestazioni. Va avanti e scopre che tutte le ragazze assistite dall’organizzazione hanno il medesimo tatuaggio che potrebbe essere una sorta di distintivo, un segno di appartenenza.
Intanto Montalbano è alle prese anche con i problemi personali. Il suo rapporto con la storica fidanzata Livia si è deteriorato. Le cause sono molteplici. Oltre la lontananza, anche i tradimenti del commissario.
Il finale del film
Nella parte finale del film Salvo Montalbano con Augello e Fazio continua le indagini che arrivano ad un punto cruciale. Il commissario ha un’idea chiara di quanto è accaduto. Sta soltanto cercando le prove che mancano. E le trova proprio all’interno dell’associazione benefica. Riuscirà a scoprire che dietro l’apparente solidarietà, spesso si nasconde una realtà sconvolgente.