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La scomparsa di mia madre è il documentario che va in onda venerdì 8 gennaio alle ore 21.00 su Rai Storia.
La scomparsa di mia madre – regia, protagonisti, dove è girato
Il documentario La scomparsa di mia madre ha come protagonista Benedetta Barzini, icona di bellezza e stile degli anni ’60, musa di artisti e fotografi internazionali come Andy Warhol, Salvador Dalì, Irving Penn, scrittrice, giornalista e docente. L’opera, che ha già ricevuto importanti riconoscimenti dalla critica nazionale e internazionale, è girata dal figlio Beniamino Barrese che ha anche scritto il soggetto.
Precedentemente era stato trasmesso su laF in prima visione assoluta.
La produzione è realizzata da Nanof in collaborazione con Rai Cinema e Ryot Film con il supporto del MiBAC – Direzione Generale Cinema. Ed è realizzato nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema. Le musiche sono firmate da Aaron Cupples, Miguel Miranda & Jose Miguel Tobar.
La scomparsa di mia madre – trama del film in onda su Rai Storia
La scomparsa di mia madre è stato proiettato nei migliori festival di cinema di tutto il mondo, dal Sundance Film Festival al BFI London Film Festival. E’ stato nominato agli European Film Awards nella categoria Documentario Europeo.
Il documentario è la trasposizione visiva dell’intimo dialogo tra un figlio e una madre, che, a 75 anni, sceglie di scomparire. Decide di lasciare la propria quotidianità e gli affetti e iniziare un’altra vita, lontana da tutto ciò che ha sempre conosciuto.
“Ho sempre avuto l’illusione che nessuno mi abbia mai fotografata. Ho interpretato dei ruoli, con le ciglia lunghe, il trucco, gli infiniti cambi d’abito, ma la mia persona non è fotografabile”. Con queste parole Benedetta Barzini introduce il tema cardine del documentario, quello dell’immagine.
Immagine della donna nella società degli anni ’70, vincolata allo stereotipo della maternità quale sublimazione del suo ruolo biologico e sociale. E immagine di stessa come icona di una bellezza sfuggente che non riconosce come merito.
La poliedrica personalità di Benedetta Barzini emerge in un’alternanza tra girati contemporanei e video di repertorio, tra il racconto in prima persona e senza filtri della protagonista e la scelta di affidare a diverse attrici la narrazione di alcuni momenti cruciali della sua vita e della sua carriera. Modella e antropologa della moda controcorrente, femminista e attivista per i diritti delle donne, madre che sceglie di “ferire se stessa” per assecondare il desiderio del figlio di riprendere il periodo antecedente alla propria scomparsa.
Il commento della Barzina
Ecco quanto afferma la Barzini alla telecamera del figlio
“Il lavoro che stiamo facendo, è di separazione. Tutto si basa esclusivamente sul tuo desiderio di farlo, e non sul mio desiderio di vederlo fatto. Come fai a dimenticarti ogni volta che io non ho niente a che fare mentre tu hai tutto a che vedere con l’immagine? Questo problema è insolvibile e lo sarà fino alla fine. Io odio la memoria, non la voglio, non la capisco. Non ci serve per andare avanti. Capisco che il cinema voglia le immagini, ma le immagini io le disprezzo”.